Indimenticabili quegli anni e chiunque li abbia vissuti con la spensieratezza della sua prima giovinezza non può non rimpiangerli.
Le canzoni di Domenico Modugno ci avevano appena traghettato fuori dal melodico mondo che fino ad allora avevamo conosciuto e Gianni Morandi, Rita Pavone, Adriano Celentano, Mina, erano fra i cantanti nostrani che andavano per la maggiore tra i teen agers, oltre ai Beatles, ai Rolling Stones e ai tanti altri cantanti italiani e stranieri che all'epoca inondarono il nostro nuovo panorama musicale.
Mentre Juke-box e mangiadischi ingoiavano i 45 giri in vinile i primi apparecchi televisivi ci portavano in casa il mondo.
Fu un decennio di grandi avvenimenti a livello mondiale, che abbiamo conosciuto attraverso il piccolo schermo in bianco e nero: a Dallas viene assassinato J.F. Kennedy; muore il Papa Buono Giovanni XXIII, lasciando un grande rimpianto nel mondo cattolico; l' astronauta sovietico Yuri
Gagarin è il primo uomo a compiere un volo fuori dall'atmosfera
aprendo la via alla conquista dello spazio; la tragica guerra del Viet Nam vede il diretto coinvolgimento nel conflitto degli Stati Uniti d'America; scoppia la crisi dei missili di Cuba e il mondo sfiora
la catastrofe; viene costruito il "Muro di Berlino" che fino al 1989 separerà fisicamente le due Germanie.
Una buona parte degli italiani si erano ormai motorizzati e le utilitarie Fiat e Volkswagen costituivano la maggioranza del traffico sulle strade.
Si ballava il twist, i capelli dei ragazzi si allungavano e le gonne delle ragazze si accorciavano; maschi e femmine portavano i pantaloni "a zampa d'elefante" e
l'eskimo divenne il simbolo delle lotte studentesche del '68.
Anche se nel 1960 ero appena adolescente, già mi affacciavo al mondo degli adulti e lasciavo la campagna per trasferirmi in città con la famiglia. Per fortuna nei primi anni '60 non c'era un grande divario fra il rustico paesino dove ero nata e cresciuta e la sonnolenta cittadina di provincia che ancora si stemperava nella campagna, così non risentii troppo del distacco.
A quel tempo il lavoro non era difficile da trovare, bastava volerlo, e per agevolarmi nella ricerca di un impiego i miei genitori decisero di trasferirci in città.
E fu proprio nel mio primo luogo di lavoro che a 16 anni conobbi colui che poi sarebbe diventato mio marito e mentre gli anni '60 si dipanavano lentamente, io ero già fidanzata ufficialmente e portavo con orgoglio il mio piccolo ma prezioso anello di fidanzamento col classico brillantino.
Sulla Vespa del mio fidanzato nelle domeniche d'estate raggiungevamo le dune lambite dal mare, oppure facevamo brevi gite di un giorno in compagnia di amici a bordo del loro Maggiolino: assolutamente proibito dai miei genitori passare la notte fuori casa.
Poi con la patente arrivò la mia prima auto, una Fiat 600 grigia di seconda mano, di cui avevo grande cura e con la quale facevamo escursioni domenicali su e giù per l'appennino tosco-romagnolo, in cerca di piccole osterie fuori mano dove gustare piadina e prosciutto o pane toscano e pecorino.
Fu forse quello il motivo per cui da "formato grissino" mi trasformai in "formato pagnottella".
Ah quei mitici anni '60 ...! Furono gli anni più divertenti di tutta la mia vita e sull'onda della colonna sonora di quel tempo, li ricordo sempre con piacere e nostalgia ... poi arrivò il 1970 che pose fine alla mia vita spensierata di ragazza anni '60, trasformandomi in moglie e mamma.