E’ accaduto l’8 gennaio.
Come oggi.
La porta a vetri del Reparto Rianimazione si è chiusa alle mie spalle con un piccolo scatto ed eravamo separate per sempre. Tu di là, io di qua.
Tu di là, con le infermiere intente a liberarti dai tubi che invadevano il tuo povero corpo martoriato.
Io di qua, smarrita ... orfana ... sperduta ... anche se c’erano le braccia di mio marito ad accogliermi, comprensive e consolatorie.
Dovevo imparare a vivere senza di te, mamma. Dovevo lasciarti andare.
Non ho ancora saputo farlo.
Mi ha colto di sorpresa rendermi conto che da quel giorno sono già passati anni. E’ ancora così presente, così vivo, il dolore!
Come oggi.
La porta a vetri del Reparto Rianimazione si è chiusa alle mie spalle con un piccolo scatto ed eravamo separate per sempre. Tu di là, io di qua.
Tu di là, con le infermiere intente a liberarti dai tubi che invadevano il tuo povero corpo martoriato.
Io di qua, smarrita ... orfana ... sperduta ... anche se c’erano le braccia di mio marito ad accogliermi, comprensive e consolatorie.
Dovevo imparare a vivere senza di te, mamma. Dovevo lasciarti andare.
Non ho ancora saputo farlo.
Mi ha colto di sorpresa rendermi conto che da quel giorno sono già passati anni. E’ ancora così presente, così vivo, il dolore!
SEI PARTITA
Non c’è stato commiato
non un cenno, uno sguardo
a sancire l’addio.
Sempre più incerti e lenti
i picchi sul visore
delle macchine
che ti davano vita.
Quando il medico ha detto:
Ormai ci siamo, ora è meglio che vada ...
l’ho pregato: no, mi lasci restare.
Sei partita in silenzio
scivolando
oltre i bordi del tempo
il mio sguardo
ancorato al tuo viso
la mia mano
aggrappata alla tua
come quand’ero piccina
e piatta sul visore
scorreva
una linea sottile.
© Carla Castellani
(Krilù)
Non c’è stato commiato
non un cenno, uno sguardo
a sancire l’addio.
Sempre più incerti e lenti
i picchi sul visore
delle macchine
che ti davano vita.
Quando il medico ha detto:
Ormai ci siamo, ora è meglio che vada ...
l’ho pregato: no, mi lasci restare.
Sei partita in silenzio
scivolando
oltre i bordi del tempo
il mio sguardo
ancorato al tuo viso
la mia mano
aggrappata alla tua
come quand’ero piccina
e piatta sul visore
scorreva
una linea sottile.
© Carla Castellani
(Krilù)
Non ho parole...ma so cosa si prova!
RispondiEliminaTi sono vicina
un abbraccio
Mari
Ti abbraccio forte! Con tanto tanto affetto!Ogni volta che la leggo è una grande immensa commozione!! Tua Thelma!
RispondiEliminaCara Krilu', non sai quanto ti sono vicina, ti stringo forte al cuore. In questo momento, con le lacrime agli occhi, sto rivivendo l'addio che ho dovuto dare alla mia mamma il 9 novembre di due anni fa. Passano i giorni, i mesi, le stagioni... ma mai potrà passare il ricordo, di chi ti ha donato la vita e tutto il suo immenso amore. Un grosso abbraccio
RispondiEliminaun grosso abbraccio.
RispondiEliminaNon ci sono parole che riescano a confortare la perdita della propria madre.
RispondiEliminaTi abbraccio forte,
Ele
Un abbraccio affettuoso e forte, krilù
RispondiEliminaun abbraccio mega...
RispondiEliminaE' così anche per me...ed anche la mia era in sala di rianimazione, dietro la porta vetrata..
RispondiEliminaSempre troppo breve il tempo trascorso e troppo lungo il giorno nel loro ricordo.
Mi sono commossa ora come mi commuovo tutte le volte che la leggo.
Ti abbraccio forte Krilu'.ciaooo
È vero! non ci sono parole, forse in questi casi il silenzio è qualcosa di rispetto per chi soffre, un abbraccio fa capire che ti sono vicini...
RispondiEliminaCara Carla, oggi ti voglio chiamare con il tuo nome, pensa che la tua mamma è semplicemente in celo da li ti vede e ti saprà sempre dare un consiglio, basta solo ascoltare... Non dimenticare che lei è contenta di vederti felice e che tu sarai sempre la sua bambina...
Credo che ora posso lasciarti e dirti forte! LA VITA CONTINUA! Solo così farai felice tuo mamma. Buona domenica cara amica,
Tomaso
Non è facile scrivere un commento, perchè la tua poesia mi ha commosso molto. Penso che una perdita così resterà sempre come una ferita nel cuore, ma l'immagine delicata, leggera e serena della farfalla posata sul libro mi fa sperare che tu possa viverla in futuro con meno dolore. Un abbraccio forte.
RispondiEliminaKrilù, mi sono venute le lacrime agli occhi nel leggere il tuo testo e la tua poesia. L'amore per la mamma è eterno, anche se se n'è andata da molti anni, il suo ricordo e la nostalgia di lei sono ancorate fortemente dentro il cuore, più di ogni altro ricordo.
RispondiEliminaGrazie di esserti iscritta tra i miei lettori, ho fatto altrettanto e ho linkato il tuo blog.
Ciao cara Krilù,mi sono commosso,ti abbraccio forte.
RispondiEliminaNel leggere terapia intensiva.. un brivido nella schiena...
RispondiEliminaUn abbraccio.
Sara
Un abbraccio Krilù! Forte,forte!
RispondiEliminaUn abbraccio.. capisco il tuo dolore... è quello che provo al pensiero della dipartita di mio padre...le lacrime scendono e non vogliono fermarsi...
RispondiEliminaUn abbraccio
RispondiEliminaUn abbraccio grandissimo....
RispondiEliminale poesie che sgorgano dal cuore sono le più
RispondiEliminabelle.Nelle poesie le parole ed i fatti sono senza tempo,il dolore ridiventa attuale,ma contemporaneamente,chi non c'è più rivive per qualche attimo accanto a noi. O,più probabilmente,è sempre accanto a noi,ma ce ne rendiamo conto soprattutto in alcuni momenti speciali.
Carissima Krilù, stavolta è davvero difficile trovare le parole per esprimermi come vorrei (mi sento un pochino troppo coinvolta anch'io, la tua poesia commuove sempre anche me, per come sei riuscita, con delicatezza, ad esprimere un dolore così assolutamente privo di delicatezze, mi spiace di non riuscire a spiegarmi meglio), ti lascio un grandissimo abbraccio anch'io.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaL'emozione fa tremare le dita e gli errori escono ...ecco la camcellatura precedente.
RispondiEliminaLe lacrime premono prepotenti. Ti abbraccio.
Cara Krilù ,capisco benissimo le tue parole che mi stringono il cuore !!! Penso che il dolore non cesserà mai..dobbiamo solo imparare a convivere con esso..almeno è quello che cerco di fare io.Il ricordo degli ultimi momenti, rimarranno per sempre scolpiti nella mia mente...ahhh,se si potessero dimenticare!!!Sai che ti sono vicina!!!TVB,Liza.
RispondiEliminaVeramente commovente.La mamma,resta sempre la mamma per l'eternità.Un abbraccio di cuore a presto
RispondiEliminaSo cosa significa perdere la mamma,so cosa significa aver bisogno del suo abbraccio e cercarlo nella notte,io sento vicine queste parole come sento vicino te.Ti stringo forte forte Krilù.
RispondiEliminaPerdere un genitore, un punto di riferimento importantissimo penso lasci un vuoto immenso.
RispondiEliminaTi abbraccio Krilù.
Una poesia toccante, Krilù... grazie per aver condiviso questi ricordi con noi. Un abbraccio!
RispondiEliminaLungo il percorso della vita, purtroppo è pressoché impossibile per ognuno di noi, sfuggire alla perdita di qualche persona cara. Anch'io, e con grande sofferenza, ho perduto per strada molti pezzi di cuore ma, forse per le modalità dell'accaduto, mai mi era stata così difficile l'elaborazione del lutto.
RispondiEliminaUn grande grazie a tutte/tutti voi, amiche e amici che mi seguite e che, esternando qui le vostre emozioni, mi avete confortata con le vostre parole.
Grazie davvero a tutti, per la vostra amicizia e comprensione.
Krilù, scusami, mi era sfuggito questo post.
RispondiEliminaNon ho molte parole, come te, conosco questo dolore che gli anni possono attenuare ma mai cancellare!! Un abbraccio!
Grazie Tito, ricambio con calore il tuo abbraccio.
RispondiElimina