In Romagna (non so se questa credenza popolare esista anche in altre regioni), gli ultimi tre giorni di febbraio e i primi tre giorni di marzo, erano chiamati "i dè dla Canucéra" (i giorni della conocchiata).
La conocchiata era colei che, riferita alle tre Parche, portava la conocchia.
Secondo la tradizione, in questi giorni "vi è un'ora infausta, che però nessuno sa quale sia, che fa riuscir male tutto", a causa di un misterioso influsso, la Canucéra, appunto. Perciò in questi giorni si evitava di fare qualsiasi lavoro.
Come scriveva nel 1818 Michele Placucci, autore di una raccolta sulle tradizioni popolari della Romagna, "Nelli primi tre giorni di marzo, ed ultimi tre di Febbrajo [i contadini] si guardano dal potare le viti, perché dicono essi avere osservato, ed udito sempre dai loro avi, che le viti potate in que' giorni producono pochissima uva. E questo perché opinano esservi in quelli un'ora cattiva per potare le viti, tagliare legna, e concimare gli alberi fruttiferi; e per non sapere quale sia, se ne astengono totalmente".
Anche nascere in questi giorni era considerato di cattivo auspicio.
A una persona un po' tonta o particolarmente sfortunata, si diceva "e' pê che t' seja nêd par la Canucéra" (sembra che tu sia nato nei giorni della Canucéra).
La conocchiata era colei che, riferita alle tre Parche, portava la conocchia.
Secondo la tradizione, in questi giorni "vi è un'ora infausta, che però nessuno sa quale sia, che fa riuscir male tutto", a causa di un misterioso influsso, la Canucéra, appunto. Perciò in questi giorni si evitava di fare qualsiasi lavoro.
Come scriveva nel 1818 Michele Placucci, autore di una raccolta sulle tradizioni popolari della Romagna, "Nelli primi tre giorni di marzo, ed ultimi tre di Febbrajo [i contadini] si guardano dal potare le viti, perché dicono essi avere osservato, ed udito sempre dai loro avi, che le viti potate in que' giorni producono pochissima uva. E questo perché opinano esservi in quelli un'ora cattiva per potare le viti, tagliare legna, e concimare gli alberi fruttiferi; e per non sapere quale sia, se ne astengono totalmente".
Anche nascere in questi giorni era considerato di cattivo auspicio.
A una persona un po' tonta o particolarmente sfortunata, si diceva "e' pê che t' seja nêd par la Canucéra" (sembra che tu sia nato nei giorni della Canucéra).