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lunedì 13 settembre 2010

Val Comelico

La prima volta che raggiunsi la Val Comelico, nel 1969, l'unica via d'accesso per chi, come me, arrivava da sud era l'impervia "Strada della Valle", realizzata tra il 1838 e il 1839, che da Cima Gogna correndo lungo il Piave (o per meglio dire, in bilico sopra il Piave), raggiungeva avventurosamente Santo Stefano di Cadore.


Santo Stefano di Cadore, il punto più basso della valle (m.907 slm)


Un incubo di strada, se intesa per i tempi moderni, ma una via di comunicazione di cui, fin dall'inizio del XIX secolo, le popolazioni della valle avevano fortemente avvertito la necessità, essendo il Comelico collegato al resto del Cadore solamente dalla antica strada del Centenaro, l'erto e stretto percorso che da Danta conduceva a Santa Caterina di Auronzo.
La "Strada della Valle" rappresentava per quei tempi un'opera di grande impegno, che però lo Stato austriaco non era disponibile a finanziare.
Dopo vari anni di gravi dissensi, fra i 5 Comuni della valle fu finalmente raggiunto un accordo in merito alla ripartizione delle spese e il 30 gennaio 1838 ne veniva assegnato l'appalto all'impresa lombarda Antonio Talacchini.
L'opera, denominata "Le grandi strade del Comelico", che comprendeva oltre al tratto principale Santo Stefano-Cima Gogna, anche i due tronchi Santo Stefano-Padola (Comelico Superiore) e Santo Stefano-Presenaio (Comelico Inferiore), veniva condotta a termine entro l'anno successivo, ponendo così fine al secolare isolamento fra le popolazioni comelicesi e il resto del Veneto.
Il costo dell'opera, ripartito fra i Comuni di Danta, Comelico Inferiore, Comelico Superiore, San Nicolò e San Pietro, ammontava a complessive Lire 1.011.765,72.
(Nota = dati desunti da "Il Comelico" n. 6 del giugno 1955).


Un tabià a Candìde


Quando nel 1991 ritornai nuovamente in Comelico, ebbi la gradita sorpresa di trovarlo comodamente raggiungibile grazie al nuovo percorso che, poco prima di Auronzo, abbandona la Statale 48 delle Dolomiti e, attraversando le viscere del Monte Piédo e del Col Piccolo con i 4 chilometri della "Galleria Comelico", va a ricongiungersi con la vecchia "Strada della Valle", ormai abbandonata nella sua parte più impervia.


Il verde Comelico


Ed ecco, all'uscita della lunga galleria, apparire il verde Comelico, estremo lembo settentrionale del Veneto, della provincia di Belluno e dell'Italia stessa, dove boschi immensi di conifere e verdi prati, costellati di tabià, i caratteristici fienili di legno, e con la stupenda cornice di possenti montagne dolomitiche, formano un panorama carico di contrasti, ma soprattutto di serenità.


Un territorio, quello del Comelico, che per la sua particolare conformazione geografica è stato per secoli di difficile accesso, circondato com'è da alte montagne oltre che sbarrato dalla profonda gola del Piave. Solo i valichi di Razzo e di Sant'Antonio consentivano il collegamento dall'alto, rispettivamente col Comelico Inferiore e col Comelico Superiore, mentre alle due estremità della valle si apriva il valico di Cima Sappada verso il Friuli e quello di Monte Croce Comelico verso l'Alto Adige.
E proprio questo isolamento forzato, se per tanti secoli ha reso il carattere dei comeliani chiuso e diffidente (il termine "comelian" era usato come sinonimo di montanaro, diffidente, rozzo), ha però anche contribuito a mantenere integra la cultura delle genti di questa valle, l'unica dove ancora si parla il ladino originale, ed il suo ineguagliabile patrimonio di boschi e pascoli.


Matazin, tipica maschera carnevalesca
del Comelico Superiore


Se non si fosse ancora capito, lo proclamo pubblicamente a gran voce:
sono profondamente innamorata di questa vallata, dove da vent'anni trascorro le mie vacanze estive, e sono affascinata dalla sua storia, dalla sua cultura e dalle sue tradizioni.


I prati sopra Casamazzagno


- ° -






Tutte le fotografie presenti in questo post sono state reperite nel Web e sono di proprietà dei loro autori.

14 commenti:

  1. Luoghi incantevoli dove vivere attimi preziosi a contatto con la natura. Buona settimana krilù!

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  2. OOHHH Krilù!!!!
    Ma questi sono i posti dove anch'io sono andata per tanti anni con le mie suorine!!!
    Ci stavamo un mese intero ogni anno!!!
    in una casona grande che stava su una curva più a monte del paese di Santo Stefano, ed anche a S. pietro di Cadore!!!
    Che bei ricordi quei posti!!!
    Pensa una mattina vidi franare una porsione delle cime con un boato simile ad un grande tuono!! Era il lontano 1970 o circa ora non ricordo bene!!!
    Che scorpacciate di mirtilli e funghi!! E le passeggiate lunghissime...una volta a settimana facevamo quella lunga fino ad arrivare a Sappada circa trenta Km con qualche strappo in pulmino ma la maggior parte tutta a piedi per valli e boschi!!!
    Grazie per questo bagno di ricordi!!!!
    Un grande Bacio!!

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  3. Graziella cara, la montagna per me è ... il paradiso!
    Buona settimana anche a te.

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  4. Che bello Bruna!!! sono davvero felice di averti regalato una manciata di ricordi.
    Certo che una passeggiata da S. Stefano (ma anche da S. Pietro che è un po' più vicina) fino a Sappada, è una bella scarpinata!!!
    Un bacio.

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  5. Ma quanto ti piacciono le mie montagne ???!!!
    Un abbraccio

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  6. Ciao Louise! Il tuo amore per la montagna traspare anche dalla cura con cui ci racconti ogni particolare della storia dei posti che ti piacciono e a tua volta ce li fai amare non solo per la loro bellezza ! Un bacione tua Thelma!

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  7. Proprio vero Elena: le adoro!
    Come dico sempre, forse in un'altra vita sono stata un gatto, o un albero oppure sono nata e vissuta tra le montagne.
    Abbraccione a te.

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  8. Ciao Thelma. Tu lo sai da tanto tempo ormai quali sono i miei "amori" più grandi.
    Ma forse non ho mai rivelato nemmeno a te che ho scritto la poesia SERA. proprio pensando a questa valle che ormai sento un po' anche mia.

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  9. Bellissime Foto di bellissime Montagne !!! Ciao e a presto sui ns Blog

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  10. Ciao Andrea, che bello ricevere la visita di un altro innamorato della montagna! Grazie di essere passato di qui.

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  11. E' sempre un piacere leggerti, Stella.

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  12. ciao, sono andrea soravia,studente.
    ti ringrazio per la ricostruzione storica della viabilità in comelico riscontrata nei documenti storici di giovanni fontana...(ora ci troviamo a lle prese con un grosso problema...: PONTI si o PONTI no sulla storica strada della valle "a scalette").
    conseguenza di un periodo poco attento istituzionalmente alle necessità del vivere la montagna in senso reale; ad una politica locale disinteressata al tessuto sociale e proiettata chissà a quale realtà!!
    non certo proiettata verso una politica di turismo ed emancipazione della vallata dalla quale la nostra gente potrebbe trarne grossi benefici.

    ti ringrazio per la bella descrizione di questo posto stupendo in cui io vivo.
    rispondimi se vuoi
    andreasoravia@hotmail.it

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  13. Ciao Andrea, l'apprezzamento da parte di un comelicense, di questo mio post, mi ha fatto particolarmente piacere. Ti ho risposto anche tramite e-mail.
    Ancora grazie per il tuo graditissimo commento e ... un bacio alle "nostre" montagne.

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Vi prego di scusarmi se non sempre riuscirò a rispondervi e Vi ringrazio fin d'ora per la gradita visita e per i commenti che vorrete eventualmente lasciarmi.