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giovedì 16 febbraio 2017

Aneddoti letterari

Spigolando qua e là nel Web ho trovato alcune curiosità ed alcuni piccoli e talvolta divertenti aneddoti legati a personaggi della letteratura che potranno forse strapparvi un sorriso.


MARCO TULLIO CICERONE - (106 a C. - 43 a C.)
Nel corso di una causa, Metello Nepote si scagliò con una certa acrimonia contro Cicerone rimproverandogli di essere un plebeo. Di tanto in tanto gli rivolgeva la domanda: "Chi è tuo padre?" Cicerone per un po’ lasciò correre, poi gli rispose: "A te non posso chiedere la stessa cosa, o Metello, perché tua madre ha reso questa domanda estremamente delicata".

DANTE ALIGHIERI - (1265 -1321)
Si dice che Dante fosse dotato di una memoria eccezionale.
Un giorno uno sconosciuto incontrato per strada gli chiese "Qual'è l'alimento più buono del mondo?"
"L' ovo" rispose Dante.
Dopo un anno lo stesso uomo incontrò nuovamente Dante nello stesso luogo e gli chiese: "Con che cosa?" "Col sale" rispose Dante.

VICTOR HUGO - (1802 - 1885)
Dopo aver pubblicato "I miserabili", Victor Hugo era impaziente di sapere come era stato accolto dal pubblico. Così inviò all'editore una lettera con un semplice punto interrogativo. L'editore, per comunicargli il grande successo dell'opera, gli rispose inviandogli un foglio con un punto esclamativo.

ALESSANDRO MANZONI - (1785 - 1873)
Una prima versione de "I promessi Sposi" aveva per titolo "Fermo e Lucia". Si dice che Manzoni decise di cambiare il nome del protagonista per evitare di scrivere "Qui Fermo si fermò" oppure "Qui Fermo si mise a correre".

CARLO COLLODI - (1826 - 1890)
Carlo Lorenzini, vero nome dell'autore di Pinocchio, era gaudente e spensierato. Dopo aver perso al gioco una forte somma di denaro un suo amico editore si offrì di versargli tutto l'importo purché, entro l'anno, gli avesse scritto un libro per ragazzi. Lo scrittore mantenne l'impegno e realizzò uno dei più bei libri di narrativa per i ragazzi.

HONORE' DE BALZAC - (1799 - 1850)
Un giovanissimo Balzac portò a un editore un romanzo intitolato "L'ultima fata". L'editore, entusiasta, decise di acquistarne i diritti offrendogli 3000 franchi. Quando seppe che viveva in un quartiere popolare in periferia, pensò che 2000 franchi sarebbero stati sufficienti. Mentre saliva al sesto piano della casa dove lo scrittore viveva, pensò che si sarebbe accontentato di 1000 franchi. Quando entrò nel povero appartamento dell'autore, gli disse: Signor Balzac, eccovi 300 franchi per la proprietà del vostro romanzo.
Balzac accettò.

HEINRICH HEINE - (1797 - 1856)
Ormai moribondo, il poeta confidò ad un amico che era andato a fargli visita:
//7"Ho lasciato tutto in eredità a mia moglie, purché si risposi subito, così ci sarà qualcuno che mi rimpiangerà tutti i giorni".

RICHARD BENTLEY - (1662 - 1742)
Era un uomo molto colto ma piuttosto impacciato in società. Invitato a una festa a casa di una contessa in una sala affollata, avvertì un tale disagio da andar via dopo pochi minuti. A chi le chiese chi fosse quel tipo, la contessa rispose: "E' un uomo così colto da sapere come si chiama una sedia in tutte le lingue del mondo, ma non sa come ci si deve sedere".

GIOSUE' CARDUCCI - (1835 - 1907)
Del Carducci sono famose le sue "ribotte", pantagrueliche mangiate, che cominciavano al mattino e finivano al crepuscolo, dove con gli amici di Castagneto discuteva e recitava poesie, pasteggiando con dell'ottimo vino.
E il vino fu un suo compagno tutt'altro che sgradito tant'è che la sua collaborazione alla rivista quindicinale "Cronaca Bizantina" veniva pagata con un barile di Vernaccia.
Quanto alle sue preferenze culinarie aveva una forte passione per i tordi, il pesce fritto e le fettuccine con l'abbacchio.
Da Napoli così scriveva descrivendo i suoi pasti quotidiani: "Tutti i giorni mangio dodici ostriche e bevo una bottiglia e mezzo o due di Posillipo o di Vesuvio, con un piatto di pesce o di carne, maccheroni e frutta e non altro".

BEPPE FENOGLIO - (1922 - 1963)
Costretto a lavorare, lo scrittore trovò un impiego presso un’azienda vinicola come corrispondente con l’estero. Vedendolo sempre intento a scrivere, molti si meravigliavano per il suo zelo nel lavoro. In realtà Fenoglio si dedicava alla sua attività letteraria, utilizzando per i suoi manoscritti il retro dei fogli intestati della ditta.

GABRIELE D'ANNUNZIO - (1863 - 1938)
Un giorno il grande Vate, pranzando con il giornalista Jarro, si lamentò di non sentirsi troppo bene e di aver fatto indigestione.
"Sì, - gli rispose Jarro - sei troppo pieno di te".

BASILIO PUOTI - (1782 - 1847)
Trovandosi sul letto di morte circondato dai suoi amici, Basilio Puoti, intransigente purista napoletano, disse: "Amici, muoio" e chiuse gli occhi. Subito dopo li riaprì per esclamare: "Però si può anche dire: Me ne muoio!" E questa volta spirò davvero.

ERNEST HEMINGWAY - (1899 - 1961)
Un amico, il quale era a conoscenza della vita piuttosto irrequieta dello scrittore, gli inviò una lettera, scrivendo come indirizzo: "A Ernest Hemingway, Dio sa dove".
Pochi giorni dopo l'amico ricevette il seguente telegramma: "Dio lo sapeva".

TRUMAN CAPOTE - (1924 - 1984)
Era molto superstizioso: non iniziava e non terminava mai un libro di venerdì, cambiava stanza d’albergo se il suo telefono aveva il numero tredici e non lasciava mai più di tre mozziconi di sigarette nel posacenere: quelli in più se li infilava nella tasca della giacca.

FRIEDRICH SCHILLER - (1759 - 1805)
Aveva una curiosa mania. Goethe, una volta che si era seduto alla scrivania di Schiller in attesa del suo ritorno, si mise a buttare giù qualche appunto. A un certo punto, un odore opprimente si era insinuato nella stanza. Goethe, seguendolo, scoprì un cassetto della scrivania pieno di mele marce. Per lui l’odore era insopportabile ma per Schiller l’aroma in qualche modo era fonte di ispirazione e, secondo la moglie, non poteva vivere o lavorare senza di esso.

EDGAR ALLAN POE - (1809 - 1849)
Non si separava mai dal suo gatto Catterina che riteneva il suo “tutore letterario”: infatti riteneva le sue fusa un segno di approvazione di ciò che stava scrivendo.

ALEXANDRE DUMAS (padre) - (1802 - 1870)
L'autore dei Tre moschettieri e del Conte di Montecristo era per un quarto di ascendenza africana, in quanto suo padre era figlio di un  marchese francese e di una schiava africana di Haiti. Per questo motivo dovette sopportare ogni sorta di frecciate e insulti razzisti per tutta la sua vita,  cosa neanche troppo sorprendente, nella Francia del XIX secolo.
Una sua replica a uno di questi insulti suonava più o meno così: "Mio padre era un mulatto, mio nonno era un negro, e mio bisnonno era una scimmia. Come vedete, monsieur, la mia famiglia comincia dove la vostra finisce".

GEORGE SIMENON - (1903 - 1989)
Fino a quando assai tardi si rassegnò all'uso della macchina da scrivere, si preparava al lavoro appuntando 50 matite che allineava sulla scrivania, e se si spezzava la punta ad una cambiava direttamente matita senza perdere tempo. Per molti dei suoi libri aveva poi il rituale di segnare su una busta gialla da corrispondenza l'elenco dei personaggi per ricordarsi il nome man mano che la trama continuava a svolgersi.

MARK TWAIN - (1835 - 1910)
Durante uno dei suoi tanti viaggi in treno attraverso gli Stati Uniti, Mark Twain s'imbattè in un controllore, il quale gli chiese di vedere il biglietto. Lo scrittore, già noto, annaspava cercandolo in ogni tasca e nella valigia. Il controllore, dopo qualche minuto, lo riconobbe e disse con gentilezza "so chi siete, sono certo che abbiate acquistato il biglietto, non importa". Twain sorrise e rispose "la ringrazio, ma se non trovo il biglietto non ho idea di dove dovrò scendere".

ANTONIO MACHADO - (1875 - 1939)
Il poeta e scrittore spagnolo, viveva e insegnava senza molta passione a Segovia. Durante i fine settimana si recava a Madrid da suo fratello, col quale componeva opere teatrali. Per giustificare le sue assenze e i mancati rientri in istituto, inviava il telegramma: "Perso treno oggi e domani".




12 commenti:

  1. Una lettura molto piacevole, raccoglie battute piene di fascino e straodinariamente intelligenti.
    Grazie mia carissima amica.
    Un grande abbraccio
    Luci@

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  2. Perso treno oggi e domani ... : ) : ) : ) bellissima!!!
    Tutti molto , molto carini
    Un salutone Carla : )

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  3. Cara Krilù, come vedi ci sono nuovamente, passata quella brutta malattia, ora mi sto riprendendo piano piano, e sono passato per portare il mio caloroso saluto.
    Complimenti di questo grandioso post cara amica.
    Cara Serena, come vedi ci sono nuovamente, ora che quella brutta malattia se ne è andata passo per un mio caro saluto.
    Vedo che questa bella e buona focaccia credo che farebbe molto bene pure a me per riprendermi in fretta!!!
    Ciao e buona serata cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  4. Molto interessanti e divertenti questi aneddoti.
    Per i razzisti quello di Dumas è illuminante :-)
    Felice weekend, un abbraccio
    enrico

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  5. Ma che divertenti Krilù mia non ne sapevo neppure uno, mi hanno fatto passare minuti di intensa curiosità e allegria.
    Grazie di cuore e un bacio serale!

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  6. Piacevole lettura, tutti belli...forse quelli che mi sono piaciuti e mi ha fatto sorridere di più sono stati quelli di Mark Twain... e di Antonio Machado. Ma guarda quante cose si vengono a sapere, chissà se sono tutte vere?
    Buona serata, Stefania

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  7. La lettura di questi aneddotti è stata veramente piacevole. Alcuni molto divertenti. Un caro saluto.

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  8. L'aneddoto dantesco l'avevo già sentito, gli altri mi sono nuovi. Comunque tutti davvero curiosi, che simpatica lettura ci hai regalato!

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  9. troppo carini questi aneddoti...conoscevo solo quello di Dante. li conservo per utilizzarli ;-)
    Ciao, buona settimana!!!

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  10. La tua carrellata di aneddoti mi ha divertita.
    Un caro abbraccio

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  11. Molto simpatici questi aneddoti, grazie Carla!
    Buona giornata
    Carmen

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Vi prego di scusarmi se non sempre riuscirò a rispondervi e Vi ringrazio fin d'ora per la gradita visita e per i commenti che vorrete eventualmente lasciarmi.