120 anni fa, il 26 ottobre 1890 moriva suicida a Firenze Carlo Lorenzini, scrittore e giornalista, diventato famoso con lo pseudonimo di Carlo Collodi, e noto soprattutto come autore del romanzo "Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino".
Vittima, come tanti intellettuali del suo tempo, della disillusione post-unitaria, Collodi appare diviso, nella sua storia personale e nella sua opera, tra due atteggiamenti dialetticamente contrapposti: di impegno e di rifiuto, di aggressività e di rinuncia. Duplicità che si esprime anche nella sua opera letteraria, oscillante tra l'esercizio caricaturale e l'evasione nel fiabesco.
Se sul versante dell'evasione nel fiabesco si colloca la parte più conosciuta oltre che quantivamente e artisticamente più rilevante dell'opera di Collodi, cioè quella che comprende le opere per l'infanzia, fra cui "Le avventure di Pinocchio", meno nota è la sua vena caricaturale, di cui, se permettete, mi piacerebbe farvi conoscere questo divertente brano tratto da
«Gli ultimi fiorentini»:
«Gli ultimi fiorentini»:
Il Granduca e le feste fiorentine
Ritratto dell' ultimo Granduca, veduto di dietro: Due ginocchi ripiegati che uscivano di sotto a un soprabito nero, e sul bavero del soprabito una testa che ciondolava di qua e dì là, come se fosse una testa da potersi levare e rimettere a piacere.
In quei tempi preistorici, il Granduca era la salsa e il condimento di tutti i divertimenti pubblici: e la salsa e il condimento, pare incredibile, si divertivano anche loro. Misteri della cucina tedesca!
Palio dei cocchi, col Granduca,
Corse dei fantini, col Granduca,
Corse dei barberi, col Granduca,
Fuochi artificiali, col Granduca,
Concerti musicali, col Granduca, e
Servizi di Chiesa, col Granduca.
Il "Servizio di Chiesa" per chi non lo sapesse, era una specie di solennità melo-mimo-religiosa, in cui si vedeva il buon Granduca, che nella sua qualità di primo Ministro di Dio in Toscana, andava con grande scialo a rendere pubblico omaggio al suo Principale, esposto sull' altar maggiore della chiesa, intanto che i soldati, schierati in piazza sotto la pioggia o sotto i colpi di sole, pur di far qualcosa, bestemmiavano tranquillamente il principale e il Ministro.
Quando poi, nel giorno successivo, la Gazzetta officiale di Firenze parlava del Granduca intervenuto a questa solennità, lo dipingeva sempre "circondato dall'amore de' suoi buoni sudditi" frase appetitosa, perché, per una certa analogia di suono, rammentava ai buoni sudditi l' immagine del bove arrosto circondato dalle sue patatine.
I fiorentini d' una volta erano appassionatissimi per le feste e per i divertimenti pubblici: ma dopo l' arrivo della capitale provvisoria, pensarono bene di prendere a nolo un po' di serietà posticcia; e se qualche volta avevano proprio voglia di ridere e di stare allegri, lo facevano in pelle in pelle, tanto da non svegliare la generosa bile de' loro nuovi ospiti, che per prosopopea teatrale e per burbanzosa severità di sopracciglio, potevano misurarsi coi migliori artisti drammatici della scuola di Morrocchesi e di Domeniconi. Che peccato! Quanti padri nobili e quanti tiranni da teatro diurno, rapiti senza pietà al palcoscenico, e seppelliti irreparabilmente nelle alte sfere politiche e governative!
Fra tutte le feste pubbliche fiorentine, la più bella e la più famosa era quella di San Giovanni.
Oramai sta scritto nei Calendari ecclesiastici e civili d'ogni lingua che San Giovanni Battista è il Santo patrono della città di Firenze; o almeno cosi se lo figurano i fiorentini, comecché il Battista non siasi ancora degnato di far conoscere officialmente se abbia accettato o no, il nobile e delicato ufficio.
Che cosa sono i Santi patroni? Stando alle cronache del Paradiso, i santi patroni farebbero presso il trono dell'Altissimo a pro de' loro protetti, quello che su per giù fanno i nostri deputati per i loro elettori, presso il governo centrale.
C' è peraltro una differenza.
I santi, per quel poco o per quel molto che fanno, si contentano di un vespro o di una messa cantata: mentre fra i deputati ce n' è qualcuno, che, oltre la messa e il vespro, gradisce volentieri anche una candela di cera fine. Mio Dio! Si sa bene che in questo mondo non c'è sacerdozio senza i piccoli incerti di sagrestia.
Nelle grandi feste del San Giovanni, i divertimenti più belli erano i fuochi artificiali sul ponte alla Carraia, e la corsa dei Cocchi e dei Fantini, sulla piazza di Santa Maria Novella.
Tutti i contadini dei dintorni e della provincia, per godersi bene lo spettacolo dei razzi e delle girandole, entravano in città alle prime ore della mattina, e non volendo perder tempo, pigliavano subito il loro posto lungo le spallette del fiume. E in tutta la giornata non si muovevano più di li. La sferza spietata del sole canicolare per dodici ore continue li scottava, li cuoceva, abbrustoliva; ma loro, duri!
Che cos'era a quei tempi la fede! e segnatamente la fede dei contadini nelle promesse gioie dei razzi e delle girandole a colori!
Venuta intanto la sera, quegli ostinati credenti, mezzi arrostiti e mezzi morti dal caldo, dal sole, e dalla sete, cadevano appisolati per terra e se la dormivano saporitamente, durante tutto lo spettacolo dei fuochi artificiali. Finito poi lo spettacolo, qualche volta si svegliavano; e dopo aver dato, sbadigliando, un'occhiata alle nuvole di fumo rimaste per aria, tutti contenti come pasque, si rimettevano in viaggio per tornare alle loro case lontane.
In quei tempi preistorici, il Granduca era la salsa e il condimento di tutti i divertimenti pubblici: e la salsa e il condimento, pare incredibile, si divertivano anche loro. Misteri della cucina tedesca!
Palio dei cocchi, col Granduca,
Corse dei fantini, col Granduca,
Corse dei barberi, col Granduca,
Fuochi artificiali, col Granduca,
Concerti musicali, col Granduca, e
Servizi di Chiesa, col Granduca.
Il "Servizio di Chiesa" per chi non lo sapesse, era una specie di solennità melo-mimo-religiosa, in cui si vedeva il buon Granduca, che nella sua qualità di primo Ministro di Dio in Toscana, andava con grande scialo a rendere pubblico omaggio al suo Principale, esposto sull' altar maggiore della chiesa, intanto che i soldati, schierati in piazza sotto la pioggia o sotto i colpi di sole, pur di far qualcosa, bestemmiavano tranquillamente il principale e il Ministro.
Quando poi, nel giorno successivo, la Gazzetta officiale di Firenze parlava del Granduca intervenuto a questa solennità, lo dipingeva sempre "circondato dall'amore de' suoi buoni sudditi" frase appetitosa, perché, per una certa analogia di suono, rammentava ai buoni sudditi l' immagine del bove arrosto circondato dalle sue patatine.
I fiorentini d' una volta erano appassionatissimi per le feste e per i divertimenti pubblici: ma dopo l' arrivo della capitale provvisoria, pensarono bene di prendere a nolo un po' di serietà posticcia; e se qualche volta avevano proprio voglia di ridere e di stare allegri, lo facevano in pelle in pelle, tanto da non svegliare la generosa bile de' loro nuovi ospiti, che per prosopopea teatrale e per burbanzosa severità di sopracciglio, potevano misurarsi coi migliori artisti drammatici della scuola di Morrocchesi e di Domeniconi. Che peccato! Quanti padri nobili e quanti tiranni da teatro diurno, rapiti senza pietà al palcoscenico, e seppelliti irreparabilmente nelle alte sfere politiche e governative!
Fra tutte le feste pubbliche fiorentine, la più bella e la più famosa era quella di San Giovanni.
Oramai sta scritto nei Calendari ecclesiastici e civili d'ogni lingua che San Giovanni Battista è il Santo patrono della città di Firenze; o almeno cosi se lo figurano i fiorentini, comecché il Battista non siasi ancora degnato di far conoscere officialmente se abbia accettato o no, il nobile e delicato ufficio.
Che cosa sono i Santi patroni? Stando alle cronache del Paradiso, i santi patroni farebbero presso il trono dell'Altissimo a pro de' loro protetti, quello che su per giù fanno i nostri deputati per i loro elettori, presso il governo centrale.
C' è peraltro una differenza.
I santi, per quel poco o per quel molto che fanno, si contentano di un vespro o di una messa cantata: mentre fra i deputati ce n' è qualcuno, che, oltre la messa e il vespro, gradisce volentieri anche una candela di cera fine. Mio Dio! Si sa bene che in questo mondo non c'è sacerdozio senza i piccoli incerti di sagrestia.
Nelle grandi feste del San Giovanni, i divertimenti più belli erano i fuochi artificiali sul ponte alla Carraia, e la corsa dei Cocchi e dei Fantini, sulla piazza di Santa Maria Novella.
Tutti i contadini dei dintorni e della provincia, per godersi bene lo spettacolo dei razzi e delle girandole, entravano in città alle prime ore della mattina, e non volendo perder tempo, pigliavano subito il loro posto lungo le spallette del fiume. E in tutta la giornata non si muovevano più di li. La sferza spietata del sole canicolare per dodici ore continue li scottava, li cuoceva, abbrustoliva; ma loro, duri!
Che cos'era a quei tempi la fede! e segnatamente la fede dei contadini nelle promesse gioie dei razzi e delle girandole a colori!
Venuta intanto la sera, quegli ostinati credenti, mezzi arrostiti e mezzi morti dal caldo, dal sole, e dalla sete, cadevano appisolati per terra e se la dormivano saporitamente, durante tutto lo spettacolo dei fuochi artificiali. Finito poi lo spettacolo, qualche volta si svegliavano; e dopo aver dato, sbadigliando, un'occhiata alle nuvole di fumo rimaste per aria, tutti contenti come pasque, si rimettevano in viaggio per tornare alle loro case lontane.
Non conoscevo quest'aspetto caricaturale di Collodi, Krilù.
RispondiEliminaGrazie!
Molto interessante questo tuo post su Collodi! Grazie Krilù, anch'io lo conoscevo solo come il papà di Pinocchio!
RispondiEliminaCiao Krilù,
RispondiEliminapersonalmente ADORO in tutte le sue sfacettature Collodi.
PINOCCHIO è uno dei miei personaggi preferiti...quello che inserisco spessissimo, per significato, nelle mie miniature!
Baciiiiiiiiii...kisses. NI
ciao...davvero interessante...un bel post... non sapevo tutte queste cose.... ciao....luigina
RispondiEliminaQuesti GRANDI che personalità complesse.
RispondiEliminaAvevo "rimosso" il suicidio di Collodi e non conoscevo gli aspetti che descrivi così bene.
Ciao Krilù...
RispondiEliminauna bella paginetta questa tua...
Un saluto nottambulo.. Loris....
ciao Krilù solo un saluto veloce, mi riprometto di ripassare con calma
RispondiEliminaMolto interessante questa tua pagina, Non conoscevo questo aspetto di Collodi...grazie Kri
RispondiEliminaBuon pomeriggio
Immaginavo che sotto questo aspetto Collodi non fosse molto conosciuto, e voi me lo confermate.
RispondiEliminaGrazie mille per la vostra attenzione Stella, Ale, Ni, Luigina, Sandra, Loris, Graziella, Carla.
MOLTO APPETITOSO IN EFFETTI!!!!! E SOPRATTUTTO MOLTO INTERESSANTE, DATO CHE DI COLLODI CONOSCEVO SOLO PINOCCHIO
RispondiEliminaCiao Louise! Collodi porta subito a Pinocchio, che, insomma, a me ha sempre fatto un po'di tristezza !La vena ironica di Collodi non la conoscevo è molto divertente!
RispondiEliminaPS Messaggio in codice:l'albero è a dimora! Stupendo,un bacio grande!:)))Per ora non svelo;)Fra qualche giorno!
Sempre interessanti i tuoi post Krilù.. Grazie
RispondiEliminaCiao
Marina, Thelma, Elena, Mi fa piacere che abbiate trovato interessante questo post. Grazie.
RispondiEliminaP.S. per Thelma = Recepito messaggio: lieta che abbia fatto buon viaggio. :)))