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mercoledì 21 dicembre 2011

Cos'è Natale?

Nonostante questa mia persistente forzata assenza dal mio e dai vostri blog, causata dai soliti problemi di salute, che purtroppo continua ad andare di male in peggio, in occasione del Natale non voglio mancare di farvi i più sentiti auguri, con questi miei versi dedicati al Natale.




COS’E NATALE?


Natale di vetrine sfavillanti
e spese pazze
di esotiche vacanze
di tavole imbandite
e costosi regali.

Ma ... era questo il senso del Natale?


Natale al freddo
fra cartoni e stracci
Natale nelle fabbriche occupate
per difendere il posto di lavoro
Natale di dolore
in corsie d'ospedale.

Ma... era questa la magia del Natale?


Ridatemi il Natale di una volta
con l'abete e il presepe
la Messa a mezzanotte
l'odore buono dell'arrosto in forno
e la mamma che scodella la minestra
alla famiglia raccolta a desinare.

Si ... questo era il calore del Natale.


© Carla Castellani



lunedì 5 dicembre 2011

Proverbi di dicembre in dialetto romagnolo

Con i proverbi di dicembre in dialetto romagnolo si conclude questo excursus lungo un anno, che attraversando tutto il calendario ci ha accompagnato alle radici delle credenze popolari della mia terra.

Per me si è trattato di un emozionante tuffo nel passato, nel ricordo di quando, ancora piccina, vedevo gli anziani tenere sotto controllo le situazioni climatiche attenendosi poi rigorosamente alle prescrizioni dei proverbi.

Per voi, che avete avuto la costanza di seguirmi spero sia stata una lettura se non proprio interessante, perlomeno gradevole.



Se e' piov e' de d' Sânta Bibiana e' piov cvarânta de e una stmâna.
Se piove il giorno di Santa Bibiana, piove quaranta giorni e una settimana.

Anche in dicembre non manca una previsione meteorologica, legata stavolta al giorno di Santa Bibiana (2 dicembre).



E' de d' Sânta Luzeja l' e e' piò curt ch' si seja.
Il giorno di Santa Lucia è il più corto che ci sia.

Sânta Luzeja, la not piò longa ch' si seja.
Santa Lucia la notte più lunga che ci sia.


Riferito che sia al giorno o alla notte il significato non cambia.
Prima della riforma gregoriana del 1582, che ha corretto lo sfalsamento del calendario giuliano, il solstizio invernale era anticipato e cadeva proprio nel giorno di Santa Lucia (13 dicembre) . Di qui l'origine di questi proverbi che nonostante la riforma gregoriana abbia riportato il solstizio d'inverno al 21 dicembre, continuano a ricordare il 13 dicembre come il giorno più corto (o la notte più lunga) dell'anno.




Par Sân Tmês la gozla a e' nês.
Per San Tommaso la goccia al naso.

Per San Tommaso (21 dicembre) è pieno inverno ed è quindi tempo di raffreddori.


Par Sân Tmês e' cuntaden e' ciapa e' pôrch pr e' nês.
Per San Tommaso il contadino prende il maiale per il naso.

Visto che un tempo non esistevano frigoriferi e freezer, la stagione fredda era il periodo più adatto per uccidere il maiale e macellarne le carni che così si sarebbero conservate più a lungo.



Chi n' arnôva la camisa e' de d' Nadêl e' môr int un fos cma un animêl.
Chi non rinnova la camicia il giorno di Natale muore in un fosso come un animale.

A rnuvê chicôsa la not d' Nadêl u s' sparâgna un mêl.
A rinnovare qualcosa la notte di Natale si evita un male.

La tradizione (o superstizione?) vuole che nel giorno (o notte) di Natale (25 dicembre)si indossi un capo di vestiario nuovo, credendo con ciò di preservarsi da una malattia durante l'anno.



Nadêl e' pôrta l'ân.
Natale porta l'anno.

Questo proverbio evidenzia che il Natale e il successivo Capodanno cadono nello stesso giorno della settimana.

giovedì 1 dicembre 2011

L'uomo nero e la bicicletta blu

Un romanzo di formazione che mi ha proiettata nel passato, nel mio passato, perché è proprio nel tempo e nei luoghi di cui parla il romanzo che io ho vissuto la mia adolescenza. E di personaggi "ruspanti" e un po' bislacchi, simili a quelli raccontati in questo romanzo, e di momenti di vita paesana che oggi potrebbero apparire alquanto improbabili, io ne ho incontrati e vissuti per davvero.
Sarà per questo che l'ultimo romanzo di Eraldo Baldini mi è tanto piaciuto?
Un racconto che per la maggior parte del libro fa sorridere e perfino ridere ma che, verso la fine, sfocia nel dramma.




Titolo:
L'uomo nero e la bicicletta blu

Autore:
Eraldo Baldini

Editore:
Einaudi - Stile Libero Big

anno 2011



Trama:
La storia, raccontata in prima persona da Gigi, un ragazzino di dieci anni, si dipana nella Romagna ancora povera dei primi anni '60. Gigi ha un sogno: la lucente bicicletta blu con le finiture cromate, che lo tenta da una vetrina. E per racimolare i soldi necessari all'acquisto dell'oggetto dei suoi desideri si inventa mille lavori, impelagandosi nelle più astruse avventure e disavventure.

Con questo romanzo Baldini ci conduce in un mondo rurale affollato di figure comiche, di personaggi talvolta sgangherati, di campioni di una secolare civiltà contadina, rimasta sempre uguale a sé stessa, che comincia appena ad avvertire le scosse del mondo moderno, con le prime missioni spaziali, la televisione e il cinema in technicolor: il Morto, dato per defunto dopo l'alluvione e, anche se ricomparso, sempre ufficialmente morto; la Rospa, decollata sulla rampa d'ingresso di casa a seguito di un'esplosione e atterrata sul tetto del pollaio, a bordo della sua sedia a rotelle. La Tugnina, che in ogni fiaba che racconta, perfino in quella di Cenerentola, ci infila l'Uomo Nero, che alla fine si mangia tutti.
Finché l'arrivo in paese di Allegra, bella e così diversa, perché appartenente ad un ceto sociale più elevato, gli farà conoscere i primi palpiti del cuore.
Ma a Gigi, che ha il dono di trasfigurare il mondo con le sue storie, a Gigi che si nutre di astuzie in un mondo crudo e insieme pieno di magia, toccherà in sorte di capire che l'Uomo Nero non esiste solo nelle fiabe.





L'Autore:
Eraldo Baldini, studioso di Antropologia Culturale ed Etnografia, ha esordito scrivendo diversi saggi in quei campi specifici. All'inizio degli anni '90, coniugando queste sue conoscenze antropologiche con il gusto della narrativa si è poi dedicato alla scrittura di racconti horror ispirati alle leggende e superstizioni locali: è di lì che è iniziata la sua carriera di scrittore il cui stile noir è stato definito "gotico rurale". Fino a quest'ultimo romanzo dove il male non ha nulla di sovrannaturale o di arcaico ma è il male fine a sé stesso, quel male che quasi quotidianamente incontriamo nelle pagine dei giornali.
Oggi Eraldo Baldini è non solo romanziere affermato in Italia e all’estero, ma anche sceneggiatore, autore teatrale e organizzatore di eventi culturali.