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sabato 26 marzo 2011

Il platano di Carpinello (FC)



Il gigante verde che appare in questa foto fa parte dell'elenco degli alberi monumentali d'Italia, censiti dal Corpo Forestale dello Stato nel 1982.
A distanza di una trentina d'anni, è assai probabile che molti degli esemplari presenti in quell'elenco non siano più esistenti, ma questo platano orientale, che si erge in tutta la sua maestosità, in mezzo ad un campo coltivato, in località Carpinello vicino a Forlì, io l'ho fotografato lo scorso 8 aprile 2010, quando stava appena iniziando a mettere le foglie. Mi sono però ripromessa di ritornarci anche quest'anno, per fotografarlo quando sarà più ricco di fronde.

E' un esemplare plurisecolare tutelato dalla Regione Emilia-Romagna con D.P.G.R. n. 112/92.
Genere: Platanus
Specie: orientalis
Comune: Forlì (FC)
Località: Carpinello - Via Cervese
I dati che lo caratterizzano, e che riporto dal sito della Forestale, sono:
Altezza: metri 30
Circonferenza del tronco: metri 6,2

Questi monumenti della natura, non meno importanti e forse più vulnerabili di quelli creati dall'ingegno dell'uomo, costituiscono un patrimonio di inestimabile valore che è dovere di tutti tutelare.



Da notare come la macchia di vegetazione sulla destra dell'immagine, costituita da un folto gruppo di alberi di dimensioni "normali", messa a confronto con l'imponenza del platano, appaia poco più di un cespuglio.

venerdì 25 marzo 2011

Kreativ Blogger Award

Ringrazio di cuore la simpatica ed ironica Stefania del blog Il cielo azzurro per avermi assegnato il




Il regolamento di questo premio prevede che, prima di passarlo ad altri 10 blogger, io vi racconti 10 cose che non sapete su di me. Vediamo un po' ... che posso dire che già non vi abbia detto?



1) Per me i libri sono merce preziosissima. Non saprei proprio quantificare il numero dei libri che invadono la mia casa. Pensate che conservo ancora anche i libri di scuola miei e dei miei figli: so che sono da qualche parte, anche se non riesco più a scovarli.


2) Ritengo mancanze imperdonabili l'ingratitudine e la maleducazione intesa come prepotenza e prevaricazione.



3) Io, invidiata perché vivo a due passi dal mare, non amo affatto la spiaggia in estate. Infatti in spiaggia ci vado solo d'inverno.


4) Tutti, ma proprio tutti mi riconoscono come pregio la dolcezza. ma come faranno a dirlo? mica mi hanno mai assaggiata ...



5) Considero tutti gli animali meritevoli di rispetto e cure, ma i gatti ... i gatti LI ADOROOO!!


6) Dovrei liberarmi di una quantità industriale di chili in eccesso, che mi sono stati graziosamente elargiti da 16 anni ininterrotti di cortisone. Però, fra l'essere una ex-magra ma ancora viva o una ancora magra ma già defunta, non ho avuto dubbi di scelta.





7) Non riesco a rinunciare al caffè, che deve essere caldo, forte, amaro, per gustarne al meglio l'aroma.
Capita che qualcuno si stupisca: "Ma come? prendi il caffè senza zucchero e poi mangi i dolci!?!" A parte il fatto che sono golosa e ai dolci non rinuncerei mai, non è mica per una questione di dieta che lo bevo amaro , è proprio che il caffè zuccherato mi fa schifo!


8) Ora che finalmente non devo più far suonare la sveglia, do libero sfogo alla pigrizia che per tutta la vita non ho mai potuto permettermi, e al mattino non abbandonerei mai il letto.



9) Ho sempre indossato scarpe con tacchi altissimi; adesso invece porto solo scarpe ultra-comode e senza tacco.


10) Fra le stagioni preferisco la primavera e l'autunno. Tollero l'inverno perché, come le tartarughe, mi rintano in casa e se sopravvivo all'estate è solo grazie al lungo periodo che trascorro al fresco delle Dolomiti.

~*~


A questo punto dovrei girare il premio ad altri 10 blogger, ma a chi assegnarlo? A mio avviso siete tutti meritevoli perciò, come ho fatto in precedenti occasioni in cui mi sono trovata in questa imbarazzante situazione, aggirerò l'ostacolo offrendolo a tutti i miei follower, così chi ha voglia di continuare il giro, può liberamente prelevarlo e raccontarci di sè.

~*~

mercoledì 23 marzo 2011

Proverbi di marzo in dialetto romagnolo

Ed eccoci arrivati a marzo.
Nonostante in questo mese il tempo sia ancora inclemente, la saggezza popolare dei proverbi consapevole dell'imminente risveglio della natura, apre il cuore alla speranza.














Mêrz da e pé schêlz.
Marzo dal piede scalzo.

In marzo si poteva iniziare ad andare coi piedi scalzi.



La nev marzulena la dura da la sera a la matena.
La neve di marzo dura dalla sera alla mattina

Anche se in marzo può ancora cadere la neve, non dà più pensiero perché sarà di breve durata.



Mêrz marzarel: quand u j è e sol pôrta l'umbrel; quand e piov pôrta e' capel.
Marzo marzerello: quando c'è il sole porta l'ombrello; quando piove porta il cappello.

Marzo è un mese instabile e quindi è meglio non fidarsi e aspettarsi repentini cambiamenti meteorologici.



Mêrz bagnê, de len da filê.
Marzo bagnato, lino da filare.

La pioggia di marzo favorisce la buona crescita del lino.



Mêrz sot, grân par tot.
Marzo asciutto, grano per tutti.

Mêrz urtlen, banasé paja e poc grân.
Marzo ortolano, tanta paglia e poco grano.

Se marzo è asciutto e sereno ci sarà un buon raccolto di grano. Se invece sarà piovoso e quindi più favorevole agli ortaggi, il grano darà molta paglia ma spighe povere di chicchi.



La festa d' San Jusef la n' é pasêda se prema o dop l'ân fa la buraschêda.
La festa di San Giuseppe non è passata se prima o dopo non viene la burrasca.

La burasca d' San Jusef la vô avnir, o têrd o prest.
La burrasca di San Giuseppe deve venire, tardi o presto.

Data la volubilità del clima di questo mese, anche nella seconda metà di marzo (S. Giuseppe 19 marzo) è molto probabile che faccia brutto tempo.



Par San Bandet la rundanena sota a e' tet.
Per San Benedetto la rondinella sotto il tetto.

Quand che e cânta e' meral a sen fura da l'inveran.
Quando canta il merlo siamo fuori dall'inverno.

Il canto degli uccelli impegnati nella nidificazione segnala l'arrivo della primavera.


lunedì 21 marzo 2011

Voglia di primavera


Raphiolepis indica




Alyogyne huegelii "Santa Cruz"




Raphiolepis umbellata




Gazania




Wisteria brachybotrys




Autirrhum speciosa
e
Lobularia maritima




Dimorphoteca

sabato 19 marzo 2011

19 marzo: Festa del papà



Auguri a tutti i papà


Un augurio speciale al papà dei miei figli ed un tenero ed accorato pensiero al mio papà, che purtroppo ormai mi è accanto solo nel ricordo.

martedì 15 marzo 2011

La maschera




Con questo mini-racconto, ho partecipato al Concorso di scrittura indetto dal Comune di Ravenna Circoscrizione di Piangipane,

"Voci di Donna - Un racconto in 30 righe"
avente come tema "La maschera"

e anche quest'anno il mio racconto è stato selezionato per la lettura pubblica nel corso di una serata dedicata alle donne, che ha avuto luogo giovedì 3 marzo 2011 presso il Teatro Socjale di Piangipane.



LA MASCHERA


Dallo specchio s'affaccia un bianco ovale.
Non luci né ombre a marcarne i tratti, solo alcune chiazze più scure, attorno alle cui profondità costruire le geometrie di un volto.

Magda resta a lungo a fissare l'evanescente forma che emerge dallo specchio poi, con un sospiro profondo, allunga la mano scarna, segnata da cordoni di vene bluastre e da macchie brune tipiche dell'età senile, verso la valigetta di marocchino rosso.
Un gesto abituale, compiuto migliaia di volte, nei camerini dei teatri più importanti. Perché Magda è stata una grande attrice drammatica ed ogni sera, davanti allo specchio fortemente illuminato in un qualunque camerino di un qualunque teatro, in una qualunque città, costruiva il suo personaggio, grazie al contenuto della sua fida valigetta.
In tutta la sua lunga carriera Magda non aveva mai affidato il suo volto a nessun truccatore. Dapprima, attricetta alle prime armi, aveva dovuto imparare, per motivi economici, a gestirsi da sola ed in seguito, quando giunta al successo avrebbe potuto permettersi i migliori visagisti, conosceva ormai così bene il suo volto e le sue potenzialità espressive, che solo di sé stessa si fidava.
Così, ogni sera, al tocco delle sue abili e sapienti mani, sotto le luci crude che circondavano la specchiera, apparivano via via Giulietta, Ofelia, Desdemona, Cordelia, Lady Macbeth e tutte le altre figure femminili del suo vasto repertorio drammatico.
Un poliedrico caleidoscopio di volti, in mezzo ai quali si fondeva e confondeva il suo volto reale. E si confondeva al punto che, quando al termine della recita Magda si affacciava alla ribalta per ringraziare il suo pubblico, non sapeva più se era davvero Magda, oppure Ofelia, Giulietta, Lady Macbeth, o qualunque altra eroina avesse interpretato in quell'occasione.

Le sue dita sottili, dalle aguzze unghie color carminio, frugano all'interno della valigetta, scegliendo con competenza fra matite e belletti ciò che le occorre per dare vita e colore all'informe macchia chiara affacciata allo specchio, perché il suo volto vero, così come la sua mente, si sono ormai definitivamente perduti nei meandri del tempo e nelle profondità degli specchi di migliaia di camerini dove, sera dopo sera, Magda, ha assunto le sembianze dei suoi personaggi.
Maschere alle quali, anche ora, ormai lontana dalle scene, non sa più rinunciare.


© Carla Castellani

sabato 12 marzo 2011

Nel buio di una nave


Ravenna - La tragedia della Mecnavi.
Era la mattina del 13 marzo 1987 quando, a bordo della gasiera "Elisabetta Montanari" in manutenzione presso il cantiere della Mecnavi nel Porto di Ravenna, il mancato rispetto delle norme di sicurezza costò la vita a tredici operai che, intrappolati nella stiva, morirono soffocati dai gas altamente tossici sprigionati da un piccolo incendio innescato dalla scintilla di una fiamma ossidrica.
Fu quello il più grave incidente sul lavoro accaduto dal dopoguerra in Italia.

Questi i nomi delle tredici vittime:
Filippo Argnani, nato ad Argenta il 2/5/1947 - di Filo di Argenta (FE)
Marcello Cacciatore, nato a Ruffano il 23/11/1964 - di Ruffano
Alessandro Centioni, nato a Forlì il 13/9/1966 - di Bertinoro (FC)
Gianni Cortini, nato a Ravenna il 5/2/1968 - di Ravenna
Massimo Foschi, nato a Cervia il 22/3/1951 - di Cervia (RA)
Marco Gaudenzi, nato a Bertinoro il 25/6/1969 - di Bertinoro (FC)
Domenico Lapolla, nato a Civitella il 17/3/1962 - di Bertinoro (FC)
Mohamed Moesad, nato a Il Cairo il 15/3/1951 - di Punta Marina (RA)
Vincenzo Padua, nato a Scicli il 1/8/1927 - di Mezzano (RA)
Onofrio Piegari, nato a Bertinoro il 29/8/1968 - di Ravenna
Massimo Romeo, nato a Imola il 9/10/1963 - di Ravenna
Antonio Sansovini, nato a Bertinoro il 21/6/1958 - di Bertinoro (FC)
Paolo Seconi, nato a Ravenna il 7/7/1963 - di Ravenna




"Nel buio di una nave"
a cura del giornalista Rudi Ghedini
Bradipolibri, Torino
Collana: Le inchieste del bradipo
edito nel 2007
è il libro-inchiesta che uscì in occasione del 20° anniversario di quel tragico evento. Un libro che in 112 pagine ricostruisce la drammatica vicenda, l'infinita catena di responsabilità ed omissioni e il lungo iter processuale che si concluse con pene irrisorie per i colpevoli.



"Ogni morte è dolorosa, ma quando avviene per indifferenza o, peggio, per responsabilità di qualcun altro, deve muovere gli animi all'indignazione" si legge nella prefazione al libro di Rudi Ghedini, che porta le firme del Sindaco Fabrizio Matteucci, del Presidente della Provincia Francesco Giangrandi e dei tre Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil di Ravenna, Luigi Folegatti, Giorgio Graziani e Riberto Neri.
"Le vittime - ricorda Ghedini - dipendevano da 5 aziende diverse; 8 lavoravano in nero, 3 avevano meno di vent'anni, 12 erano picchettini. Per 3 di loro si trattava del primo giorno di lavoro."
Morirono "come topi" disse l'allora Arcivescovo di Ravenna Mons. Ersilio Tonini, facendosi portavoce del doloroso stupore e dell'incredulità che colpì la città intera.
"Nessuno immaginava - si disse - che nella civilissima Ravenna si potesse lavorare in quel modo", senza diritti e senza regole.

Così comincia il libro:
"È sulle navi che bisogna cercarli, i picchettini. Sulle navi in porto. E bisogna sapere dove cercarli, perché non sono in vista. Il loro lavoro non ha nulla a che fare con l'aria aperta e il salmastro, l'azzurro e lo iodio. Ha a che fare, piuttosto, con il sottosuolo, la claustrofobia, la miniera.
Picchettino è una parola che si trova su pochi vocabolari (a parte la declinazione del verbo picchettare), e nemmeno i motori di ricerca su Internet offrono risposte esaurienti; secondo l'INAIL si tratta della qualifica professionale classificata con il numero 709.
Sulle petroliere in secca, i picchettini vengono chiamati a svolgere le operazioni di pulizia nella stiva, usano stracci, palette, spazzole e raschietti per rimuovere la ruggine e i residui di combustibile colati dai serbatoi. Non è un'attività che richieda personale particolarmente qualificato. Servono forza di volontà e spirito di sacrificio, si tratta di eseguire mansioni semplici quanto disagevoli, in condizioni di scarsa visibilità. Un lavoro sporco e rumoroso: i picchettini devono incunearsi in ambienti ristretti e stare stesi sulla schiena o sul ventre, l'altezza dei doppifondi non va oltre gli 80-90 centimetri.
Quando tredici corpi senza vita vennero estratti dal ventre della nave gasiera Elisabetta Montanari, il 13 marzo 1987, nel cantiere Mecnavi, il più grande cantiere privato del porto di Ravenna e dell'intero Adriatico, prima i soccorritori e poi i giornalisti rimasero stupefatti dall'aspetto dei picchettini: facce annerite, maglioni pesanti infilati uno sopra l'altro, pantaloni di velluto spesso, passamontagna, giacca e pantaloni di tela cerata, lunghi stivali. Sui giornali del 14 marzo tutti scoprirono la parola picchettino e dovettero associarla a una tragedia...".



Nonostante gli anni passati, ricordo ancora molto bene lo sgomento, l'emozione e la rabbia che percorse la città quando si sparse la notizia della tragedia, e la folla immensa che il 16 marzo partecipò alle esequie. Una tragedia che ha lasciato una profonda ed incancellabile cicatrice nel cuore dei ravennati.

E l'emozione e la rabbia provate in quei giorni che sconvolsero la città, mi si risveglia in cuore e si rinnova ogni volta che il telegiornale dà notizia di nuove morti sul luogo di lavoro.
Cosa che ahimè accade troppo di frequente, quasi che la vita umana fosse una materia prima d'irrilevante importanza di fronte alla legge della competitività imprenditoriale e del profitto.


E allora mi ritorna in mente il grande striscione che in quei giorni di lutto e di rabbia apriva il corteo, con la scritta "MAI PIU' ".
Un obiettivo, quel MAI PIU', che a tanti anni di distanza non è stato ancora raggiunto e che alla luce di altri drammatici eventi (un nome per tutti: Thyssen Krupp di Torino, ma troppo lungo sarebbe l'elenco delle "morti bianche") risuona come una beffarda irrisione per i lavoratori.




giovedì 10 marzo 2011

Il mio grazie per voi

A tutti voi il mio sincero

Rieccomi qui, anche se ancora non proprio in perfetta forma, dopo tantissime settimane di una feroce ed invalidante emicrania ribelle alle terapie, (e per un certo periodo ribelle perfino agli antidolorifici), che mi ha costretta ad una forzata latitanza dal Web, e di conseguenza dal mio e dai vostri blog.
Nei pochi momenti in cui il dolore mi ha dato tregua ho fatto qualche veloce capatina, riuscendo perfino a pubblicare alcuni post (ma solo perché li avevo già da tempo pronti in bozza) ed a leggere i vostri messaggi, ai quali però non ero in grado di dare risposta. Questo mi dispiace molto, perché non è mai stata mia abitudine ignorare i commenti che ricevo sul mio blog, ma ormai non mi pare più il caso di procedere a ritroso per rispondere ai troppi post rimasti inevasi.
Ho quindi pensato a questa unica risposta globale per dirvi, con un immenso grazie, quanto ho apprezzato che, nonostante la mia latitanza, abbiate comunque visitato il mio blog per lasciarmi un commento, un saluto o una parola di incoraggiamento.
Vorrei, in questo post, ricordarvi tutte e tutti, nome per nome, ma poiché al momento sono ancora abbastanza intontita e confusa, forse per il prolungato ricorso agli antidolorifici, potrei rischiare di commettere qualche involontaria gaffe omettendone qualcuno, perciò sentitevi tutti, ma proprio tutti, stretti in un globale affettuoso abbraccio di ringraziamento.

Se la situazione sul fronte "emicrania" continuerà a progredire come sembra, e come mi auguro, spero di poter riprendere molto presto le mie quotidiane scorribande nei nostri blog, perciò vi lascio con un fiducioso "arrivederci presto!".


♥ ♥ ♥

lunedì 7 marzo 2011

8 marzo: Auguri donne!



Il mio augurio per tutte le donne del mondo è che trovino sempre in loro stesse la forza di lottare, per rivendicare i loro diritti e difendere la loro identità e la loro dignità di essere umano uguale all'uomo.