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martedì 27 settembre 2016

Hanno detto: sull'autunno

L'autunno è stagione molto feconda per poeti e letterati, dei cui pensieri autunnali vado ad offrirvi un breve florilegio.

Di queste citazioni la mia preferita è la prima, quella di Giuseppe Ungaretti, che in quattro concisi, ma profondissimi versi sottolinea la precarietà della vita.

E voi quale di queste citazioni sentite più vostra?





✿ Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.
(Giuseppe Ungaretti)

✿ In autunno, il rumore di una foglia che cade è assordante perché con lei precipita un anno.
(Tonino Guerra)

✿ L’autunno è la primavera dell’inverno.
(Henri de Toulouse-Lautrec)

✿ Ognuno dovrebbe trovare il tempo per sedersi e guardare la caduta delle foglie.
(Elizabeth Lawrence)

✿ Come un sentiero d’autunno: appena è tutto spazzato, si copre nuovamente di foglie secche.
(Franz Kafka)

✿ D’autunno l’infermità si addensa, come le nuvole in cielo, e molti mali che l’estate aveva assopito si risvegliano.
(Theodore Francis Powys)

✿ L’autunno è un andante grazioso e malinconico che prepara mirabilmente il solenne adagio dell’inverno.
(George Sand)

✿ Di tutte le stagioni, l’autunno è quella che offre di più all’uomo e chiede di meno.
(Hal Borland)

✿ Se io preferisco tanto l'autunno alla primavera, è perché in autunno si guarda il cielo — in primavera la terra.
(Søren Kierkegaard)

✿ L'autunno è cattivo per i sofferenti di consunzione.
(Ippocrate)


giovedì 22 settembre 2016

Equinozio d'autunno.


Con l'Equinozio d'autunno oggi siamo ufficialmente entrati nell'autunno astrologico.
E io l'autunno lo adoro, sia per la variegata gamma dei suoi caldi colori ma anche perchè finalmente riesco a respirare, dopo aver patito le calure di una lunga estate in città.


Godiamoci quindi questa stagione, che in teoria dovrebbe essere mite, (una mezza stagione per antonomasia), prima di addentrarci nelle nebbie e nei rigori dell'inverno, augurandoci che sia un autunno vero, di quelli di un tempo, e non un prolungamento dell'estate o un anticipo dell'inverno!

lunedì 12 settembre 2016

Purtroppo succede.

Eh si, succede. Ogni tanto succede. Così come nella vita reale, accade anche in questo mondo virtuale dove ci siamo immersi, facendolo diventare quasi parte integrante della nostra vita.
Ogni tanto qualcuno ci lascia e noi ne restiamo sconvolti, perché la persona che ci ha lasciato, per un tempo più o meno lungo ha fatto parte del nostro quotidiano e insieme abbiamo condiviso pensieri, emozioni, opinioni, e così ci sentiamo un po' orfani, come se il nostro legame, per il solo fatto di essere virtuale, avesse dovuto durare per sempre.
Qualche giorno fa è venuta a mancare Graziella, la Gabe del blog Colori e parole di Gabe . Avevamo aperto i nostri blog quasi contemporaneamente nel 2010 e fin da subito lei è stata una dei miei primi followers, così come io lo sono stata per lei. Poi, quando lei non ce l'ha fatta più a seguire il suo blog abbiamo continuato ad incontrarci su Facebook.
Mi piacevano i suoi dipinti, ma ancora di più le sue poesie, così dense di ricordi e di tenerezza. Era stata anche insegnante di matematica e così le scrissi nei primi tempi della nostra conoscenza: """Ho sempre pensato alla matematica come ad una scienza rigorosa, schematica, arida, fatta di logica e razionalità e, in quanto tale, materia che non lascia spazio alla creatività e alla fantasia. Difficile quindi, per me, immaginarti nelle vesti di prof. di matematica, dopo averti conosciuta artista a tutto tondo. Artista che sa mirabilmente esprimere la bellezza che porta in sè, sia con l' immagine che con la parola e non saprei dire quale delle due espressioni artistiche prevalga sull'altra: immagini che sono poesia o versi che evocano la magia dell'immagine? Comunque sia, il mio sincero apprezzamento per entrambe.""" Graziella mi rispose: "la matematica come scienza arida e solo razionale è una opinione molto diffusa,ma la matematica è anche armonia:il creato armonia per eccellenza, si basa su leggi matematiche.Come prof di matematica,detto dalla stragrande maggioranza dei miei alunni,ormai divenuti adulti,ero molto rigorosa,una tedesca,ma era a me che si rivolgevano,quando avevano problemi,perchè ero una mamma,che usava il bastone e la carota.Chiusa questa parentesi troppo personale,ti ringrazio Krilù per i tuoi apprezzamenti,veramente molto lusinghieri."

Questo recente luttuoso evento mi ha fatto ripensare a quante, troppe, persone conosciute nei forum, nei blog e nei social network, in questi 12 anni di frequentazione del Web mi sono persa per strada. E per tutti è stato un rimpianto grande.

Voglio ricordare Graziella con questa sua delicata poesia, e insieme a lei tutti gli altri miei amici che hanno lasciato le strade del Web per percorrere altre vie, più luminose, e che mi mancano ... sì ... mi mancano.



                                    Nel silenzio
Cocci di luce
traghetta la sera
dal tramonto dietro le colline
all’incerto bagliore della luna.
Sotto le fronde
ombrate dal silenzio
di un ulivo vetusto
arrivano sorrisi di memorie
e ritrovo carezze infarinate
profumo di ragù e di ciambelle
e le corse nel sole
al frinir di cicale
quando coglievo steli di speranza
come fiori di campo
e li annodavo ai sogni
di un futuro migliore.
In queste zolle buone come il pane
affonda le radici il mio presente,
ora che non divido più ciambelle
e le calze non hanno più rattoppi,
mi resta per  retaggio
l’amore per la vita
e nel silenzio ne ascolto ogni sussurro.
(G.C.)

venerdì 9 settembre 2016

Salsina piccante di pomodori verdi

Per la serie "non si butta mai via niente", anche quest'anno ho preparato la mia solita salsina di pomodori verdi, da usare durante l'inverno come accompagnamento per il bollito.

E' una salsa che preparo da molti anni in questa stagione, utilizzando gli ultimi pomodori che non sono riusciti a maturare sulla pianta e quindi sarebbero da buttare.

Ho constatato che i miei commensali la apprezzano perciò, se vi incuriosisce, eccovi la ricetta:





SALSINA PICCANTE DI POMODORI VERDI

Occorrente:
pomodori acerbi
sale grosso
aceto di vino bianco
origano secco
peperoncino tritato
aglio tritato
olio

Tritare finemente i pomodori verdi e metterli sotto sale per 24 ore con un peso sopra.
Farli scolare bene in un colino poi metterli a bagno nell'aceto per 2-3 ore (il tempo dipende dalla robustezza dell'aceto).
Scolarli di nuovo, asciugarli leggermente con un canovaccio pulito e condirli con un misto di abbondante origano, un poco di aglio e del peperoncino (quantità a vostro piacere).
Mescolare bene perché i pomodori si insaporiscano e riempire dei piccoli vasetti, coprirli con olio di semi (perché l'olio d'oliva irrancidisce più in fretta) e chiuderli bene. Si conservano a lungo.


domenica 4 settembre 2016

Il vento nei proverbi in dialetto romagnolo




Michele Placucci nel suo libro "Usi e pregiudizi de' contadini della Romagna" - Titolo VI, capitolo II, illustra le credenze relative all'osservazione dei venti:
"" De venti
3) Essendo per i villani giornate d'osservazione le quattro tempora dell'anno, osservando quale de venti spiri a mezzanotte di detti giorni, e lo credono dover dominare tutto quel trimestre. 
4) Li venti dominatori nella notte di Santa Catterina e di San Michele, cioè al 29 settembre, domineranno tutto l'anno; se soffia il vento il 15 gennaro accaderanno nell'anno molti infortunj di mare. 
5) Se sul mezzogiorno s'alza il vento borea, presagiscono per cosa certa il buon tempo. 
6) Dicono altresì, che quando soffia la corina è segno che la fucina di Vulcano è occupata a gran travaglio per fabbricare fulmini. 
7) Nel sabato della settimana di Passione ad un'ora prima dell'Ave Maria osservano per vedere li campioni, ché sono i venti dominatori per l'anno venturo; onde predire il bene, od il male, che può accadere in detto anno ai prodotti della campagna.""

Non era dunque solo l'osservazione degli eventi meteologici quali pioggia, neve, freddo, caldo, che induceva i contadini a pronosticare il buono o cattivo andamento delle stagioni e quindi delle coltivazioni, ma anche i venti avevano una loro valenza nei proverbi.
Eccovene alcuni:


✿ La bura tri de la dura, e s'la fa e' palòt, inveci ad tri la dura ot.
La bora dura tre giorni, ma se si aggroviglia invece di tre ne dura otto.

✿ La bura la pôrta e' sren.
La bora porta il sereno.

✿ La bura la chêva i nuvlòn.
La bora toglie i nuvoloni.

✿ La bura la pôrta la nev in muntegna.
La bora porta la neve in montagna.

Se la nèv l'ariva d' bura, la s'instèca dètar e fùra.
Se la neve arriva con la bora si infila dappertutto dentro e fuori.


✿ Vent d' bura usël in so.
Vento di bora gli uccelli vanno verso la montagna.

✿ Se da e' prem a i dis d' loj u n' piov ad curena, fena a setèmbar u n' s'impines la sculena.
Se dal primo al dieci luglio non piove di libeccio fino a settembre non si riempie lo scolo.

✿ Dop a la curena e fa la pisadena.
Dopo il libeccio piove.

✿ La curéna la j à la damigiana in t' la schéna.
Il libeccio ha la damigiana nella schiena.

✿ Mai imbucè e' be cun la curena.
Mai imbottigliare il vino quando soffia il libeccio.

(Sulla costa romagnola il libeccio viene anche chiamato garben.)

✿ E' sarnèr e pôrta e sren mo le nec e bab dla nev.
Il maestrale porta il sereno ma è anche il padre della neve.

(Il maestrale d'estate porta il bel tempo mentre d'inverno tempeste di neve)

✿ E' siròch e cambia parer da e de a la not.
Lo scirocco cambia parere dal giorno alla notte.

✿ E' vent ad Ros e bagna l'os.
Il vento che soffia da Russi bagna l'uscio.

✿ E vent furles e begna e paes.
Il vento che soffia da Forlì bagna il paese.