Ancora permeata dell'incanto dei paesaggi dolomitici, dove ho appena trascorso una lunga vacanza, ho voluto dedicarmi ad una appassionante, anche se non approfondita, ricerca.
Le Dolomiti, che dal 26 giugno 2009 l' Unesco ha inserito nella lista dei beni "patrimonio naturale dell'umanità", devono il loro nome allo scienziato Déodat de Dolomieu, geologo ed avventuroso viaggiatore francese.
Nell'estate del 1879, nel corso di un suo rocambolesco viaggio di più di 1.300 chilometri compiuto a piedi attraverso le Alpi per rilevare le particolarità orografiche e geologiche della regione alpina orientale, Déodat de Dolomieu rileverà l'eccezionalità della roccia di cui sono composte queste montagne, che descriverà come una pietra iridescente che al tramonto trattiene i raggi del sole.
Inviati all'Università di Ginevra alcuni campioni di questa particolarissima roccia, il minerale verrà esaminato dal naturalista e chimico svizzero Théodore-Nicolas De Saussure, figlio di quell' Horace-Bénédict de Saussure, pioniere dell'alpinismo che, già nel 1787 per poterne misurare l'altezza, fu uno dei primi a raggiungere la vetta del Monte Bianco.
Al minerale, riconosciuto con la formula MgCa (Co3)2, cioè carbonato doppio di calcio e magnesio, in onore del suo scopritore verrà attribuito il nome di dolomia.
Déodat (o Dieudonné) de Dolomieu
(Dolomieu, 23 giugno 1750
Châteauneuf, 26 novembre 1801)
Il termine Dolomiti come toponimo per definire queste montagne però apparirà solo dopo circa 70 anni, su una guida della collana "Murrey's Handbooks", intitolata appunto "The Dolomite Mountains", e questo grazie a due facoltosi viaggiatori inglesi, Josiah Gilbert e George Churchill.
Infatti questi due avventurosi gentleman, incaricati di inserire informazioni inedite nella nuova guida Murrey in fase di stesura, considerato che era proprio questo tipo di strana roccia (la dolomia) l'elemento più caratteristico di queste singolarissime montagne, decisero di attribuire loro il toponimo che ritenevano più indicato: e così Dolomiti furono.
La dolomia è roccia sedimentaria formatasi nelle ere geologiche sul fondo di mari caldi e sollevatasi in grossi banchi, che sono rimasti isolati nel contesto di altre formazioni calcaree sedimentarie o vulcaniche.
Da quando sono emerse alla luce, le rocce dolomitiche hanno subito l'incessante azione disgregatrice degli agenti atmosferici che, a differenza dell'effetto su altri tipi di minerale, le hanno erose in senso verticale, modellandole in fantastici aspetti di torri, campanili, guglie, blocchi fessurati, enormi gradoni, terrazze sovrapposte.
Così si sono formate le Dolomiti, gruppi di montagne nettamente isolati in mezzo alle Alpi del Trentino, dell'Alto Adige e del Bellunese.
Fenomeno unico al mondo, di incomparabile fascino oltre che per le loro forme anche per i loro colori che vanno dal grigio al rosa, dal rosso al cenere, le Dolomiti costituiscono uno spettacolo cromatico di arcana bellezza.
Sono state definite "i monti pallidi" perchè sotto la luce sfolgorante dell'estate i loro toni tendono a schiarirsi, qualsi fossero ricoperti di polvere, e attorno all'incanto di queste straordinarie montagne sono fiorite tante suggestive leggende.
Ne segnalo solo qualcuna, fra le tante che ho raccolto nel mio sito:
La leggenda delle roseLusor di lunaDona Dindia e Zan de RameL'usignolo del SassolungoSoreghinaEd ecco, in un rapido excursus, alcuni gruppi dolomitici, la cui ubicazione è distribuita fra le province di Trento, Bolzano e Belluno:
Il Gruppo del Brenta, nel Trentino occidentale, tra la Valle Rendena e la Val di Sole, con cime famose come il Campanile Basso, il Crozzòn di Brenta, la Tosa, gli Sfulmini.
Gruppo del Brenta,
con gli Sfulmini e il Campanile Basso
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Il Gruppo delle Pale di San Martino, nel Primiero, con il Cimòn della Pala, la Vezzana, la Rosetta, il Sass Maor.
Le Pale di San Martino al tramonto
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Il Gruppo della Marmolada, considerata la regina delle Dolomiti, in Val di Fassa, con la vetta e il ghiacciaio più alti di tutto il mondo dolomitico (m. 3342).
Gran Vernel
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Il Gruppo del Catinaccio, in Alto Adige, con il Latemar, le Torri del Vajolet, la Roda di Vael.
Il Catinaccio
Le Torri del Vajolet
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Il Gruppo del Sassolungo e il Gruppo delle Odle e Puez, tra la Val Gardena e la Valle di Funes.
Il Sassolungo visto dall'Alpe di Siusi
Le Odle di Funes
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Il Gruppo del Sella tra il Passo Gardena e il Passo Pordoi.
Gruppo del Sella visto dalla Val Gardena
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In provincia di Belluno le Dolomiti di Cortina, con le Tofane, il Pomagagnon, il Sorapis, il Cristallo e le Dolomiti del Cadore, con il Pelmo, l'Antelao, il Civetta.
Il Cristallo
Il Pelmo
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Le Dolomiti di Sesto, tra Dobbiaco e il Cadore, con i Tre Scarperi, la Croda dei Toni, il Popera, ma soprattutto con la più famosa triade di montagne dolomitiche del mondo: le Tre Cime di Lavaredo.
Le Tre Cime di Lavaredo
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Paradiso degli escursionisti, dei rocciatori e degli sciatori, le Dolomiti offrono sia in estate che in inverno, l'incanto di un mondo fiabesco e lo scenario più emozionante che la montagna possa dare.
* Fonte delle notizie:
- Guida turistica, Ed. F.lli Orenpuller (TN)
- In viaggio sulle Alpi, di M.A.Ferrari
* Tutte le fotografie presenti in questo post sono state reperite nel Web e sono di proprietà dei loro autori.