In questo post che ho dedicato alla mostra di Forlì sul Liberty, fra le varie espressioni artistiche che vi si possono ammirare, ho accennato velocemente anche alla presenza dei ricami Aemilia Ars, un'antica tecnica bolognese di merletto ad ago, su cui credo proprio valga la pena soffermarsi, sia per la delicata bellezza dei ricami, che sono vere opere d'arte, anche se arte definita minore, sia per l'importanza che ebbe tale tipo di merletto nella vita sociale ed economica della Bologna d'inizio '900.
L' Aemilia Ars, costituita da “un piccolo gruppo di gente scelta, artisti e signori dell’aristocrazia e della finanza”, con il proposito di operare un rinnovamento nel campo delle arti applicate, fu istituita a Bologna nel 1898 per iniziativa dell'architetto e restauratore Alfonso Rubbiani e del conte Francesco Cavazza e si prefiggeva di educare gli artigiani a trarre nuovi spunti dall’osservazione della natura, dalle forme vegetali e floreali; un'attività che copriva tutti i settori delle arti applicate, dai mobili alla ceramica, dalle vetrate ai ferri battuti, dai gioielli ai ricami.
Scioltasi la Società nel 1903, rimarrà in esercizio solo il settore merletti e ricami, promosso dalle nobildonne Lina Bianconcini Cavazza e Carmelita Zucchini, con lo scopo di procurare una "industria sussidiaria" alle lavoratrici precarie "senza distoglierle dalla famiglia". Infatti la ricamatrice doveva prima adempire ai suoi compiti di moglie e madre poi pensare al lavoro, ricamando tra le mura domestiche, avendo così la possibilità di guadagnare senza rendere pubblica la sua necessita di un'occupazione retribuita.
L'attività di questa società continuò fino al 1936 e il suo fondo di disegni e campionari di pizzi e ricami passò al Comune di Bologna andando a formare il fondo Aemilia Ars dei Musei Civici d'Arte Antica.
Il testimone di questo tipo di lavorazione, ancora oggi praticata, anche se ormai poco conosciuta, è stata affidata ad alcune scuole a Bologna che portano avanti questa tradizione. Tra queste scuole va ricordata quella de: “I Merletti di Antonilla Cantelli”, scuola che prende il suo nome dall’ultima grande merlettaia di Aemilia Ars.
La varietà di prodotti dell’azienda Aemilia Ars sono molteplici, sia per l’arredo che per l’abbigliamento: coperte da letto, couvre-pieds, cuscini, sovracuscini, federe, lenzuola, camicie da notte, intimo, tovaglie con tovaglioli, centri da tavola, cuffie, guarnizioni da camicetta, colli per donna e bambino, vesti, polsini, corredi da neonato, fazzoletti, scarpe, ombrellini, agende, paraventi scatole da lavoro, ventagli, paralumi.
L' Aemilia Ars, costituita da “un piccolo gruppo di gente scelta, artisti e signori dell’aristocrazia e della finanza”, con il proposito di operare un rinnovamento nel campo delle arti applicate, fu istituita a Bologna nel 1898 per iniziativa dell'architetto e restauratore Alfonso Rubbiani e del conte Francesco Cavazza e si prefiggeva di educare gli artigiani a trarre nuovi spunti dall’osservazione della natura, dalle forme vegetali e floreali; un'attività che copriva tutti i settori delle arti applicate, dai mobili alla ceramica, dalle vetrate ai ferri battuti, dai gioielli ai ricami.
Scioltasi la Società nel 1903, rimarrà in esercizio solo il settore merletti e ricami, promosso dalle nobildonne Lina Bianconcini Cavazza e Carmelita Zucchini, con lo scopo di procurare una "industria sussidiaria" alle lavoratrici precarie "senza distoglierle dalla famiglia". Infatti la ricamatrice doveva prima adempire ai suoi compiti di moglie e madre poi pensare al lavoro, ricamando tra le mura domestiche, avendo così la possibilità di guadagnare senza rendere pubblica la sua necessita di un'occupazione retribuita.
L'attività di questa società continuò fino al 1936 e il suo fondo di disegni e campionari di pizzi e ricami passò al Comune di Bologna andando a formare il fondo Aemilia Ars dei Musei Civici d'Arte Antica.
Il testimone di questo tipo di lavorazione, ancora oggi praticata, anche se ormai poco conosciuta, è stata affidata ad alcune scuole a Bologna che portano avanti questa tradizione. Tra queste scuole va ricordata quella de: “I Merletti di Antonilla Cantelli”, scuola che prende il suo nome dall’ultima grande merlettaia di Aemilia Ars.
La varietà di prodotti dell’azienda Aemilia Ars sono molteplici, sia per l’arredo che per l’abbigliamento: coperte da letto, couvre-pieds, cuscini, sovracuscini, federe, lenzuola, camicie da notte, intimo, tovaglie con tovaglioli, centri da tavola, cuffie, guarnizioni da camicetta, colli per donna e bambino, vesti, polsini, corredi da neonato, fazzoletti, scarpe, ombrellini, agende, paraventi scatole da lavoro, ventagli, paralumi.
Tra le maggiori opere va ricordato il vestito ad ago realizzato per la Signora Marsaglia Balduino del valore di 10.000 lire che documenta una realtà di bellezza e sontuosità inestimabile. Disegnato da Achille Casanova, su schizzo di Alfonso Rubbiani, fu realizzato da cinquantanove merlettaie ( di cui rimangono ancora i cognomi) e da un imprecisato numero di altre, appartenenti agli Istituti delle Suore della Misericordia, a brani, congiunti alla fine in una specie di gigantesco puzzle.
Poichè fra le lettrici di questo mio blog ci sono molte brave creative, forse saranno interessate a conoscere il tipo di esecuzione che questo complesso merletto richiede. Vi riporto quindi la descrizione fornitami da Francesca Bencivenni che alla Mostra di Forlì conduce un laboratorio di merletto ad ago Aemilia Ars:
""La tecnica del merletto ad ago Aemilia Ars è piuttosto complessa e richiede molti anni di scuola non tanto perché siano complicati i punti, in realtà solo tre: punto smerlo, punto chiaro, cordoncino quanto per la quantità di logica da utilizzare, infatti le regole per poterlo eseguire sono tante a tal punto da essere impossibili da ricordare tutte, va quindi capito e studiato il percorso da eseguire per ottenere il merletto. Tutto inizia con uno o al massimo due cartoncini sovrapposti e ben flessibili in modo da permettere il movimento di questi tra le dita, il disegno su fotocopia che si vuole eseguire ed infine un foglio di carta da lucido che permette all’ago di scivolare e di non rovinare il disegno stesso, si imbastisce a mano tutto, prima sul perimetro poi in punti prestabiliti che permettano all’ago di eseguire il primo scheletro del merletto. L’imbastitura viene fatta con un punteruolo e con il refe. Con il filo da ricamo si passa dentro ai punti di appoggio dati col refe e si crea un primo scheletro di fili lanciati che andranno ricoperti coi punti precedentemente menzionati.
Finito il lavoro vengono tagliati i fili d’imbastitura da dietro e si stacca il lavoro. Il cartoncino da una parte, il merletto dall’altra. Con l’utilizzo delle pinzette da ciglia si ripulisce il lavoro dai punti d’imbastitura, o di appoggio, e il merletto è pronto.
Quando parliamo di merletto ad Aemilia Ars dobbiamo ricordare che si inizia a lavorare prima di ricamare, preparazione del cartone, e si finisce dopo aver ricamato, pulizia del lavoro.
Non troveremo mai un merletto ad Aemilia Ars con dei nodi infatti il cambio filo viene fatto in maniera nascosta e ben saldo al lavoro.
Il lavoro viene eseguito sul davanti e la parte retrostante è pressoché identica all’altra se non per la cordonatura mancante o per qualche tipo di passaggio che permette l’esecuzione di alcuni lavori.
Essendo un merletto bolognese i disegni più tipici sono quelli della nostra campagna: la rosa selvatica, il mughetto, il nontiscordardime, il garofano ecc. ecc. Tra i frutti: le ciliegie, la ghianda, la fragola , la melagrana, l’uva ed altri di disegno più recente. Importante da ricordare è che ogni fiore ed ogni frutto viene sempre rappresentato con la sua foglia che differisce da altre e nella maniera in come si trova in natura, ad esempio: il mazzetto di ciliegie che molte volte vede una di queste stare a cavallo del ramo, nel disegno sarà così, appoggiata su di un ramo ritorto. ""
" La passeggiata dei pavoni"
era la tovaglia più importante fatta ad Aemilia Ars, merletto ad ago, e Francesca Bencivenni ne ha ricostruito, proprio in occasione di questa mostra, il particolare centrale.
Poichè fra le lettrici di questo mio blog ci sono molte brave creative, forse saranno interessate a conoscere il tipo di esecuzione che questo complesso merletto richiede. Vi riporto quindi la descrizione fornitami da Francesca Bencivenni che alla Mostra di Forlì conduce un laboratorio di merletto ad ago Aemilia Ars:
""La tecnica del merletto ad ago Aemilia Ars è piuttosto complessa e richiede molti anni di scuola non tanto perché siano complicati i punti, in realtà solo tre: punto smerlo, punto chiaro, cordoncino quanto per la quantità di logica da utilizzare, infatti le regole per poterlo eseguire sono tante a tal punto da essere impossibili da ricordare tutte, va quindi capito e studiato il percorso da eseguire per ottenere il merletto. Tutto inizia con uno o al massimo due cartoncini sovrapposti e ben flessibili in modo da permettere il movimento di questi tra le dita, il disegno su fotocopia che si vuole eseguire ed infine un foglio di carta da lucido che permette all’ago di scivolare e di non rovinare il disegno stesso, si imbastisce a mano tutto, prima sul perimetro poi in punti prestabiliti che permettano all’ago di eseguire il primo scheletro del merletto. L’imbastitura viene fatta con un punteruolo e con il refe. Con il filo da ricamo si passa dentro ai punti di appoggio dati col refe e si crea un primo scheletro di fili lanciati che andranno ricoperti coi punti precedentemente menzionati.
Finito il lavoro vengono tagliati i fili d’imbastitura da dietro e si stacca il lavoro. Il cartoncino da una parte, il merletto dall’altra. Con l’utilizzo delle pinzette da ciglia si ripulisce il lavoro dai punti d’imbastitura, o di appoggio, e il merletto è pronto.
Quando parliamo di merletto ad Aemilia Ars dobbiamo ricordare che si inizia a lavorare prima di ricamare, preparazione del cartone, e si finisce dopo aver ricamato, pulizia del lavoro.
Non troveremo mai un merletto ad Aemilia Ars con dei nodi infatti il cambio filo viene fatto in maniera nascosta e ben saldo al lavoro.
Il lavoro viene eseguito sul davanti e la parte retrostante è pressoché identica all’altra se non per la cordonatura mancante o per qualche tipo di passaggio che permette l’esecuzione di alcuni lavori.
Essendo un merletto bolognese i disegni più tipici sono quelli della nostra campagna: la rosa selvatica, il mughetto, il nontiscordardime, il garofano ecc. ecc. Tra i frutti: le ciliegie, la ghianda, la fragola , la melagrana, l’uva ed altri di disegno più recente. Importante da ricordare è che ogni fiore ed ogni frutto viene sempre rappresentato con la sua foglia che differisce da altre e nella maniera in come si trova in natura, ad esempio: il mazzetto di ciliegie che molte volte vede una di queste stare a cavallo del ramo, nel disegno sarà così, appoggiata su di un ramo ritorto. ""
molto interessante,lavori bellissimi,ma ahimè troppo difficili da realizzare
RispondiEliminagrazie di averceli mostrati
un bacio
Grazie di queste preziosissime informazioni, cara Krilù! Proprio a Pasqua sono stata a Forlì a vedere la mostra sul Liberty e ho potuto ammirare anche i raffinatissimi merletti di cui parli.
RispondiEliminaColgo l'occasione per mandarti anche un saluto e la mia gioia di averti rivisto a Ferrara.
Ti abbraccio!!!
grazie Carla per questa finestra che ci consente di scoprire un'arte straordinaria e affascinante!!!
RispondiEliminaSono davvero felice di averti conosciuta
Un abbraccio
Un tempo ,senza distrazioni, la donna era capace di realizzare dei veri capolavori , ma non le si dava alcuna gratificazione morale , e pochissima economica. Oggi le ragazze non si cimentano più .
RispondiEliminaCara krilù un forte abbraccio
Che bello!!! e per fortuna c'è ancora chi fa si che quest'arte non si perda^^ Ty
RispondiEliminastraordinari merletti è dire poco,ma non avrei mai la pazienza di realizzarli.
RispondiEliminaSecondo me chi li crea son santi!
Lu
straordinari questi merletti....grazie delle notizie a riguardo, non avrei pensato che fosse una cosa così difficile, erano di una bravura eccezionale.
RispondiEliminaciao
Ho disegnato ricami per alcuni anni (per ricamifici industriali di moda e arredamento) e ho una vaga idea dell'impegno che ci si metta anche solo a preparare il disegno di pezzi del genere. Realizzarli poi a mano, chissà che gran lavoro... Ma di sicuro anche tanta soddisfazione!
RispondiEliminaMa questi merletti sono dei veri capolavori! Che storia interessante questa delle merlettaie, dovevano avere la disponibilità di una grande pazienza, ma sicuramente anche un senso artistico e una grande creatività che forse le ripagava del lungo impegno.
RispondiEliminaChe meraviglie! Veri capolavori artistici al pari di un dipinto!
RispondiEliminaMeravigliose opere d'arte. Buon fine settimana!!!!
RispondiEliminaCapolavori d'arte di inestimabile valore.
RispondiEliminaPeccato che oggi pochi sono interessati .
Grazie per queste informazioni,
Buon fine settimana
Rakel
fantastico…molto molto interessante!!!!!
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…….♥*………….Ciao!! È stato molto bello averti incontrato a Ferrara!!
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ciao..stupende lavorazioni... grazie per la bella spiegazione...ciao..buona festa della mamma..ciao.luigina
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