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sabato 30 agosto 2014

Un poeta da ricordare: Giorgio Caproni


Un poeta da ricordare:




Giorgio Caproni

Livorno, 7 gennaio 1912
Roma, 22 gennaio 1990


Una poesia da non dimenticare:

Spiaggia di sera

Così sbiadito a quest'ora
lo sguardo del mare,
che pare negli occhi
(macchie d'indaco appena
celesti)
del bagnino che tira in secco
le barche.

Come una randa cade
l'ultimo lembo di sole.

Di tante risa di donne,
un pigro schiumare
bianco sull'alghe, e un fresco
vento che sala il viso
rimane.


Claude Monet
"Barche da pesca" (1885)

giovedì 28 agosto 2014

A Max, centauro ribelle

Anche se in passato qualcuno dei miei followers ha già avuto occasione di leggere questi versi, oggi voglio riproporli perché ... perché oggi il mio cuore è gonfio di tristezza.


28 agosto 2004 - 28 agosto 2014

•.¸*ೋღ*✿* Max forever *✿*ღೋ*¸.•




martedì 19 agosto 2014

Foto d'autore: le scale di Henri Cartier-Bresson


Il fotografo francese Henri Cartier-Bresson, del quale ho presentato altre belle fotografie qui, è stato definito il maestro del "momento decisivo", quell'istante fugace che è l'essenza del fotogiornalismo.

Così egli scriveva nel 1952 nel testo introduttivo al libro “Images à la sauvette”:
“Noi fotografi abbiamo a che fare con cose che svaniscono continuamente e una volta svanite, non c’è trucco al mondo che possa farle nuovamente tornare indietro.”

Di questo ammirevole artista una cosa che mi ha particolarmente colpita, ovviamente oltre alla sua grande maestria, è il fatto che spesso protagoniste dei suoi scatti sono le scale.
E' solo una mia impressione, dovuta ad un mio particolare rapporto con questo elemento architettonico, o anche qualcun altro di voi l'ha notato?

Eccovene alcuni esempi:


Hyères (Francia) - 1932



Scanno (Italia) - 1953


Sifnos (Grecia) - 1961


Cagliari (Italia) - 1962


Instambul (Turchia) -1965


Ci sarebbe poi anche questa fotografia, che io trovo particolarmente suggestiva, ma che esito a presentarvi come opera di Henri Cartier-Bresson, benchè su molti siti venga a lui attribuita, perché un esperto di fotografia mi ha precisato essere invece opera della di lui moglie Martine Franck.
Chissà se qualcuno ha notizie più precise in merito?





Tutte le immagini presenti in questo post sono state reperite sul Web.

domenica 3 agosto 2014

Un'oasi di serenità


Non amo andare in centro, aborro la confusione delle strade nell’ora del passeggio, non mi piace guardare le vetrine.



Ma in pieno centro storico, ad un passo dalla centralissima Via Cavour gremita di vetrine e di folla, c’è una nicchia di pace: una viuzza stretta e tortuosa, lastricata di sampietrini sconnessi; i muri delle vecchie case, in mattoni satinati dal tempo; le inferriate in ferro battuto delle finestre da cui sgorgano in estate cascate di gerani; il sagrato di Santa Maria Maggiore; le rovine di Santa Croce.



E poi i maestosi lecci dalle cupe chiome che ombreggiano le antiche arche di pietra; l’imponente, solitario platano dal tronco maculato; le regolari ombrelle dei pini che schierati in fila fanno da fondale all’angolo più bello della città.



Su un lato della stretta viuzza un’alta cancellata racchiude l’armoniosa maestà della basilica di S. Vitale dietro la quale, in un angolo del prato ben curato, emerge il piccolo scrigno di mattoni del Mausoleo di Galla Placidia, che per l'estrema sua semplicità esterna non fa certo presagire la sontuosità della decorazione interna, dove esplode una gamma cromatica dominata da un blu indaco intenso, profondo come un abisso marino o come un cielo d’estate.



Neppure l’eterogeneo fluire dei turisti all’interno del complesso monumentale, riesce a turbare il senso di serena quiete che sa darmi questo frammento della mia Ravenna e la pacata emozione che suscitano in me queste secolari pietre.