Entra anche tu NEL MONDO DI KRILU',
un viaggio nel mio mondo che potrai continuare visitando anche
il mio sito

sabato 26 giugno 2010

L'arte della danza

Anche questa è sublime arte!!



Se il video non si aprisse, potete vederlo direttamente su Youtube, cliccando qui.

mercoledì 23 giugno 2010

La notte di San Giovanni


Il 24 giugno è il giorno dedicato dalla Chiesa a San Giovanni Battista, ricorrenza religiosa cristiana che andò a sovrapporsi agli antichi riti pagani del solstizio d'estate.

Notte magica, quella fra il 23 e il 24 giugno, a cui sono legate un numero considerevole di tradizioni e superstizioni popolari, diffuse soprattutto nelle zone rurali, e nei cui rituali predomina la simbologia del fuoco e dell'acqua (falò e rugiada).

E' questa una delle date considerate, secondo arcaiche credenze manistiche, come un "tempo fuori del tempo", cioè uno spazio temporale in cui si apriva un varco fra il mondo del reale e quello dell'occulto, per questo la notte di San Giovanni era considerata nella tradizione popolare come "notte delle streghe".
Credenza radicatissima in Romagna per cui in questa notte si temeva di uscire di casa e ancor più di passare in prossimità dei crocicchi, essendoci il rischio di imbattersi nelle streghe vaganti in cerca di erbe magiche per le loro pozioni.

Si riteneva che le erbe raccolte in questa prodigiosa notte solstiziale, dopo essere state esposte alla "guazza di S. Giovanni", fossero dotate di magiche virtù.
Era dunque la rugiada (acqua impiegata a scopo lustrale) che, secondo la mentalità popolare, conferiva alle erbe e alle piante, e ad alcune di esse in special modo, prodigiose proprietà: lavanda, rosmarino, iperico, artemisia, ruta, menta, basilico, camomilla, timo, santoreggia, maggiorana, salvia, aglio, cipolla, e anche le noci col mallo ancora verde per fare il nocino.

Questo momento di passaggio da un ciclo solare all'altro, nella tregua temporale "fuori del tempo" era ritenuto particolarmente idoneo per pratiche di rigenerazione e purificazione oltre che per pratiche divinatorie.
Secondo le credenze popolari della Romagna, nella notte dedicata al Battista cristiano vigevano dunque arcaici riti di "battesimo" pagano, una sorta di purificazione fisica e spirituale in cui l'elemento rigeneratore era rappresentato dall'acqua e dalla rugiada:
mediante la pratica di rivoltarsi nudi nell'erba madida di rugiada si pensava si potesse guarire dalla rogna e dalla lebbra;
stendendo alla guazza notturna i panni e le coperte si riteneva di preservarli dalle tignole e dalle tarme;
l'acqua attinta da sette fonti diverse in cui fossero messi a macerare sette tipi diversi di erbe o fiori e sottoposta nella notte alla guazza di San Giovanni si credeva acquistasse prodigiose qualità terapeutiche;
anche l'acqua attinta all'alba dal pozzo della chiesa di S. Eufemia a Ravenna, e usata per fare abluzioni oculari, era ritenuta particolarmente efficace per la vista.

Ai giorni nostri, il ricordo delle antiche tradizioni legate a questa festa, che non si è mai spento nella memoria della gente di Romagna, viene rinnovato dai tanti eventi che vengono proposti dal circuito delle aziende agrituristiche romagnole, finalizzati alla conservazione delle antiche usanze rurali.


Quest'anno ho trascorso una piacevole notte di S. Giovanni, in un agriturismo della campagna ravennate dove, con la guida di una esperta abbiamo raccolto le erbe tipiche di S. Giovanni. Abbiamo poi assistito ad una dimostrazione di tessitura su un antico telaio e alla tintura di stoffe mediante l'uso di erbe tintorie, abbiamo cenato sotto le stelle (esposti alla guazza di San Giovanni, ma devo dire che faceva piuttosto freschetto) ed infine abbiamo assistito alla recita in dialetto romagnolo, di un monologo su una donna vissuta all'inizio del secolo scorso, da tutti considerata una strega perchè curava con le erbe.

domenica 20 giugno 2010

A proposito di bambini


Con il permesso dell'autrice, la poetessa e pittrice Graziella Carletti La Rocca, pubblico questi suoi delicati e sentiti versi, ispirati ai bambini:


Il sorriso del mondo


I bambini

sono il sorriso del mondo,

il cielo turchino d’un giorno d’ estate

la luce che fende le nuvole nere,

quando il tempo promette tempesta

sono acqua pulita che sgorga

dalle pieghe del monte

sono spighe dorate di grano

sono fiori smaglianti di campo

sono sciarpe di lana

per avvolgere il cuore.

I bambini

sono il nostro sorriso più bello.




In questi giorni, in cui il mio pensiero è così intensamente concentrato sul ricordo di Barbara e sui suoi figlioletti, queste parole di grande verità e tenerezza infinita, mi hanno toccata profondamente e le ho chiesto di poterle condividere con voi.

Ringrazio Graziella, per avermelo permesso.

sabato 19 giugno 2010

Finchè esiste il ricordo...



Era uno splendore di ragazza Barbara, ed era la mamma di due bimbi meravigliosi: un maschietto che aveva appena compiuto 6 anni e una bimba di soli nove mesi.

Era il 19 giugno 2006, alcuni giorni dopo il suo 34° compleanno, quando il cancro contro cui da nove mesi combatteva un'ardua quanto inutile lotta, se l'è portata via.

Ora i suoi bambini hanno una nuova mamma sulla terra, e un'angelo che li guarda dal cielo.


Per te dolce Barbie
ora e sempre
il mio accorato, tenero ricordo.


giovedì 17 giugno 2010

Hanno detto: sui bambini



I bambini visti dagli adulti:

✿ Puoi imparare un sacco di cose dai bambini. Quanta pazienza hai, per esempio.
(Franklin Jones)

✿ La cosa più bella nei bambini è il ricordo della notte in cui li abbiamo fatti.
(Johann Wolfgang Goethe)

✿ Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.
(Paulo Coelho)

✿ Mi piacciono i bambini. Specialmente quando piangono, perché allora qualcuno viene a portarli via.
(Nancy Mitford)

✿ La prima stretta di mano della vita è la più bella ed è la stretta della manina d'un lattante intorno al dito di un genitore.
(Beresford)

✿ Bambini? Preferisco cominciarne cento, che finirne uno.
(Paolina Bonaparte)

✿ Non è bello esser bambini: è bello da anziani pensare a quando eravamo bambini.
(Cesare Pavese)

✿ Precoce. Dicesi di chi a quattro anni fugge con la bambola della sorellina.
(Ambrose Bierce)

✿ Un bambino è la forma più perfetta di essere umano.
(Vladimir Nabokov)

✿Io non lo amo perché è bello, ma perché è il mio bambino.
(Rabindranath Tagore)

✿ I bambini hanno più bisogno di modelli che di critici.
(C. Coats)

✿ Quando sarò grande, voglio essere un bambino.
(Joseph Heller)

✿ I bambini illuminano veramente una casa: non spengono mai la luce.
(R. Bus)

mercoledì 16 giugno 2010

Il mercante di lana

Sarà che mi affascina il romanzo storico, quello che con il pretesto di raccontare una vicenda romanzata, mi conduce in un altro tempo, in un altro mondo, in un altro modo di vivere. E' importante però che il contesto in cui si svolge il racconto sia frutto di una accurata ricerca storica volta a comporre un affresco il più possibile rispondente all'epoca di riferimento.
Forse per questo mi ha tanto avvinto la lettura di questo romanzo, un grosso volume di 460 pagine, che ho iniziato e terminato nel giro un giorno e mezzo.



Titolo:
Il mercante di lana

Autore:
Valeria Montaldi

Editore: Piemme

Anno: 2001






Trama:
Un lungo e faticoso viaggio attende frate Matthew che, dal suo convento nella lontana Inghilterra, porta attraverso l'Europa del XIII secolo una sinistra profezia per il villaggio di Felik: "...dovrai annunciare agli abitanti che, se non muteranno la loro durezza di cuore in carità, il loro egoismo in misericordia, la loro avarizia in liberalità, un grande, inaspettato castigo divino li annienterà. Il soffice velo del cielo li seppellirà, dopo aver pianto su di loro rosse lacrime di sangue. ..."
Nel suo lungo e periglioso cammino frate Matthew incontrerà briganti e prostitute, godrà dell'ospitalità di nobili castellani e di poveri villici, sino a giungere alla valle che oggi è chiamata di Gressoney. Lì, nel villaggio di Felik, abbarbicato ai piedi delle montagne di ghiaccio, fiorente insediamento di coloni di etnia Walser, vive una piccola comunità, il cui cuore pare essersi inaridito.
Ma gli abitanti non credono alla profezia ed irridono il monaco. Intanto sul villaggio inizia a cadere una fitta neve che sembra tingersi di rosso ...


- - -


E' questo il primo romanzo di Valeria Montaldi, ambientato nella prima metà del 1200, fra le scoscese montagne della Val d'Aosta, ed ispirato alla leggenda della perduta Città di Felik, che è una delle più antiche leggende della Valle di Gressoney.
Frutto di una accurata documentazione storica, che ha indagato fra geografia del tempo, antiche usanze della vallata di Gressoney e cultura delle popolazioni Walser che fra queste montagne si insediarono all'inizio del XIII secolo, il romanzo traccia un riuscitissimo affresco di un mondo medievale fatto di nobili castellani, ambiziosi vassalli, mercanti più o meno onesti, rappresentanti della Chiesa più o meno degni, pellegrini, armigeri, villici e prostitute, in una narrazione dove si intrecciano amore e avventura, intrighi e passioni.


Il Castello di Cly


Il volume è corredato da una interessante cartina geografica con l'indicazione di tutte le località, citate nel romanzo col loro toponimo medievale.
Al lettore è così data la possibilità di seguire le tappe del faticoso viaggio di Frate Matthew ed individuare le località col nome con cui sono attualmente note, poichè alcune nel corso dei secoli hanno modificato il loro toponimo:
Mont Joux = Passo del Gran San Bernardo
Augusta = Aosta
San Vincenzo = Saint Vincent
Canton des Allemands = St. Jacques ( frazione di Ayas)
Ussima = Issime
Verretio = Verrès
Colle di Bätt =Colle della Bettaforca
Praborno = Zermatt
Geneva = Ginevra




sabato 12 giugno 2010

Rose in posa

Ritenevo di aver esaurito il discorso sulle rose, avendole esaminate sotto ogni loro aspetto: botanico, poetico, artistico, musicale. Ma come rinunciare a mostrarvi i doni che ho ricevuto da alcune gentili amiche, sempre a proposito di rose?


Eccovi quindi, in una sua elegante composizione, le rose blu di Aruna, la pittrice Bruna Cavasin, di cui potete ammirare alcuni dipinti nel post "Le rose nell'arte".

Ma Aruna mi ha regalato anche un florilegio di artistiche bellissime immagini di rose, trovate nel Web, di cui mi spiace potervene mostrare solo alcune, che scelgo a caso, perchè sono veramente tutte splendide interpretazioni.








~ ° ~



Ed ecco, ispirata ai petali di rosa, una delicata poesia di Gabe, la poetessa e pittrice Graziella Carletti La Rocca, di cui potete ammirare anche alcune opere pittoriche nel post "Le rose nell'arte".


PETALI DI ROSA

Il vento ha ghermito impietoso
i petali carnosi
di una rosa rossa
che danzano ora impazziti
nell’aria odorosa di maggio.

Li guardo,li riconosco
sono le illusioni e i sogni
che il vento del tempo
ha strappato e disperso.


~ ° ~



Ed infine queste rose, che si sono graziosamente messe in posa per Francesca, etereo elfo danzante dal pollice verde.
Anche Francesca, che sa tutto di piante e fiori e che per loro vive, è in un certo senso un'artista, perchè lei ... crea giardini.



sabato 5 giugno 2010

Giornata mondiale dell'Ambiente


Oggi in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale dell'Ambiente (WED 2010 - World Enviroment Day) indetta dall'ONU, che quest'anno è dedicata alla biodiversità, patrimonio da difendere da comportamenti e stili di vita sbagliati.

Ma -e basta guardarsi intorno- ho l'impressione che al "Mondo" gliene importi ben poco della salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità...

Prova ne sia, che l'evento di quest'anno cade proprio mentre nel Golfo del Messico si sta consumando uno fra i più grandi disastri ambientali della storia. Un eclatante esempio che dovrebbe servire da monito e farci riflettere sulla sconsideratezza delle nostre azioni, che previlegiano sempre il profitto personale al benessere generale dell'umanità.

venerdì 4 giugno 2010

Cantar di rose


A conclusione di questo excursus sulla rosa, non si può certo ignorare che anche il mondo musicale ha doviziosamente reso omaggio alla regina dei fiori, e molti sono stati i parolieri che hanno infarcito i loro testi di rose e ... di spine.
Ricorderò qui alcune canzoni: gli stili musicali nel tempo sono cambiati, ma il profumo delle rose resta sempre intenso e inebriante.







LE ROSE ROSSE

(di E.A.Mario, 1919)

Tutte le rose di tutti i roseti
Vorrebbe il cuore soltanto per sé,
Tutte le rose dei giorni più lieti
Forse ogni cuore, più triste non è.
E si fan tenere, le bocche baciano,
Baciano e fremono tra i prati in fior.

Cuore so che vuoi goder
So che vuoi per te
Rose d’ogni colore
Ma, le rose rosse no!
Non le voglio veder
Non le voglio veder

So d’un giardino che fu devastato
Poiché la guerra feroce vi entrò
Tutto il terreno di sangue arrossato
Sangue che tutte le rose macchiò
E rosseggiarono corolle e petali
In fronte al tiepido bacio del sol.

Cuore so che vuoi goder
So che vuoi per te
Rose d’ogni colore
Ma, le rose rosse no!
Non le voglio veder
Non le voglio veder

Torni il bel maggio e il ricordo cancelli
D’un tempo tristo che alfine passò
Tutti i colori più vaghi e più belli
Vegga fiorir chi sofferse d’amor
Ma non ritornino le rosse immagini
Che ci ricordano tanto dolor.

Cuore so che vuoi goder
So che vuoi per te
Rose d’ogni colore
Ma, le rose rosse no!
Non le voglio veder
Non le voglio veder!

˜ ° ˜






LA ROSA BIANCA

(Testo e musica di Sergio Endrigo
Versione italiana di una poesia di José Martí, 1963)

Coltivo una rosa bianca
In luglio come in gennaio
Per l’amico sincero
Che mi dà la sua mano franca
Per chi mi vuol male e mi stanca
Questo cuore con cui vivo
Cardi nè ortiche coltivo
Coltivo una rosa bianca

Cultivo la rosa blanca
En julio como en enero
Para el amigo sincero
Que me da su mano franca
Y para el cruel que me arranca
El corazòn con que vivo
Cardos ni ortigas cultivo
Cultivo la rosa blanca

˜ ° ˜





ROSE ROSSE

(di E. Polito - G. Bigazzi, 1969)

Rose rosse per te
ho comprato stasera
e il tuo cuore lo sa
cosa voglio da te

D'amore non si muore
e non mi so spiegare
perche' muoio per te
da quando ti ho lasciato
sarà perché ho sbagliato
ma io vivo di te
e ormai non c'e' piu' strada
che non mi porti indietro
amore sai perché
nel cuore del mio cuore
non ho altro che te

Forse in amore le rose
non si usano più
ma questi fiori sapranno
parlarti di me

Rose rosse per te
ho comprato stasera
e il tuo cuore lo sa
cosa voglio da te

D'amore non si muore
ma chi si sente solo
non sa vivere piu'
con l'ultima speranza
stasera ho comprato
rose rosse per te
la strada dei ricordi
e' sempre la piu' lunga
amore sai perche'
nel cuore del mio cuore
non ho altro che te

Forse in amore le rose
non si usano piu'
ma questi fiori sapranno
parlarti di me

Rose rosse per te
ho comprato stasera
e il tuo cuore lo sa
cosa voglio da te.

˜ ° ˜






UNA ROSA BLU

(di Michele Zarrillo, 1982)

Una rosa blu sulla pelle tua
mi ricordi Londra snob e bionda con un filo di follia
dicono di te… pare che ci stai
che ti scaldi presto che poi tutto il resto e non ti leghi mai
ma se fossi mia io ti legherei
con un laccio al cuore che ti faccia male quando te ne vai.

Io sulla pelle io te lo scriverei
che mi piaci perché sei come sei
col tatuaggio con quella rosa blu
che è il tuo coraggio e la tua risorsa in più.
E ti racconto di me di lei ma chi se ne frega
ma si doveva andare andare così
e non mi accorgo nemmeno che vuol dire ti amo
che si è aperta di più la rosa sul tuo seno.

Una rosa blu che non va più via
dolce e un po' perversa come un po' diversa è la tua fantasia
una rosa blu come non ce n'è
ma una cosa rara sono io stasera che la chiedo a te.

Io sulla pelle io me lo scriverei
l'amore in macchina no non c'è magia
un tatuaggio perché va dove vai
al mare o dove si può purché scappare via.
E mi racconto di te di lei ma chi se ne frega
ma si doveva andare andare così
e non mi accorgo nemmeno che ti ho detto ti amo
quando si apre sul seno la tua rosa blu.

Se fossi mia ti legherei… ma un laccio al cuore non ci sei
al mare o dove c'eri tu mi punge la tua rosa blu
dolce e un po' perversa è la tua fantasia.
Ma una rosa blu sulla pelle mia
me ne accorgo adesso, passo dopo passo
che non va più via.

˜ ° ˜







TI REGALERO' UNA ROSA

(di Simone Cristicchi, 2007)

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare

Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?

Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita sono vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare.

˜ ° ˜