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martedì 23 settembre 2014

Alberi da frutto: il fico



Esistono due forme di fico: il fico domestico il cui nome botanico è Ficus carica sativa e il caprifico o fico selvatico (Ficus carica caprificus) che non produce frutti commestibili. Entrambi appartengono alla Famiglia delle Moracee.

Pianta spontanea in natura, il fico cresce in luoghi assolati e si adatta bene ovunque, anche se preferisce climi caldi. In area mediterranea è presente da sempre, come la vite e l'ulivo.
I frutti (seconi), dolci e succulenti, maturano quando si miete e quando si vendemmia e alcune varietà possono produrre fino a tre distinti tipi di frutti: prima di tutto i "fioroni", più grandi e meno numerosi, che maturano in maggio nei paesi caldi e in giugno nei climi più freddi; poi i "forniti", più piccoli ma molto numerosi e molto dolci, che maturano a fine agosto e settembre, ottimi da essiccare al sole o in forno. Infine alcune varietà producono anche fichi autunnali che rimangono appesi all'albero per tutto l'inverno e vengono raccolti in primavera.
In verità i veri frutti del fico non sono quelli che chiamiamo abitualmente fichi ma sono i piccoli acheni contenuti all’interno dei seconi.


E' una pianta decidua che raggiunge un'altezza che varia da 5 a 9 metri, ha foglie scabre, dure, cuoriformi a 3 o 5 lobi. A seconda della varietà la buccia del frutto matura in una gamma di colori che va dal bianco giallino al giallo intenso, al verde, verde-bruno, bruno violetto, viola, viola intenso simile al nero e anche a strisce gialle e verdi.


I fiori del fico, curiosamente crescono al contrario, nascosti dentro la soffice polpa del frutto.
Il lattice bianco e irritante che cola dalla fenditura di un ramo spezzato, dal picciolo di una foglia o dai fichi non ancora maturi ha la virtù di eliminare calli e verruche.



Eccovi alcune delle tante curiosità legate al fico:
Era venerato nell'antica Roma, e durante i Baccanali gli uomini andavano in giro reggendo statue del dio Priapo scolpite nel legno di fico e le donne portavano fichi intorno al collo come simbolo di fecondità.
Secondo una leggenda medievale, dopo aver tradito Gesù, per il rimorso Giuda si impiccò ad un albero di fico, per questa ragione San Gerolamo riteneva che il fico fosse maledetto e infestato dagli spettri.
Nella cultura popolare il fico ha ispirato proverbi e modi di dire, dove il frutto è considerato sinonimo di pochezza: infatti per indicare una persona o un avvenimento di poca importanza si esclamava: "Non me ne importa un fico!" e anche "Non me ne importa un fico secco!". "Far le nozze coi fichi secchi" significa organizzare in maniera dimessa un evento che si dovrebbe celebrare in maniera solenne. "Non valere un fico secco" si dice di qualcuno di cui si ha scarsa considerazione.


Nella cascina dove sono nata, ricordo  che in un angolo dell'aia sorgeva un grande fico, tanto grande che la sua chioma sovrastava il tetto del capannone dove venivano ricoverate le macchine agricole. All' ora di merenda, con i miei cuginetti e con i più giovani dei miei zii, muniti di un tozzo di pane, ci arrampicavamo sul fico ed in precario equilibrio sul tetto del capannone facevamo la più dolce delle merende, contendendo i succosi frutti alle api e alle vespe ronzanti.


Infine vi regalo una ricetta tipica della mia Romagna:

FICHI CARAMELLATI
Occorrente: per ogni kg di fichi  300 g. di zucchero e due bicchieri di acqua (c'è chi preferisce vino).
Selezionare i fichi che dovranno essere maturi, sodi e integri.
Lavarli delicatamente e tagliare loro una piccola parte del picciolo ma senza sbucciarli.
Disporli  uno accanto all'altro col picciolo in alto in una capiente teglia a fondo largo e lasciarli macerare per una notte al fresco con lo zucchero e il liquido.
Far cuocere a fiamma bassa senza coperchio per circa 2 ore o comunque finché il liquido di macerazione si sia caramellato diventando di un bel colore ambrato e i fichi siano diventati scuri. Durante la cottura i fichi non vanno toccati per evitare che si rompano.
Invasare i fichi ancora caldi in vasetti a chiusura ermetica sterilizzati, dove avrete versato un cucchiaio di cognac o di rum, e distribuire lo sciroppo in ciascun vasetto.
Chiudere i vasetti e capovolgerli fino a completo raffreddamento.
Qui in Romagna i fichi caramellati vengono serviti di solito insieme al formaggio squacquerone (formaggio molle tipico della Romagna) ma va bene anche qualsiasi altro formaggio morbido.


Tutte le fotografie presenti in questo post sono state reperite nel Web e sono di proprietà dei loro autori.



domenica 7 settembre 2014

Colori in Dolomiti

Costretta dalle circostanze a rinunciare, per il secondo anno consecutivo, all'abituale soggiorno estivo nelle mie amatissime Dolomiti, faccio di necessità virtù e mi consolo sfogliando fotografie che ne hanno catturato i colori.

Se volete,  vi invito a seguirmi  in un breve excursus per prati e boschi dove, solo con gli occhi e con la fotocamera, ho "raccolto" queste immagini fiorite, sempre nel massimo rispetto per la natura, perché ritengo che la montagna abbia il diritto di tenersi i suoi fiori e perché “godere la natura e rispettare l’ambiente” è stato da sempre il mio motto.


rododendro

botton d'oro

aquilegia

giglio martagone

giglio rosso

sorbo degli uccellatori

erica

mirtillo nero

epilobio

scabiosa

carlina

sambuco rosso