Lord George Gordon Byron
sesto barone Byron di Rochdale
(1788- 1824)
in una litografia di A. Senefelder
Non si stupisca il turista in visita a Ravenna, di trovare numerosi legami tra la romantica figura di Lord Byron e la città: riferimenti che troverà nel nome di hotel, B&B, bar caffè, oltre a targhe commemorative sui muri di alcuni edifici.
Qui infatti il poeta inglese trascorse un periodo della sua vita, dal giugno 1819 all'ottobre 1821, alcuni anni prima di partire per la Grecia dove, stroncato dalla febbre, il 19 aprile 1824 a Missolungi, si concludeva la sua avventurosa esistenza.
la contessa Teresa Gamba Guìccioli
(1801 - 1873)
in una incisione di T. A. Dean
Proveniente da Venezia, dove aveva vissuto per tre anni e dove aveva incontrato, innamorandosene, la giovanissima contessa Teresa Gamba, terza moglie del vecchio conte ravennate Alessandro Guiccioli, di tanti anni più anziano di lei, Lord Byron la segue a Ravenna dove giunge mentre è in corso la processione del Corpus Domini, e le strade della città sono formicolanti di gente.
Così descrive l' arrivo di Byron, Pier Desiderio Pasolini nel suo libro "Ravenna e le sue grandi memorie" (Roma 1912):
"Era il 10 giugno 1819: nell'aria calda dell'estate si sentivano gli effluvi odorosi della pineta.
La processione era passata nelle vie principali sotto un tendato continuo di tele che riparavano dal caldo sole primaverile e davano aspetto di lunghe gallerie con la luce temperata e gradevole.
In ogni famiglia ospiti; dappertutto ricevimenti e rinfreschi. Dalle finestre dei ricchi pendevano tappeti e damaschi: i muri esterni delle case erano stati tutti imbiancati. Sulle facciate dei palazzi stavano in mostra specchiere, arazzi, quadri sacri, quadri di paesaggi, di marine, di battaglie e perfino ritratti di antenati.
Ciascuna famiglia aveva esposto ciò che aveva, o almeno ciò che credeva di avere di bello. Ogni famiglia, senza ombra di vanteria nè di rivalità, faceva mostra di tutto l'essere suo. I poveri, se altro non trovavano in casa, guarnivano le finestre con la coperta colorata del letto.
Le strade così addobbate formicolavano di contadini con la "galoza" gialla, una specie di berretto frigio che si avvicinava al corno dogale di Venezia, e formicolavano di contadine con sottane verdi, gialle, rosse, scarlatte. La popolazione della campagna si era riversata tutta nella città.
Tra quella folla gaia e variopinta si apre la via avanzandosi a stento, un enorme carrozzone da viaggio, copiato da uno preso in guerra a Napoleone. Il carrozzone si ferma all'albergo che era nella via di Porta Sisi al n. 295 presso alla piazza di S. Francesco vicino alla tomba di Dante ed alle antiche case dei Polentani. Ne scende un giovane bellissimo. E' Lord Byron."Targa posta sull'edificio che attualmente ospita la Biblioteca Oriani,
costruito dove un tempo si trovava l'Albergo Imperiale
Byron prende dunque alloggio all'Albergo Imperiale ma poi, su invito dello stesso padrone di casa, conte Alessandro, si stabilisce a palazzo Guiccioli, sito nella attuale centralissima Via Cavour, diventando in pratica "cavalier servente" della giovanissima e bellissima contessa Teresa.
L'infatuazione amorosa, dopo i primi tempi, si ridimensiona diventando quasi un menage familiare. Quando il conte Ruggero Gamba, padre di Teresa, ottiene per lei il divorzio, il loro amore è già diventato una tranquilla relazione che gli permette di tornare a scrivere.
A Ravenna Byron riprende la stesura del Don Juan e contemporaneamente scrive il Diario Ravennate, Il Mio Dizionario e Pensieri Sparsi.
Ritratto di Lord Byron
eseguito da Richard Westall nel 1813
e conservato alla National Portrait Gallery di Londra
I suoi ideali di libertà lo portarono a svolgere una parte attiva nelle associazioni segrete che propugnavano la liberazione dell'Italia dalla servitù straniera. Le vicende politiche si intrecciavano con quelle della sua vita sentimentale e durante la sua relazione con la contessa Guiccioli ebbe l'occasione di stringere amicizia con il fratello di lei, Pietro, e con il padre Ruggero, i quali, essendo ardenti liberali e carbonari, lo accolsero con entusiasmo nelle file della cospirazione patriottica.
Ruggero, Pietro e Teresa erano "pecore segnate" come lo era Byron, definito fin dal 1819 nelle carte segrete della polizia pontificia: il pazzo inglese, ardente perturbatore della pubblica tranquillità".
Durante il suo soggiorno ravennate egli riuscì ad immergersi, anzi a farsi coinvolgere dall'atmosfera della città, apprezzandone tutti gli aspetti positivi e cogliendo tutte le opportunità. Invitato e corteggiato negli ambienti più esclusivi, trovava il tempo per le sue abituali cavalcate in pineta e non disdegnava di intrattenersi con la gente più umile con la quale era molto generoso e prodigo di opere di carità.
Dopo che tutta la famiglia del Conte Gamba, condannata all' esilio, partì per Pisa anche Byron abbandonò Ravenna per non farvi più ritorno.
Era l'alba del 29 ottobre 1821.
La romantica storia d'’amore tra Teresa Gamba e Lord Byron è ampiamente documentata nel Carteggio Byroniano ora conservato, insieme ad altri ricordi e cimeli, nella Biblioteca Classense a Ravenna.
Busto marmoreo della contessa Teresa Guìccioli Gamba
eseguito da Lorenzo Bartolini nel 1821
e conservato nella Biblioteca Classense di Ravenna
Don Juan - Canto III
.... O del tramonto
Incantevoli istanti! o te di pini
Solitudine immensa! antica selva
Di Ravenna, che alla silente riva
Confini; tu che fai coperto il suolo
Dove muggivan dell'adriaco mare
L'onde commosse un dì, fin dove al cielo
Dei Cesari s'ergean l'ultime torri;
O te foresta eternamente verde
In cui per me divenner di Boccaccio
Sacri i volumi e la dorata cetra
Di Dryden, o diletta selva t'amo
Ed il tramonto ancor ...
La pineta
Alcune delle notizie riportate in questo articolo sono tratte dai volumi:
Ravenna una capitale - Edizioni Alfa
Questa Romagna Vol. I - Edizioni AlfaTutte le immagini presenti in questo post sono state reperite nel Web