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martedì 16 luglio 2013

Un poeta da ricordare: Vittorio Sereni

Un poeta da ricordare:


Vittorio Sereni
Luino (Varese) 27 luglio 1913
Milano 10 febbraio 1983


Una poesia da non dimenticare:

Viaggio di andata e ritorno

Andrò a ritroso della nostra corsa
di poco fa
che tanto bella mai ti sorprese la luna.
Mi resta una città prossima al sonno
di prima primavera.
O fuoco che ora tu sei
dileguante, o ceneri confuse
di campagna che annotta e si sfa,
o strido che sgretola l'aria
e insieme divide il mio cuore.

(Da: Gli strumenti umani)


René Magritte
The happy donor (1966)




lunedì 15 luglio 2013

Filastrocche e acquerelli: Il sole


Eccoci arrivati al settimo dei dodici acquerelli di Mariarita Brunazzi, che mi sono QUI ripromessa di presentarvi, mese per mese da gennaio a dicembre insieme alle mie filastrocche. E col mese di luglio è  arrivato il turno dell'acquerello dedicato a:


IL SOLE

S'accende il cielo a oriente
e il sol sorge fulgente.
La natura si desta
e al nuovo dì s'appresta.
Cinguettan gli augelletti
impazzano gli insetti
sui variopinti fiori
che già ai primi chiarori
dischiudon le corolle
per salutare il sole
che sembra dire intorno:
"Svegliatevi, è già giorno!"


© Castellani Carla
(Krilù)



Il sole

Acquerello della pittrice naif
Mariarita Brunazzi

venerdì 12 luglio 2013

Dolomiti: I luoghi del cuore



Voglia di vacanze?
Sì ... ma non in un luogo qualsiasi.



E' esattamente qui che vorrei essere in questo momento. In questi luoghi magici dove negli ultimi vent'anni, da metà luglio a metà agosto, ogni mattina ho aperto gli occhi su una corona di maestosi picchi rocciosi, foreste di abeti e verdi pascoli.



Questi sono i miei luoghi del cuore ... queste sono le Dolomiti... che forse non avrò più l'occasione di rivedere. E non so dirvi quanto questa prospettiva mi rattristi. Troppo lontano e troppo in alto, loro. Troppo malandata, io.




Questo è il suggestivo panorama che, aprendo le finestre della mia stanza, nell'antica casa dalle spesse mura, aggrappata sul fianco della montagna a 1400 m. slm, ogni mattina si offriva al mio sguardo mai sazio di tanta bellezza.
Solo un vetusto fienile, a frapporsi alla vista, che spaziando a semicerchio scivolava dalle imponenti vette rocciose fin giù, a fondo valle, su pendii coperti di selve verde cupo e di prati smeraldini.




E questa è la mia camera da letto, una graziosa bomboniera costruita ad inizio '800, con pareti e soffitto rivestiti in legno decorato e dipinto in bianco ghiaccio, celeste e azzurro, dove mi era oltremodo piacevole crogiolarmi nell'antico lettone,


sotto un piumone ben imbottito, ricordando la soffocante calura lasciata in città e fantasticando su chi, nel corso degli ultimi due secoli, avesse vissuto fra quelle mura e guardato quelle stelle di legno sul soffitto.

Non so se ci saranno vacanze per me nel corso di  questa estate, oberata come sono da malanni e da impegni medici.  Forse riuscirò anche a  ritagliarmi qualche giorno di relax,  ma certamente non sarà per andare  lassù, dove mi sospinge il cuore e mi trascina la nostalgia.

A tutti voi, ovunque abbiate stabilito di  trascorrere le vostre ferie estive, auguro una felice e rilassante vacanza.






domenica 7 luglio 2013

Il Grand Hotel di Rimini ha 105 anni.

Ufficialmente inaugurato nel Luglio del 1908, il Grand Hotel di Rimini, con le sue lussuose stanze, ampie terrazze, giardini esotici, sale sfarzose e una facciata in elegante stile Liberty, ideata dall'architetto sudamericano Paolo Somazzi, diverrà meta preferita delle vacanze estive delle più celebri personalità dell'alta società e del mondo dell'arte e della cultura internazionali.

Ancora oggi le camere del Grand Hotel conservano gli arredi francesi e veneziani, il parquet e i lampadari dell'arredamento originale mentre nelle sale ristorante arredi, dipinti e luci rievocano le inimitabili e suggestive atmosfere del passato.




Una vecchia immagine del Grand Hotel di Rimini come appariva prima del 14 luglio 1920, quando un grande incendio divampò ai piani superiori distruggendo le due cupole ornamentali che sovrastavano il tetto, e che non furono più ripristinate.


Il Grand Hotel di Rimini com'è oggi.


Così Federico Fellini rievocava il Grand Hotel della sua adolescenza in "La mia Rimini":
"Quando le descrizioni nei romanzi che leggevo non erano abbastanza stimolanti da suscitare, nella mia immaginazione, scenari suggestivi, tiravo fuori il Grand-Hotel, come certi scalcinati teatrini che adoperano lo stesso fondale per tutte le situazioni.
Delitti, rapimenti, notti di folle amore, ricatti, suicidi, il giardino dei supplizi, la dea Kalì: tutto avveniva al Grand-Hotel.
Le sere d'estate il Grand-Hotel diventava Istanbul, Bagdad, Hollywood.
Sulle terrazze, protette da cortine di fittissime piante, forse si svolgevano feste alla Ziegfield.
Si intravvedevano nude schiene di donne che ci sembravano d'oro, allacciate da braccia maschili in smoking bianco, un venticello profumato ci portava a tratti musichette sincopate, languide da svenire.
Erano i motivi dei film americani: Sonny boy, I love you, Alone, che l'inverno prima avevamo sentito al cinema Fulgor e che poi avevamo mugolato per interi pomeriggi, con l'Anabasi di Senofonte sul tavolino e gli occhi perduti nel vuoto, la gola stretta.
Soltanto d'inverno, con l'umidità, il buio, la nebbia, riuscivamo a prendere possesso delle vaste terrazze del Grand-Hotel fradice d'acqua..."



L'albergo tanto amato da Federico Fellini, che con i suoi film (in particolare Amarcord) ha contribuito a diffondere in tutto il mondo il mito del Grand Hotel di Rimini, nel 1984 è stato dichiarato monumento nazionale.