Foto Krilù
Elemento tipico del territorio emiliano-romagnolo, i capanni da pesca caratterizzano il paesaggio dei corsi d'acqua e delle zone vallive della fascia litoranea, con le loro grandi reti protese sull'acqua.
Padellone, bilancione, capanno, sono i termini con cui vengono definite queste strutture che sono, da centinaia d'anni, parte integrante della tradizione e della cultura popolare locale.
Padellone, bilancione, capanno, sono i termini con cui vengono definite queste strutture che sono, da centinaia d'anni, parte integrante della tradizione e della cultura popolare locale.
Foto Krilù
Sorti come rudimentali strutture di ricovero, costruite con canne palustri o assi di legno e finalizzate alla pesca e alla caccia in valle che da sempre hanno rappresentato uno strumento di sussistenza per la popolazione locale, i capanni si sono trasformati nel tempo (soprattutto a partire dagli anni '50) in luoghi di svago e convivialità. Ormai la pesca è solo un optional, anche perchè la pescosità di queste acque è andata negli anni sempre più calando, ma ciò che conta qui è l'aspetto socializzante, fatto di giornate trascorse a contatto con la natura, di affollate e allegre tavolate, di accanite partite a carte.
Foto Krilù
Le grandi reti a bilancia (bilancioni o padelloni) che un tempo venivano faticosamente issate tramite argani azionati a mano vengono ora sollevate con sistemi automatizzati e le fatiscenti strutture originarie sono state sostituite, nel tempo, da costruzioni in muratura dotate di ogni comfort; una sorta di seconde case in multiproprietà, perchè raramente il capanno da pesca ha un solo proprietario. I "capannisti", si alternano nell’utilizzo del padellone, secondo turni prestabiliti, ne condividono i costi di gestione e si occupano della sua manutenzione, ognuno secondo le proprie capacità e disponibilità.
Foto Krilù
In quanto elemento fortemente caratterizzante del paesaggio vallivo e costiero, già a partire dall'Ottocento, i capanni da pesca sono sovente presenti nelle opere pittoriche, per lo più di artisti locali.
xilografia di
Giannetto Malmerendi
(Faenza 1893 - Cesena 1968)
Giannetto Malmerendi
(Faenza 1893 - Cesena 1968)
Leonida Brunetti
(Forlì 1896 – 1970)
(Forlì 1896 – 1970)
Giuseppe Mazzetti
(Ravenna, 1896 - Roma, 1979)
(Ravenna, 1896 - Roma, 1979)
Teodoro Orselli
(Ravenna 1901 - 1971)
(Ravenna 1901 - 1971)
Litografia di Giulio Ruffini
Litografia di Basigli
Le immagini che seguono sono di pittori contemporanei e sono state reperite nel Web.
Nominativo dell'autore non trovato
Archildo Babini
Silvana Brunetti
Marisa Faccani
Graziano Pompili
Mauro Ruggeri
Il Parco del Delta del Po (istituito con la legge Regionale del 2 luglio 1988 n. 27) ha un'estensione di circa 60.000 ettari.
A partire, a nord, dal corso del Po di Goro si sviluppa sino a comprendere tutto il Delta storico, le foci di alcuni fiumi appenninici quali il Reno, il Lamone, i Fiumi Uniti, il Savio, il Bevano, le zone umide salmastre site lungo la costa adriatica e nell’immediato entroterra quali la Sacca di Goro, le Valli di Comacchio, le Piallasse ravennati, le Saline di Cervia, le zone umide interne di acqua dolce delle Valli di Campotto, Bosco della Mesola e le pinete storiche di S. Vitale e Classe.
A partire, a nord, dal corso del Po di Goro si sviluppa sino a comprendere tutto il Delta storico, le foci di alcuni fiumi appenninici quali il Reno, il Lamone, i Fiumi Uniti, il Savio, il Bevano, le zone umide salmastre site lungo la costa adriatica e nell’immediato entroterra quali la Sacca di Goro, le Valli di Comacchio, le Piallasse ravennati, le Saline di Cervia, le zone umide interne di acqua dolce delle Valli di Campotto, Bosco della Mesola e le pinete storiche di S. Vitale e Classe.
Quando sono venuta dalla tue parti ho vsito questi capanni.
RispondiEliminaHai stilato un bellissimo post,colmo di notizie e di arte.
Non sapevo che fossero soggetti di tanta arte.
ciaoo Kri...e stai tranquilla per il resto. Mi raccomando (facile a dire)
ciaoooo
Ciao Louise!Interessante sapere l'origine di questi capanni che fra l'altro sono veramente belli!Quante rappresentazioni in arte!Piacevole vedere come ogni artista li veda! Bacioni tua Thelma
RispondiEliminaBellissima la carrellata d'arte!
RispondiEliminaAmo molto le atmosfere di questi luoghi. Conosco la zona di Comacchio e le sue valli. Unico neo le zanzare. Ma l'incanto dei tramonti fa superare anche questo.
Grazie Carla, sono contenta che ti sia piaciuto.
RispondiEliminaIn effetti per chi viene nelle nostre zone è impossibile non vederli: sono in canali, fiumi, zone umide e perfino sui moli che si protendono in mare.
Quanto al resto ... ho ripreso la fisioterapia.
Un bacio.
Ciao Thelma. E' stato piacevolissimo per me frugare in cerca di artisti che hanno rappresentato il paesaggio emiliano-romagnolo con gli inevitabili "bilancioni".
RispondiEliminaNaturalmente di tali opere ce n'è una caterva, per cui ho dovuto limitare la scelta. Tutte le opere le ho trovate trovate online, tranne le due litografie di Ruffini e Basigli che ho fotografato io perchè sono appese alle pareti di casa mia.
Bacioni dalla tua Louise.
Grazie per aver apprezzato questo post, Sandra.
RispondiEliminaE' vero, qui le zanzare sono proprio nel loro regno ed io ne so ben qualcosa, quando passo la giornata nel mio capanno sul fiume. Ma è il mio paradiso e proprio non posso rinunciarci, perciò vai di autan, zampironi, paletta ammazzamosche, lampade friggi-insetti, anche se loro, le maledette, hanno comunque sempre la meglio.
Davvero caratteristici e suggestivi questi capanni!
RispondiEliminaCiao
Che bellissimi quadretti Krilù!
RispondiEliminaGrazie Elena, il paesaggio non è certo maestoso come quello delle tue montagne (che tu sai, adoro) ma anche questo ha un certo suo fascino.
RispondiEliminaCiao.
Grazie Stella!
RispondiEliminaSon tornata per anticiparti un grande grazie per il bellissimo dono: il libro è arrivato oggi. La prossima settimana mancherò dal "mondo-blog" per causa di forza maggiore: mi porto il libro...mi alleggerirà i pensieri.
RispondiEliminaSono anche andata a leggere la poesia per Tex: sei un MITO!!!
Ciao Sandra. Sono lieta che il plico sia arrivato a destinazione senza problemi.
RispondiEliminaQuanto a Tex Willer ... grazie, ma il vero mito è lui.
Carissima,
RispondiEliminaQuesto tuo post è molto bello perchè sia con le tue foto che con le opere di artisti, sa addentrare nell'atmosfera di questo nostro grande fiume.
Per me il Po era il fiume più grande d'Italia e poco di più...fino a quando non ha iniziato ad inviarmi foto un amico del blog ed è da allora che ho imparato ad amarlo.
Ora tu sei riuscita a farmi venire la voglia di andare a visitare questi luoghi che parlano di "altri tempi" e che in tempi recenti di allegre tavolate in allegria....ed io, compagnona come sono, mi ci vedo....
Molto belle le descrizioni di questi bilancioni e dei capanni.
Grazie per questo bel post.
Un abbraccio
Bruna
Grazie per le bellissime descrizioni
Grazie a te Bruna, per l'interesse dimostrato.
RispondiEliminaSe mai ne capiterà l'occasione, potrei offrirti l'occasione di un'allegra "braciolata" in un capanno.
Ciao!
ma che meraviglia...molto istruttivo!!!!
RispondiEliminaSarebbero da vedere, Marina, e magari passarci una giornata.
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