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venerdì 29 marzo 2013

Buona Pasqua



A tutti l'augurio di una 
serena Pasqua

lunedì 25 marzo 2013

Pineta: la divina foresta spessa e viva

Come avevo anticipato nel post precedente, eccovi un articolo che scrissi alcuni anni fa, sulle antiche Pinete storiche di Ravenna (Pineta di Classe e Pineta di San Vitale) dove per diversi anni ho svolto servizio come guardia ecologica volontaria e guida ambientale naturalistica.


Ricca di suggestioni è la Pineta, che col mutare delle stagioni sa offrirsi agli occhi del visitatore con aspetti e colori sempre diversi.
Per l’appassionato amante della natura, che la frequenta non con intenti prettamente utilitaristici, quali possono essere l’esercizio della caccia o la raccolta dei prodotti del sottobosco, o per fini ricreativi come il footing o il pic-nic con la famiglia, ma per il solo piacere di osservarla e studiarla, la pineta è una finestra aperta su un mondo estremamente affascinante, sia per la ricchezza di specie appartenenti al regno vegetale e animale, sia per la conformazione morfologica del suolo, in un susseguirsi di antichi cordoni dunosi e di bassure retrodunali, di lagune d’acqua salmastra e di paludi d’acqua dolce.


Nelle pinete storiche ravennati è rappresentato un sistema forestale eterogeneo dove, insieme all’impianto artificiale dei pini troviamo, influenzato dalla quantità d’acqua presente nel suolo, sia bosco igrofilo sia bosco xerofilo.
Formata da un considerevole numero di specie spontanee, è la vegetazione arbustiva del sottobosco, mentre non molto ampia è la varietà di essenze arboree.

Pino domestico (Pinus pinea)

Fra le più rappresentative, oltre al Pinus pinea (Pino domestico) dall’inconfondibile sagoma ad ombrello

Pino marittimo (Pinus pinaster)

e al Pinus pinaster (Pino marittimo) di aspetto più contorto e disordinato, incontriamo farnia, pioppo bianco, salice bianco, frassino, olmo (caducifoglie tipicamente igrofile, cioè amanti di suoli umidi). Troviamo inoltre il leccio e la roverella, piante termofile che prediligono suoli più caldi e asciutti.

Dante Alighieri

Per l’amante della natura, che con curiosità, attenzione e rispetto, si addentra in questo straordinario monumento naturale ricco di interessi scientifici e ricordi letterari, cui Dante si ispirò nel descrivere “la divina foresta spessa e viva ”, “lèggere” in ogni stagione la pineta con l’aiuto dei cinque sensi può essere un modo per entrare più a fondo nella sua intima essenza:

Caprifoglio

ANNUSARE gli odori che aleggiano nell’aria: sopra tutti quello balsamico e penetrante di resina, che accoglie il visitatore fin dal suo arrivo in pineta, ma anche il profumo dolce-amaro del biancospino in fiore; il gradevolissimo profumo del caprifoglio, che al tramonto si fa ancora più intenso; la profumata fioritura del ligustro che attrae api e insetti; l’odore di fertile humus che sale da foglie e tronchi marcescenti.

Picchio rosso

ASCOLTARE le mille voci che animano il silenzio del bosco: lo stormire delle fronde, il ritmico ticchiettìo del picchio intento a costruirsi il nido o a procurarsi cibo, il tonfo di una pigna che cade, l’improvviso fruscio di un rettile che s’infratta nel sottobosco, il canto di un uccello fra i rami, il ronzìo di un insetto, un gracidar di rane nelle bassure allagate.

More di rovo

ASSAPORARE il gusto acidulo delle rosse bacche del biancospino, del corniolo, del crespino, quello aromatico delle coccole di ginepro, la dolcezza delle nere more di rovo, l’asprezza allappante delle drupe bluastre del prugnolo, che solo dopo le prime gelate diventano commestibili.

Pungitopo (fiori)

PALPARE la soffice cedevolezza di un tappeto di umido muschio o la ruvida, fessurata e appiccicosa corteccia dei pini. Il ritrarsi improvviso della mano, offesa dalle spine di una delle tante piante pungenti del sottobosco (rovo, pungitopo, asparago selvatico, ginepro, agazzino, rosa di macchia, crespino, prugnolo, biancospino, sono solo alcune fra le tante piante che Madre Natura ha dotato di questo mezzo per difendersi dai grandi predatori).

Quercia

Ma soprattutto saper osservare.
OSSERVARE le forme e i colori che vestono la pineta e segnano l’avvicendarsi delle stagioni:
l’abito primaverile, caratterizzato dal verde tenero delle prime foglie sulla vegetazione decidua, in contrasto con le cupe chiome sempreverdi dei pini e del leccio.

Corniolo

Le ricche fioriture delle essenze arbustive, prima fra tutte la precocissima fioritura gialla del Cornus mas (corniolo), poi quella bianca del Prunus spinosa (prugnolo), entrambi fioriti prima della comparsa delle foglie, cui fanno seguito tutte le altre infiorescenze, più o meno appariscenti, più o meno profumate, in un tripudio di insetti impazziti;

Vitalba paonazza

le festonature di corolle violacee della vitalba paonazza e il verde denso del fogliame che ombreggia la pineta nei mesi estivi;
la variegata ricchezza di tonalità autunnali, col verde, l’oro, il bruno delle foglie caduche

Biancospino (bacche)

e la spettacolare policromìa della fruttificazione arbustiva, che sarà la principale fonte di sostentamento per molte specie di uccelli nella stagione invernale;


e infine la magia dell’inverno, quando il bosco, immerso nel silenzio, appare sfumato in un velo di bruma, o affondato in dense nebbie, o quando tutta la vegetazione, dopo una notte particolarmente fredda e umida veste un abito ingemmato di scintillante galaverna.

Gufo

Anche saper cercare e saper riconoscere le tracce degli animali può essere un esercizio affascinante, anche se forse non così gratificante alla vista: impronte, orme, tane, nidi, escrementi, borre, penne, uova, tracce di pasti, oltre a segnalare la presenza di una eterogenea popolazione appartenente al regno animale, possono raccontare interessanti storie sulla brulicante vita segreta del bosco.



Nel momento in cui la pressione antropica sugli ambienti naturali si fa sempre maggiore, estremamente importante è la consapevolezza che essi non rappresentano soltanto un insieme di risorse da sfruttare ma anche un bene prezioso da tutelare. Sarebbe quindi auspicabile che il contatto dell’uomo con la natura fosse guidato dalla conoscenza e dal rispetto dei suoi delicati, fragili equilibri.

© Carla Castellani


Le immagini di questo post sono state reperite nel Web.

venerdì 22 marzo 2013

Giornata FAI di Primavera, XXI edizione

E' fissata per Sabato 23 e domenica 24 marzo 2013 l'annuale manifestazione denominata "Giornata FAI di Primavera" che, giunta quest'anno alla sua XXI edizione, vedrà l'apertura straordinaria di 700 beni dislocati su tutto il territorio italiano.

E' infatti, grazie al FAI (Fondo Ambiente Italiano), che opera per il recupero e la tutela del nostro patrimonio artistico e naturalistico, che siti spesso inaccessibili vengono per l'occasione eccezionalmente messi a disposizione del pubblico con visite guidate a contributo libero, destinato a sostenere la meritoria attività del FAI.

QUI è possibile vedere l'elenco di tutti i siti aperti al pubblico in tutte  le regioni italiane e i relativi orari di visita.

In questa occasione, nella zona di Ravenna è prevista la visita guidata alla storica Pineta di Classe,


un monumento naturalistico di grande rilevanza, sia dal punto di vista paesaggistico che storico e letterario.



La Pineta di Classe si estende per 900 ettari a sud di Ravenna e costituisce, insieme ai 1.130 ettari della Pineta di San Vitale posta a nord della città, tutto ciò che resta delle antichissime pinete ravennati che alla fine del '700 coprivano ancora un'area di circa 7.000 ettari.


Oggi le pinete, conservano al loro interno numerose essenze floristiche, e arbustive e,  oltre a  pini domestici (Pinus pinea) e pini marittimi (Pinus pinaster) , anche diverse altre specie arboree.


Luogo letterario per eccellenza, la millenaria pineta ha ispirato grandi poeti, a cominciare da Dante che scrisse qui  una parte della Divina Commedia.


Boccaccio, vi ambientò la celebre novella di Nastagio degli Onesti nella quinta giornata del Decamerone, che Botticelli tradusse in famosissimi, evocativi dipinti ricchi di valenze simboliche .

Anche Lord Byron, Oscar Wilde e Gabriele D'Annunzio, oltre a diversi autori locali hanno tratto ispirazione dalle suggestive pinete ravennati.



Prendendo al volo lo spunto e tanto per restare in tema, il mio prossimo post riporterà un articolo che scrissi alcuni anni fa, proprio sulle Pinete ravennati.



Le immagini di questo post sono state reperite nel Web.

mercoledì 20 marzo 2013

Graficando a primavera

Vista la benevola accoglienza che avevate riservato ad un mio precedente tentativo di grafica a tema autunnale, oso ancora presentarvene alcuni altri con cui tempo fa avevo partecipato ad un contest dedicato alla primavera.

.






Per questa prova erano stati forniti gli 8 tubes illustrati nell'immagine qui sotto (scaricabili da uno zip a parte), che andavano usati (minimo 2 massimo 4) per preparare una tag con uno sfondo a piacere.



Ribadisco che ero ancora alle prime armi con la grafica e ... non sono andata molto più avanti di così, prima di arrendermi definitivamente (anche per mancanza di un programma di grafica decente).


Però mi piacerebbe tanto riprovarci ...


lunedì 18 marzo 2013

Festa del Papà




PADRE, SE ANCHE TU NON FOSSI IL MIO
 
Padre, se anche tu non fossi il mio,
Padre se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
Che la prima viola sull'opposto
Muro scopristi dalla tua finestra
E ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
Di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell'altra volta mi ricordo
Che la sorella mia piccola ancora
Per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
Dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che eri il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t'amerei.

(Camillo Sbarbaro)
Da "Pianissimo" - 1914


domenica 17 marzo 2013

Filastrocche e acquerelli: I bigné di San Giuseppe


Eccoci arrivati al terzo dei dodici acquerelli di Mariarita Brunazzi, che mese per mese, da gennaio a dicembre, mi sono ripromessa QUI di presentarvi insieme alle mie filastrocche.
Il tema di MARZO è dedicato a un dolce tipico di questo mese, rappresenta infatti:


I BIGNE' DI SAN GIUSEPPE

Se i bignè di S. Giuseppe vuoi mangiare
amico mio, ti devi organizzare,
o vai dal pasticcere a farne incetta
o ti procuri gli ingredienti e la ricetta:
burro, farina, zucchero, uova,
ben mescolati in casseruola,
poi col Vinsanto tu li gusterai
e ai papà di tutto il mondo brinderai.
Però, se in cucina vuoi cimentarti,
mi dispiace, non posso aiutarti
perché io proprio non so prepararli …
potrei solo aiutarti a mangiarli!


© Carla Castellani
(Krilù)




I BIGNE' DI SAN GIUSEPPE
Acquerello della pittrice naif
Mariarita Brunazzi

venerdì 15 marzo 2013

Marzo in poesia



MARZO

O marzo, che i petali rosa
dei fiori di pesco colori,
o marzo, che a volte disserri
i primi soavi tepori,
e a volte ventoso e gelato
tormenti le erbette del prato;
O marzo non fare il cattivo,
non rompere i rami fioriti,
i rami dei peri e dei meli,
che poi daran frutti squisiti!
E vi pianteranno i bambini
il morso dei bianchi dentini.

(A. Cuman Pertile)




LA SIEPE S' È DESTA

Nei boschi, da sera a mattina,
si schiudono fresche sorprese:
leggero sui prati cammina
Marzo, incantevole mese:
E' già non più sonnolento
il rio, ne risuona si dura
la terra: nel tiepido vento
già verzica la verzura.
Ancora non c'è l'usignolo
ricolmo di note e trilli,
ma lungo le prode e nel brolo
già fremono e ciarlano i grilli.
E' guarda, la siepe s'è desta
coperta di fiori, odorosa:
il pesco s'ammanta di festa
schiudendo i suoi petali rosa.
C'è pioggia, c'è vento, c'è sole:
è Marzo, ogni cosa ha un incanto;
è Marzo, che piange e non vuole,
che mostra il sorriso tra il pianto.

(Alfred De Musset)




MARZO


Marzo: nu poco chiove
E n'ato ppoco stracqua;
Torna a chiovere, schiove,
Ride 'o sole cu ll'acqua.
Mo nu cielo celeste,
Mo n'aria cupa e nera;
Mo d'o vierno 'e tempeste,
Mo n'aria 'e primmavera.
N'auciello freddigliuso
Aspetta ch'esce 'o sole:
Ncopp'o tturreno nfuso
Suspireno 'e vviole...

(Salvatore Di Giacomo)




FIORITA DI MARZO

La fioritura vostra è troppo breve,
o rosei peschi, o gracili albicocchi
nudi sotto i bei petali di neve.
 Troppo rapido il passo con cui tocchi
il suolo, e al tuo passar l'erba germoglia,
o Primavera, o gioia de' miei occhi.
Mentre io contemplo, ferma sulla soglia
dell'orto, il pio miracolo dei fiori
sbocciati sulle rame senza foglia,
essi, ne' loro tenui colori,
tremano già del vento alla carezza,
volan per l'aria densa di languori;
e se ne va così la tua bellezza,
come una nube, e come un sogno muori,
o fiorita di Marzo, o Giovinezza...

(Ada Negri)



CHE DICE LA PIOGGERELLINA 
DI MARZO?

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell'orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d'oro?
Passata è l'uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia
domani uscirà Primavera
guernita di gemme e di gale,
di lucido sole,
di fresche viole,
di primule rosse, di battiti d'ale,
di nidi,
di gridi
di rondini, ed anche
di stelle di mandorlo, bianche... -
Ciò dice la pioggerellina
di marzo che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell'orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d'oro.
Ciò canta, ciò dice;
e il cuor che l'ascolta è felice.

(Angiolo Silvio Novaro)



martedì 12 marzo 2013

Come corre il tempo!

Ieri, andando a ritroso fra i miei vecchi post, sono rimasta allibita nel constatare quante volte ho omesso di rispondere ai vostri commenti. Naturalmente chi mi conosce da tempo è al corrente dei miei problemi di salute e sa che le mie defezioni non sono mai state volontarie, ma dovute a cause di forza maggiore.
Come ho già detto qualche tempo fa in un precedente post: " ... avendo sempre potuto contare sulla vostra comprensione sono certa che vorrete perdonare questo mio peccato di omissione che non è detto non abbia a ripetersi e per il quale in anticipo chiedo venia."

Molto contrariata da questa constatazione, fra ieri e oggi ho cercato di aggiornarmi, rispondendo singolarmente o in generale almeno ai post orfani di riscontro di questi primi mesi del 2013.
Non stupitevi troppo quindi, vedendovi notificare messaggi relativi a post che ormai voi avrete già dimenticato.
Prometto che da ora in poi farò di tutto per riuscire a mantenermi al passo col tempo, nonostante lui scorra a velocità supersonica e i miei tempi invece siano divenuti giocoforza molto lenti.
.



sabato 9 marzo 2013

La donna nei proverbi

Come sappiamo,  i proverbi sono comunemente definiti "saggezza dei popoli", in quanto rappresentano il buonsenso popolare e riflettono tradizioni, usi e costumi.
Ma ... vi siete mai soffermati a pensare a quale eclatante esempio di bieco maschilismo è contenuto nei proverbi dedicati al sesso femminile?

Ai soliti luoghi comuni di cui la donna è vittima, perfino nei proverbi, mi sento di gridare a squarciagola:




✿ Chi dice donna dice danno.

✿ Dal mare sale e dalla donna male.

✿ Donna al volante, pericolo costante.

✿ Donna buona, bella e cara è una merce molto rara.

✿ Donna oziosa, non può esser virtuosa.

✿ Donne e buoi dei paesi tuoi.

✿ Donne e motori, gioie e dolori.

✿ La donna ne sa una più del diavolo.

✿ Le donne hanno lunghi i capelli e corti i cervelli.

✿ Le donne prima sono tutto miele e dopo tutto fiele.





giovedì 7 marzo 2013

8 Marzo: Giornata Internazionale della Donna





Senza dimenticare il reale significato di questa giornata, che non è una "festa" ma una "celebrazione", offro un simbolico rametto di mimosa a tutte le belle figure di Donna che ho conosciuto sul blog e a tutte le Donne che ovunque nel mondo si battono contro le vessazioni di cui sono vittime le donne, per tutelare la loro dignità di esseri umani.

Ho voluto linkare questo post dell'amico Stefano del blog "Semplici conversazioni" che molto chiaramente ha illustrato l'evoluzione in Italia della Giornata della Donna sottolineando che non di festa trattasi ma di giornata di lotta, che negli anni Cinquanta era pure rischioso celebrare. Altro che festa...!

martedì 5 marzo 2013

Mostra: Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre - Forlì




"Novecento.
Arte e vita in Italia tra le due guerre."

Sede: Musei San Domenico

Piazza Guido da Montefeltro - Forlì

Periodo: dal 2 febbraio al 16 giugno 2013


Felice Casorati
Silvana Cenni - 1922

La mostra, con un percorso espositivo suddiviso in 14 sezioni, vuole rappresentare una visione dell'arte italiana fra le due guerre mondiali, nel periodo che va dal 1916 al 1943,


Ubaldo Oppi
La giovane sposa - 1923


in un excursus che comprende diversi movimenti artistici: dalla pittura metafisica di “Valori plastici”, al cosiddetto “Ritorno all’ordine”, al Realismo razionale, all’arte celebrativa del regime.


 Enrico Prampolini
Dinamica dell'azione - Miti dell'azione, Mussolini a cavallo - 1939


In esposizione le opere di numerosi pittori che nel panorama artistico dell’epoca ebbero grande rilievo, fra i quali Gino Severini, Felice Casorati, Ublado Oppi, Mario Sironi, Enrico Prampolini, Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, Filippo De Pisis, Renato Guttuso.


Giorgio De Chirico
Sala d'Apollo (Violon) - 1920


Non mancano le opere di scultori come Martini, Messina, Manzù, Rambelli, Bertelli, Baroni

Renato Bertelli
Profilo continuo. Dux. - 1935

oltre a cartoni per affreschi, opere di grafica, cartelloni murali, mobili,  oggetti di arredo, abiti  e gioielli.



 Marcello Piacentini
Sedia per la casa di Fiammetta Sarfatti - 1933


Le immagini di questo post sono state reperite nel Web.

domenica 3 marzo 2013

Seminar libri ...

Da diversi mesi, ritrovata la voglia e la possibilità di leggere, sto leggendo molto, soprattutto libri gialli Mondadori, e ne ho letti davvero tanti, ma non per un improvviso ritorno di fiamma verso i romanzi polizieschi (della mia passione per i "gialli" vi avevo già raccontato qui) ma perché non potendomi più muovere autonomamente per recarmi in biblioteca o in libreria, quando mi accompagnano a fare la spesa al supermercato attingo alla disponibilità gratuita di "Seminar libri ... negli scaffali Coop".


Conoscete il meccanismo? Chi ha libri in esubero li può portare ai supermercati Coop (nel mio caso si tratta di Coop Adriatica) dove vengono lasciati a disposizione del pubblico su un apposito scaffale, previa apposizione sulla copertina di una etichetta che recita "Raccoglimi, portami via con la spesa, leggimi e riportami qui per un altro lettore".
Il prestito è gratuito, come in una qualsiasi biblioteca, e per di più non ci sono regole burocratiche, nessuna registrazione dell'avvenuto prestito, nessun limite di tempo per restituire il volume e la restituzione può avvenire nello stesso punto vendita o in un altro qualsiasi supermercato Coop.
Evidentemente qualcuno doveva disfarsi di un ricco assortimento di gialli Mondadori perché da parecchi mesi soprattutto quelli sono disponibili sullo scaffale del mio supermercato. Ma per me non è certo un problema perché la trovo una lettura d'evasione appassionante.



A proposito di gialli Mondadori, ho scoperto una chicca che forse gli appassionati del genere troveranno interessante:

Per un certo periodo, a partire dal mese di giugno 1978,  le bustine di fiammiferi Minerva, furono illustrate con disegni dedicati alle collane Mondadori.

Le vignette "gialle" create da Ferruccio Bocca dedicate al "Giallo Mondadori" erano queste tre:


mentre i Minerva dedicati alla collana di fantascienza "Urania" avevano cinque disegni diversi. Da una parte della bustina un'illustrazione realizzata da Gino Marchesi e dall'altra parte il seguente messaggio pubblicitario: "Urania", la rivista mondadoriana che "apre le porte sull'ignoto";

infine la serie dedicata alla collana "Segretissimo" era formata da sette disegni di Romano che illustravano le più raffinate armi delle spie.

Nel complesso le bustine di Minerva dedicate a queste tre collane Mondadori furono diciotto milioni, sei milioni per ognuna, per cui i collezionisti ebbero di che sbizzarrirsi nella caccia all'accaparramento.


venerdì 1 marzo 2013

Un poeta da ricordare: Dino Campana




Un poeta da ricordare:

Dino Campana
Marradi (FI) 20 agosto 1885 -
Scandicci (FI) 1 marzo 1932


Una poesia da non dimenticare:


In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre
lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose.

(scritta per Sibilla Aleramo - 1917)



Edouard Manet
Due rose su una tovaglia