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mercoledì 21 dicembre 2011

Cos'è Natale?

Nonostante questa mia persistente forzata assenza dal mio e dai vostri blog, causata dai soliti problemi di salute, che purtroppo continua ad andare di male in peggio, in occasione del Natale non voglio mancare di farvi i più sentiti auguri, con questi miei versi dedicati al Natale.




COS’E NATALE?


Natale di vetrine sfavillanti
e spese pazze
di esotiche vacanze
di tavole imbandite
e costosi regali.

Ma ... era questo il senso del Natale?


Natale al freddo
fra cartoni e stracci
Natale nelle fabbriche occupate
per difendere il posto di lavoro
Natale di dolore
in corsie d'ospedale.

Ma... era questa la magia del Natale?


Ridatemi il Natale di una volta
con l'abete e il presepe
la Messa a mezzanotte
l'odore buono dell'arrosto in forno
e la mamma che scodella la minestra
alla famiglia raccolta a desinare.

Si ... questo era il calore del Natale.


© Carla Castellani



lunedì 5 dicembre 2011

Proverbi di dicembre in dialetto romagnolo

Con i proverbi di dicembre in dialetto romagnolo si conclude questo excursus lungo un anno, che attraversando tutto il calendario ci ha accompagnato alle radici delle credenze popolari della mia terra.

Per me si è trattato di un emozionante tuffo nel passato, nel ricordo di quando, ancora piccina, vedevo gli anziani tenere sotto controllo le situazioni climatiche attenendosi poi rigorosamente alle prescrizioni dei proverbi.

Per voi, che avete avuto la costanza di seguirmi spero sia stata una lettura se non proprio interessante, perlomeno gradevole.



Se e' piov e' de d' Sânta Bibiana e' piov cvarânta de e una stmâna.
Se piove il giorno di Santa Bibiana, piove quaranta giorni e una settimana.

Anche in dicembre non manca una previsione meteorologica, legata stavolta al giorno di Santa Bibiana (2 dicembre).



E' de d' Sânta Luzeja l' e e' piò curt ch' si seja.
Il giorno di Santa Lucia è il più corto che ci sia.

Sânta Luzeja, la not piò longa ch' si seja.
Santa Lucia la notte più lunga che ci sia.


Riferito che sia al giorno o alla notte il significato non cambia.
Prima della riforma gregoriana del 1582, che ha corretto lo sfalsamento del calendario giuliano, il solstizio invernale era anticipato e cadeva proprio nel giorno di Santa Lucia (13 dicembre) . Di qui l'origine di questi proverbi che nonostante la riforma gregoriana abbia riportato il solstizio d'inverno al 21 dicembre, continuano a ricordare il 13 dicembre come il giorno più corto (o la notte più lunga) dell'anno.




Par Sân Tmês la gozla a e' nês.
Per San Tommaso la goccia al naso.

Per San Tommaso (21 dicembre) è pieno inverno ed è quindi tempo di raffreddori.


Par Sân Tmês e' cuntaden e' ciapa e' pôrch pr e' nês.
Per San Tommaso il contadino prende il maiale per il naso.

Visto che un tempo non esistevano frigoriferi e freezer, la stagione fredda era il periodo più adatto per uccidere il maiale e macellarne le carni che così si sarebbero conservate più a lungo.



Chi n' arnôva la camisa e' de d' Nadêl e' môr int un fos cma un animêl.
Chi non rinnova la camicia il giorno di Natale muore in un fosso come un animale.

A rnuvê chicôsa la not d' Nadêl u s' sparâgna un mêl.
A rinnovare qualcosa la notte di Natale si evita un male.

La tradizione (o superstizione?) vuole che nel giorno (o notte) di Natale (25 dicembre)si indossi un capo di vestiario nuovo, credendo con ciò di preservarsi da una malattia durante l'anno.



Nadêl e' pôrta l'ân.
Natale porta l'anno.

Questo proverbio evidenzia che il Natale e il successivo Capodanno cadono nello stesso giorno della settimana.

giovedì 1 dicembre 2011

L'uomo nero e la bicicletta blu

Un romanzo di formazione che mi ha proiettata nel passato, nel mio passato, perché è proprio nel tempo e nei luoghi di cui parla il romanzo che io ho vissuto la mia adolescenza. E di personaggi "ruspanti" e un po' bislacchi, simili a quelli raccontati in questo romanzo, e di momenti di vita paesana che oggi potrebbero apparire alquanto improbabili, io ne ho incontrati e vissuti per davvero.
Sarà per questo che l'ultimo romanzo di Eraldo Baldini mi è tanto piaciuto?
Un racconto che per la maggior parte del libro fa sorridere e perfino ridere ma che, verso la fine, sfocia nel dramma.




Titolo:
L'uomo nero e la bicicletta blu

Autore:
Eraldo Baldini

Editore:
Einaudi - Stile Libero Big

anno 2011



Trama:
La storia, raccontata in prima persona da Gigi, un ragazzino di dieci anni, si dipana nella Romagna ancora povera dei primi anni '60. Gigi ha un sogno: la lucente bicicletta blu con le finiture cromate, che lo tenta da una vetrina. E per racimolare i soldi necessari all'acquisto dell'oggetto dei suoi desideri si inventa mille lavori, impelagandosi nelle più astruse avventure e disavventure.

Con questo romanzo Baldini ci conduce in un mondo rurale affollato di figure comiche, di personaggi talvolta sgangherati, di campioni di una secolare civiltà contadina, rimasta sempre uguale a sé stessa, che comincia appena ad avvertire le scosse del mondo moderno, con le prime missioni spaziali, la televisione e il cinema in technicolor: il Morto, dato per defunto dopo l'alluvione e, anche se ricomparso, sempre ufficialmente morto; la Rospa, decollata sulla rampa d'ingresso di casa a seguito di un'esplosione e atterrata sul tetto del pollaio, a bordo della sua sedia a rotelle. La Tugnina, che in ogni fiaba che racconta, perfino in quella di Cenerentola, ci infila l'Uomo Nero, che alla fine si mangia tutti.
Finché l'arrivo in paese di Allegra, bella e così diversa, perché appartenente ad un ceto sociale più elevato, gli farà conoscere i primi palpiti del cuore.
Ma a Gigi, che ha il dono di trasfigurare il mondo con le sue storie, a Gigi che si nutre di astuzie in un mondo crudo e insieme pieno di magia, toccherà in sorte di capire che l'Uomo Nero non esiste solo nelle fiabe.





L'Autore:
Eraldo Baldini, studioso di Antropologia Culturale ed Etnografia, ha esordito scrivendo diversi saggi in quei campi specifici. All'inizio degli anni '90, coniugando queste sue conoscenze antropologiche con il gusto della narrativa si è poi dedicato alla scrittura di racconti horror ispirati alle leggende e superstizioni locali: è di lì che è iniziata la sua carriera di scrittore il cui stile noir è stato definito "gotico rurale". Fino a quest'ultimo romanzo dove il male non ha nulla di sovrannaturale o di arcaico ma è il male fine a sé stesso, quel male che quasi quotidianamente incontriamo nelle pagine dei giornali.
Oggi Eraldo Baldini è non solo romanziere affermato in Italia e all’estero, ma anche sceneggiatore, autore teatrale e organizzatore di eventi culturali.




lunedì 28 novembre 2011

Proverbi di novembre in dialetto romagnolo

Mese dopo mese abbiamo sfogliato quasi tutto il calendario ed eccoci arrivati a novembre, il mese in cui freddo, nebbie, maltempo, rendono più disagevole la vita nelle campagne.
E sono proprio questi gli aspetti meteo maggiormente evidenziati dal proverbi di novembre.




Nuvëmbar piuvòs, câmp frutuòs.
Novembre piovoso, campo fruttuoso.

Dopo la semina la pioggia è preziosa per ottenere un buon raccolto.

http://www.blogger.com/img/blank.gif

Nuvëmbar e' trema tot, dizëmbar e' sples l'ân.
Novembre trema tutto, dicembre seppellisce l'anno.

In novembre arriva il freddo e in dicembre l'anno finisce.



Se par nuvëmbar t'an e arê , tot l'ân t' saré tribulê.
Se per novembre non hai arato, tutto l'anno sarai tribolato.

Qui si ribadisce l'opportunità di effettuare l'aratura in ottobre.



Pr i Sânt i guânt.
Per i Santi i guanti.

Par tot i Sânt fura la caparela e i guânt.
Per tutti i Santi fuori il mantello e i guanti.


In questo periodo (1 novembre) inizia la stagione fredda, quindi è opportuno coprirsi bene.



Se e' de di Sânt e' sol u j sta, un bon invèran e' va.
Se il giorno dei Santi il sole ci sta, un buon inverno va.

Se in questo giorno ci sarà il sole, si prevede un buon inverno.



Par Sân Marten tot i bech i cor ben.
Per San Martino tutti i becchi corrono bene.

Par Sân Marten vôlta e zira, tot i bech i va a la fira.
Per San Martino, gira e rigira, tutti i becchi vanno alla fiera.

Quella di San Martino (11 novembre) era la notte che chiudeva il periodo dell'antico Capodanno celtico. In questa notte in Romagna, dove la matrice etnoculturale celtica è rilevante, i becchi (cioè i mariti traditi) correvano in giro, inseguiti e beffeggiati in una sorta di condanna rituale e sociale.



Par Sân Marten u s' sbagàja.
Per San Martino si trasloca.

Par Sân Marten i mânda via i cuntaden.
Per San Martino, mandano via i contadini.

Fê Sân Marten.
Fare San Martino.

A San Martino (11 novembre), terminato l'anno agrario, scadevano i contratti di mezzadrìa, perciò era questo il periodo in cui venivano effettuati i traslochi delle famiglie contadine dal vecchio ad un nuovo podere. Ancora oggi in Romagna "fare San Martino" è sinonimo di traslocare.



Par Sân Patarniân e trema la coda a e' cân.
Per San Paterniano trema la coda al cane.

Per San Paterniano (13 novembre) il freddo già si fa sentire.



Se ' piov par Sân Grigôri, tot nuvëmbar l' e un dimôni.
Se piove per San Gregorio, tutto novembre è un demonio.

Se e piov par Sân Grigôri, tot l'inveran l' e un dimôni.
Se piove per San Gregorio, tutto l'inverno è un demonio.


Anche il giorno di San Gregorio (17 novembre) è considerato un giorno che "segna" il tempo meteorologico, estendendo il suo raggio di previsione a seconda dei casi al mese di novembre ma anche a tutto l'inverno.



Par Sânta Catarena o che e' neva o che e' brena o che e' tira la curena.
Per Santa Caterina o nevica o brina o tira il libeccio.

Par Sânta Catarena o nev o paciarena.
Per Santa Caterina o neve o fanghiglia.

Per Santa Caterina d'Alessandria (25 novembre) ci troviamo in stagione invernale per cui è prevista neve o perlomeno vento e pioggia.



Int i bur d' Sânt' Indré o lona o lanterna s' t' at vu sicurê e' pè.
Nelle tenebre di Sant'Andrea o luna o lanterna se vuoi rendere sicuro il piede.

Le ultime tre notti di novembre, che erano considerate le più buie dell'anno, erano chiamate "buio di Sant'Andrea" (30 novembre).

sabato 26 novembre 2011

13° Premio di Poesia Anteas - Varese 2011




Oggi tramite posta mi è pervenuto questo riconoscimento di "Opera Segnalata", insieme alla antologia che contiene tutte le poesie concorrenti alla 13ª edizione del Premio di Poesia Anteas di Varese.
Mi sarebbe tanto piaciuto poter assistere alla cerimonia di premiazione del concorso che ha avuto luogo il 18 novembre 2011 a Luino (VA) nella suggestiva cornice del Lago Maggiore, anche perché avrei potuto approfittare dell'occasione per incontrare alcuni amici/amiche in zona, ma le mie condizioni di salute me lo hanno purtroppo impedito. Peccato!!
Però non vi nascondo che questo piccolo riconoscimento mi ha fatto tanto piacere.



Questa è la poesia con cui ho partecipato al concorso e che è stata segnalata dalla Giuria.



FUOCHI D'AMORE


Una tranquilla insenatura
accogliente e sicura
è il cavo delle tue braccia
cui sempre volge
la prua della mia vita
guidata dal bagliore
dei falò che sulla riva
accendesti per me.

Ed è verso quei fuochi
che nel tempo alimenti
con dedizione e amore
che la mia rotta traccio
verso l’approdo sicuro
del tuo tenero abbraccio.

© Carla Castellani

♥ ♥ ♥

martedì 22 novembre 2011

Nonostante tutto ... si va avanti

Fin dal mio rientro dall'ospedale ero fermamente decisa a rispondere singolarmente ad ognuno degli amici e delle amiche che, nei mesi scorsi, si sono preoccupati per la mia salute e che, tramite e-mail, telefonate e commenti qui sul blog mi hanno confortata e incoraggiata in questo brutto periodo.
Purtroppo ancora non ci sono riuscita poiché il mio stato di salute è tuttora alquanto instabile e anche dedicarmi al PC, che pure rappresenterebbe un piacevole diversivo, mi costa un notevole affaticamento.


Perciò tramite questo post voglio rivolgere un ringraziamento globale a tutti voi che mi avete espresso la vostra amichevole solidarietà, con messaggi che mi hanno profondamente commossa e infuso forza e determinazione a continuare senza cedimenti nella mia lotta contro questa belva feroce .

Passando velocemente in alcuni blog (ma ancora non ce l'ho fatta a visitare tutti i blog che seguo) ho appreso di diversi altri blogger che sono angustiati da gravi problemi personali o di famiglia. Ne sono molto dispiaciuta e a loro esprimo tutta la mia vicinanza e comprensione.

E a tutte le amiche e gli amici che sono presi di mira dalla sorte, voglio dedicare questo pensiero, espresso dal filosofo Seneca, perché penso possa essere d'aiuto e incoraggiamento sia a loro che a me:

L'uomo che non ha mai subito colpi non resiste a nessun urto, chi invece ha dovuto lottare continuamente contro le situazioni dolorose fa il callo al dolore, non cede a nessuna sventura e, anche se cade, continua a lottare in ginocchio.

mercoledì 16 novembre 2011

Proverbi di ottobre in dialetto romagnolo

Il tempo scorre a grandi passi. Siamo già oltre metà novembre ed io ancora non ho pubblicato i proverbi di ottobre. Meglio che mi affretti, se voglio completare questa carrellata di proverbi romagnoli entro l'anno, così come mi ero ripromessa di fare.



Vinificazione, aratura e semina. Con un occhio al calendario e un occhio al clima, ecco le principali attività in cui erano impegnati i contadini romagnoli nel mese di ottobre.



Quând e' ven utòbar bël, chêva e' ven d' int e' mastël.
Quando viene ottobre bello, togli il vino dal mastello.

Terminata la vendemmia, questo è il mese che viene dedicato alla vinificazione.



Utòbar che e' ven, cavel ch' i va.
Ottobre che viene, capelli che vanno.

Nei cambi di stagione la caduta dei capelli è più abbondante.



Par Sân Franzesch la nespla int e' zezt.
Per San Francesco la nespola nel cesto.

Par Sân Patroni e Sân Franzesch chi c' n' a panira e' druva e' zezt.
Per San Petronio e San Francesco chi non ha paniere adoperi il cesto.

Per San Francesco o San Petronio (4 ottobre) si raccolgono le nespole.



Se e' piov e' de d' Sân Gal, e' piov cvarânta de che un va un fal.
Se piove il giorno di San Gallo, piove per quaranta giorni senza fallo.

Quând l' e bon temp e' de d' Sân Gal, u s' semna nench in fond al val.
Quando è buon tempo il giorno di San Gallo, si semina anche in fondo alle paludi.

Par Sân Gal, se u s' in somna un ster, u s' in coj un car.
Per San Gallo, se se ne semina uno staio se ne raccoglie un carro.

Anche il giorno di San Gallo (16 ottobre) è considerato importante per le previsioni meteorologiche. Il bel tempo in questo giorno viene interpretato come buon presagio per un'ottima riuscita della semina.



S' e' piov e' de d' Sân Loca, chi n' a simnê aglopa.
Se piove il giorno di San Luca, chi non ha seminato può far fagotto.

O mol o sot, par Sân Loca i semna tot.
O bagnato o asciutto, per San Luca seminano tutti.

Par Sân Loca la castâgna la s' sploca.
Per San Luca la castagna si pilucca.

Sân Loca da la balusa in boca.
San Luca dalla ballotta (castagna) in bocca.

Se piove il giorno di San Luca (18 ottobre) si prevede una cattiva riuscita della semina e comunque, asciutto o bagnato che sia il terreno, è tempo di seminare.
E' anche tempo di castagne.



Par Sân Simòn staca al vachi d' e' tmòn; staca al vachi, ataca i bu: tira via piò che t' pu.
Per San Simone stacca le vacche dal timone, stacca le vacche, attacca i buoi: tira via più che puoi.

Par Sân Simòn ataca i bu a e' tmòn.
Per San Simone attacca i buoi al timone.

Per San Simone (28 ottobre) era bene aver già finito di arare il terreno dove seminare, perciò i ritardatari dovevano affrettarsi, sostituendo alle più lente vacche i potenti buoi.

domenica 13 novembre 2011

"Fantasia" Walt Disney (1940)


Il 13 Novembre 1940 fa il suo debutto nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti "Fantasia", il celebre film d'animazione musicale della Walt Disney Production.

Frutto della collaborazione fra Walt Disney, autore del soggetto e Leopold Stokowski che dirige la Philadelphia Orchestra, è stato il primo film stereofonico della storia del cinema.

Riuscito tentativo di "musica visualizzata", "Fantasia" in sette episodi abbina alle immagini animate, otto famosi brani musicali.




"Toccata e fuga in Re minore" di Johann Sebastian Bach
L' episodio è basato principalmente su un gioco di luci e di ombre.




Suite da "Lo Schiaccianoci" di Pëtr Il'ič Čajkovskij
In questo episodio viene descritto il cambio delle stagioni, con fatine, pesci, funghi e fiori danzanti.





"L'Apprendista Stregone" di Paul Dukas
Topolino indossato il cappello magico dello stregone finisce in un mare di guai.




"La Sagra della Primavera" di Igor Stravinsky
Questo episodio descrive la storia della Terra dalla formazione del pianeta, alla nascita delle prime creature viventi e dei dinosauri, fino alla loro estinzione.




"Sinfonia Pastorale" di Ludwig Van Beethoven
E' un episodio dedicato interamente alla mitologia greca, con coppie di centauri, cavalli alati e divinità.




"La Danza Delle Ore" di Amilcare Ponchielli
Struzzi, ippopotami, elefanti e coccodrilli si esibiscono in un divertente e frenetico balletto.




"Una Notte sul Monte Calvo" di Modest Petrovič Musorgskij
Nella profonda notte di un villaggio, si desta il demone Chernabog che chiama a sè, in una ridda satanica, scheletri, fantasmi , streghe, arpie e gli spiriti del cimitero, ma il suono delle campane mette in fuga i sinistri personaggi e con




l' "Ave Maria" di Franz Schubert si conclude la scena e il film.

venerdì 11 novembre 2011

Hanno detto: sugli specchi

Dal mito di Narciso che ammirando il suo volto riflesso in una pozza d'acqua s'innamorò di sé stesso alle favole di Lewis Carrol (Alice) e dei Fratelli Grimm (Biancaneve); da oggetto di credenze e superstizioni popolari a forma di divinazione (catottromanzia); da strumento di vanità a mezzo di introspezione e conoscenza di sé stessi; lo specchio e l'azione dello specchiarsi può avere, a seconda dei casi, valenze negative o positive.




❀ Se una donna si guarda spesso allo specchio, può darsi che non sia tanto un segno di vanità, quanto di coraggio.
(Mark Twain)

❀ Sarebbe opportuno che gli specchi riflettessero un po', prima di rimandare le immagini.
(Jean Cocteau)

❀ Il mio migliore amico è lo specchio, quando io piango lui non ride mai.
(Jim Morrison)

❀ La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.
(Jim Morrison)

❀ Ogni anima è uno specchio vivente dell'universo.
(Gottfried Wilhelm Leibniz)

❀ Gli occhi sono lo specchio dell'anima.
(Marco Tullio Cicerone)

❀ La satira è una sorta di specchio dove chi guarda scopre la faccia di tutti tranne la propria.
(Jonathan Swift)

❀ L'universo è lo specchio in cui possiamo contemplare solo ciò che abbiamo imparato a conoscere in noi.
(Italo Calvino)

❀ Bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio; e noi siamo l'eternità, e noi siamo lo specchio.
(Kahlil Gibran)

❀ Tutto è relativo. Prendi un ultracentenario che rompe uno specchio: sarà ben lieto di sapere che ha ancora sette anni di disgrazie.
(Albert Einstein)

domenica 6 novembre 2011

Foto d'autore: Macduff Everton

Famoso per le sue splendide foto panoramiche a colori, Macduff Everton è un fotografo del National Geographic, che vive a Santa Barbara, in California.
Le sue opere sono nelle collezioni di molte istituzioni pubbliche e private, tra cui la Bibliothèque Nationale di Parigi, il British Museum di Londra, l'International Center of Photography di New York, il Museo de Arte Moderno di Città del Messico, e il Museo d'Arte Moderna a New York.

Questo l'indirizzo del suo sito: http://www.macduffeverton.com/





Spring Wildflowers, Diablo Range - California





Bering sea, Kamchatka, Siberia (Russia)





Palapa, Belize





Dawntaj Mahali, India





Dawn, Taj Mahal, India





Fishermen, Isla Providencia, Colombia







Dusk, Hong Kong






Field of rape, Oxfordshire - England





Brooklin Bridge, New York city - New York





Butterfly Net Fishermen, Janitzio, Lake Patzcuaro, Michoacan - Mexico

giovedì 3 novembre 2011

Proverbi di settembre in dialetto romagnolo

Visto l'apprezzamento che finora i miei affezionati lettori hanno espresso per questi proverbi romagnoli emersi dai miei ricordi d'infanzia, proseguirò con la pubblicazione dei mesi ancora mancanti, in modo da completare l'intero anno.





Nel mese che segna il passaggio fra l'estate e l'autunno, nelle campagne romagnole riprendeva intensa l'attività dei contadini impegnati nella vendemmia e nella raccolta dei frutti autunnali.
E, come sempre, i proverbi prestavano grande attenzione alle previsioni meteorologiche legate al calendario.



D'satëmbar l'e long e' de quânt la not.
In settembre è lungo il giorno quanto la notte.

In questo mese il giorno e la notte sono più o meno della stessa durata e nel giorno in cui ha luogo l'equinozio d'autunno si equivalgono perfettamente.


A la lona setembrena sët lon agl' i s'inchena.
Alla luna settembrina sette lune si inchinano.

Si trae il presagio che le condizioni meteorologiche che caratterizzano la prima lunazione di settembre domineranno anche le sette lune successive.


S' e' piov la prema dmenga d' satëmbar, e' piov tot e' mes.
Se piove nella prima domenica di settembre, piove tutto il mese.

Ancora un esempio di previsione meteorologica.


In satëmbar i figh i cmenza a pendar.
In settembre i fichi cominciano a pendere.

Satëmbar, uva e figh: la pânza la s' tira e e' cul e' rid.
Settembre, uva e fichi: la pancia si gonfia e il culo ride.

E' questo il mese in cui maturano uva e fichi. Mangiarne troppi può causare problemi intestinali.


Quând la zghêla la cânta d' satëmbar, no cumprê de grân da arvëndar.
Quando la cicala canta in settembre, non comprare grano da rivendere.

Se in settembre la cicala canta ancora, significa che l'estate è stata bella, quindi i raccolti non hanno avuto problemi e c'è abbondanza di grano. Si sconsiglia quindi la speculazione di fare scorta di grano per rivenderlo nel momento di scarsità.


Se e' piov e' de d' Sân Gurgon, e' piov cvarânta de e una stmâna.
Se piove il giorno di San Gorgonio (9 settembre) piove per quaranta giorni e una settimana.

Ancora un pronostico meteorologico.


Se Sân Michìl u s' bâgna agl' jel, e' piov sena a Nadêl.
Se San Michele si bagna le ali, piove fino a Natale.

Se e' piov par Sân Michìl, cruv i pajr.
Se piove per San Michele, copri i pagliai.

Par Sân Michìl la mela l' e' int e' panir.
Per San Michele la mela è nel paniere.

Par Sân Michìl la zezla l' e' int e' panir.
Per San Michele la giuggiola è nel paniere.

L'Arcangelo Michele nell'iconografia è rappresentato con le ali. Se piove nel giorno di San Michele (29 settembre) si prevede un lungo periodo di maltempo, perciò è opportuno riparare i pagliai dalla pioggia.
E' anche il periodo in cui si raccolgono mele e giuggiole.

martedì 1 novembre 2011

Il Piave mormorava ...

Nei primi giorni di queste mie sofferte vacanze estive, quando ancora mi illudevo di poter ricavare dal mio soggiorno in montagna gli abituali benefici, ho azzardato qualche puntatina in alcune località dei dintorni, fra cui Sappada.
Già da tempo desideravo ritornare alle sorgenti del Piave, raggiungibili in auto attraverso una strettissima strada asfaltata che, lasciata la Statale nei pressi di Cima Sappada, risale la Val Sesis inerpicandosi fra boschi e prati fin sotto le pendici meridionali del Monte Peralba, luogo d’origine del “fiume caro alla Patria”. C'è da augurarsi però di non incrociare un altro automezzo (cosa pressoché impossibile in piena estate), perché allora bisogna impegnarsi in una serie di difficoltose manovre per cercare uno spazio sufficiente a consentire il contemporaneo passaggio di due veicoli.

Mentre scattavo qualche foto ho pensato a Tomaso, simpatico ed arzillo amico virtuale del blog Passato e presente ormai da moltissimi anni emigrato in Svizzera ma nato in una delle tante vallate attraversate dal fiume Piave.
.

Sorgenti del Piave
Perciò, sperando di farti cosa gradita, mio caro “vecio alpin” Tomaso, è con grande affetto e simpatia che voglio regalarti questa immagine, che rappresenta il luogo da cui trae origine il tuo fiume.



Sulla via del ritorno, nel tratto terminale del percorso, dove la stretta stradina non è più a doppio senso di marcia ma diventa a senso unico prima di riallacciarsi alla Statale, si può ammirare questo pittoresco antico mulino, ormai in disuso, lambito dalle acque del Piave.



Antico Mulino a Cima Sappada


Particolare dell'antico mulino di Cima Sappada

venerdì 28 ottobre 2011

Forse è ora che vi presenti il mio lupetto


Da quando, 15 anni fa, le nostre strade si sono incrociate, è diventato il mio costante e scomodo compagno di viaggio.
Un incontro che avrei evitato molto volentieri, visto che la nostra convivenza è di quelle destinate a durare "finché morte non vi separi".
Un compagno di percorso invadente ed esigente, che nel corso degli anni mi ha gradualmente costretta a rinunciare a gran parte delle mie passioni e dei miei hobby, ovvero a tutto ciò che richiede l'uso di buone gambe e di mani agili.
In tutti questi anni il "mio lupetto" (così l'ho sempre scherzosamente chiamato, forse per esorcizzare la consapevolezza ed il timore dei gravi danni che avrebbe potuto procurarmi qualora avesse aggredito anche gli organi interni), pur condizionando pesantemente la mia vita si è limitato ad affondare in suoi denti aguzzi in muscoli e articolazioni, tenuto abbastanza sotto controllo da farmaci immunosoppressori e da cortisone.
Purtroppo invece, nel corso di questo ultimo anno, si è improvvisamente trasformato in un famelico lupo feroce che ha affondato le sue zanne molto più in profondità.
Credo proprio che da ora in poi non sia più il caso di chiamarlo "il mio lupetto", che potrebbe suonare perfino amichevole, ma di usare il suo nome ufficiale: L.E.S. ovvero Lupus Eritematoso Sistemico.


Dopo un ricovero in ospedale nello scorso settembre, che non aveva prodotto alcun miglioramento nelle mie condizioni di salute, sono appena rientrata da un ulteriore ricovero di tre settimane in un Ospedale Universitario della mia Regione dove, tramite innumerevoli esami strumentali e di laboratorio, sono state indagate tutte le possibili cause di questa repentina riacutizzazione della malattia.
Mi auguro che le terapie impostate dagli specialisti diano buoni risultati e mi permettano ancora di tirare avanti per un po' in condizioni di vita accettabili.

Perché vi racconto tutto questo? Non perché ami essere commiserata, ma perché mi è sembrato giusto spiegare a tutti coloro che con affetto e partecipazione seguono questo mio blog, la ragione delle innumerevoli defezioni che lungo l'arco di quest'anno, in più riprese, mi hanno tenuta lontana dal mondo Blogger.

venerdì 30 settembre 2011

Proverbi di agosto in dialetto romagnolo

Questo post era già pronto in bozza da diverso tempo: infatti avrei dovuto pubblicarlo entro il mese di agosto, se fossi rientrata in tempo. Purtroppo le cose non sono andate secondo i miei piani ma, anche se con grande ritardo, lo pubblico ugualmente poiché non voglio interrompere la mia serie di proverbi romagnoli legati ai mesi e alle stagioni.
Anche se bisogna riconoscere che l'andamento meteo estivo di quest'anno smentisce in gran parte questi proverbi, dobbiamo considerare che essi risalgono al tempo in cui le stagioni erano ancora ... una cosa seria.





I proverbi di questo mese sottolineano come, con i primi temporali del dopo Ferragosto, la grande calura estiva sia destinata a finire e come il caldo dell'estate abbia fatto avviare a maturazione l'uva, preparando la campagna al secondo più importante raccolto dell'annata agraria, in Romagna: la vendemmia.


A la prema acva d'agost, cuntadena, met al mengh a e' bost.
Alla prima acqua d'agosto, contadina metti le maniche al busto.


La prema acva d'agost la rinfresca e' bosch.
La prima acqua d'agosto rinfresca il bosco.

Dopo la prima pioggia d'agosto, la temperatura scende e il gran calore dell'estate può considerarsi finito.



D'agost fa che e' grân e' seja arpost.
In agosto fa sì che il grano sia riposto.

Le operazioni di trebbiatura e di immagazzinaggio del grano dovevano essere completate, possibilmente entro la prima decade d'agosto.



Agost e' fa e' most.
Agosto fa il mosto.

Agost e' vô madurê e setembar e' vô vindmê.
Agosto vuole maturare e settembre vuole vendemmiare.

In agosto l'uva si avvia a maturazione, arricchendosi di zuccheri e a settembre è pronta per la vendemmia.


Sân Lurénz da la grân caldura, Sân Bas-ciân da la grân fardura: l'on e l'êtar poch e' dura.
San Lorenzo dalla gran calura, San Sebastiano dalla gran freddura: l'una e l'altra poco dura.

Sân Lurénz da la grân caldura, Sânt Antoni da la grân fardura: l'on e l'êtar poch e' dura.
San Lorenzo dalla gran calura, Sant'Antonio dalla gran freddura: l'una e l'altra poco dura.

Sân Lurénz da la grân bulura: andand avânti poch la dura.
San Lorenzo dal gran caldo: andando avanti poco dura.

Il giorno di San Lorenzo (10 agosto) per l'estate e il giorno di Sant'Antonio (17 gennaio) o di San Sebastiano (20 gennaio) per l'inverno, erano considerati culmini climatici di poca durata.


La burasca dla Madöna la pôrta vi l'istê.
La burrasca della Madonna porta via l'estate.

Par la Madöna d'agost e' rinfresca e' bosch.
Per la Madonna d'agosto rinfresca il bosco.

A partire da Ferragosto (Assunzione della B.V.Maria - 15 agosto), specie se inizia a piovere, ha termine il periodo più assolato e caldo dell'estate.


Par Sân Bartlazz fa stagnê e' tinazz.
Per San Bartolomeo fa stagnare il tino.

Par Sân Bartlazz u s' bâgna e' tinazz.
Per San Bartolomeo si bagna il tino.


L'uva sta maturando e il tempo della vendemmia si avvicina, perciò in questo periodo (San Bartolomeo 24 agosto) si bagna il tino, perché diventi a tenuta stagna.


Par Sânt' Agusten prapêrat, che e' fred l'è vsen.
Per Sant'Agostino preparati, che il freddo è vicino.

Per Sant'Agostino (28 agosto) sta per finire il caldo estivo e l'autunno si avvicina.

mercoledì 28 settembre 2011

Un'estate da scordare

Mi riaffaccio per un attimo nel blog dopo una assenza che, ahimè, è risultata molto più lunga di quanto potessi prevedere.
Mi dispiace essere sparita quasi alla chetichella, ma è stata una decisione improvvisa quella di partire comunque per le Dolomiti, anche se già stavo maluccio, sperando di trovarvi l'abituale sollievo. Purtroppo stavolta non è andata così e ho passato quasi tutta la vacanza fra letto e poltrona, anticipando addirittura il rientro, per finire in un letto d'ospedale.
Non che ora le cose siano di molto migliorate, perché sono ancora molto sofferente e temo che questo mi terrà ancora per qualche tempo lontana dal mio e dai vostri blog.




Nel frattempo vi offro col cuore questo fiammante ibisco, in segno di amicizia e di gratitudine per l'attenzione e la premura che, sia qui sul blog che in privato, avete dimostrato nei miei riguardi. E perdonatemi se ancora non ce l'ho fatta a rispondervi.

venerdì 29 luglio 2011

Pragser Wildsee

Lago di Braies / Pragser Wildsee (BZ)


Grandi sono le opere del Signore,
le contemplino coloro che le amano.


(Salmo 111,2)

giovedì 28 luglio 2011

Blog Candy di Milù

Quando Milù del blog Milù, di tutto e di più! ha annunciato che ero risultata prima estratta fra coloro che avevano aderito al Blog Candy da lei indetto in occasione del 3° anniversario del suo blog, quasi non potevo crederci.

Per me è stata davvero una lieta sorpresa perché nella vita mi è capitato ben poche volte di essere favorita dalla sorte in un'estrazione e ne sono stata felicissima. E poiché il premio era a sorpresa, potete immaginare con che curiosità ho atteso l'arrivo del pacchetto.



Ma di che pacchetto sto mai parlando? si trattava invece di una grossa scatola, che all'apertura ha rivelato grande dovizia di cose belle e buone:


3 diverse qualità di squisiti biscotti di Popiglio, confetture di mirtillo nero, lamponi, more, ribes nero e miele di acacia in vasetti graziosamente rifiniti da copritappo all'uncinetto e, sempre all'uncinetto, un portachiavi, un segnalibro, una presina, un portacandela e un centro rettangolare a filet. Il tutto accompagnato da una letterina, che ho molto gradito, scritta con una bellissima ed elegante grafia.



Cara Milù, ti ringrazio infinitamente. Mai mi sarei aspettata un premio così ricco. Sei stata davvero generosa, oltre che molto brava nell'esecuzione dei lavori all'uncinetto.

lunedì 25 luglio 2011

Un regalo con dedica da Carla Colombo

Vi sono delicatezze e moti del cuore per i quali le parole sono spesso superflue.

Come nel caso di questa dedica della pittrice Carla Colombo, a cui mi lega una ormai consolidata amicizia, fatta di anni di frequentazione, stima e rispetto.


Il cielo è vicino/Dolomiti
di Carla Colombo


Carla che, meglio di altri, conosce il mio reale e difficile stato di salute e sa quanto mi pesi la mia attuale difficoltà a trasferirmi per le vacanze in Dolomiti, nella cui frescura di solito trovo maggior sollievo ai dolori, per confortarmi mi ha dedicato questa sua splendida opera, che al solo guardarla mi ispira pace e serenità e mi apre il cuore alla speranza.

Un'altra coincidenza fra le tante che ci legano, visto che, come lei stessa afferma, finora non aveva mai dipinto montagne d'alta quota.

sabato 16 luglio 2011

Voglia di montagna

Sicuramente non sono fra coloro che bramano l'arrivo del caldo e dell'estate, forse perché il caldo io lo soffro in maniera davvero abnorme, tanto più dopo aver riscontrato, negli ultimi anni, che l'eccessivo calore accentua in maniera pesante anche la patologia di cui soffro.

Non è un caso quindi se fin dai primi anni '70 ho sempre indirizzato le mie ferie estive verso la frescura e la maestosità dei panorami dolomitici.
E così avrebbe dovuto essere anche quest'anno, con partenza programmata già un anno per l'altro, per metà luglio.
Ma, si sa, l'uomo propone e Dio dispone ... e per il momento non sono in grado di affrontare un faticoso viaggio, sia pure verso una meta per me così allettante, quando vi sono giornate in cui non sono in grado di affrontare nemmeno il tragitto verso il PC.

Così per il momento, e con l'auspicio che il mio soggiorno in Dolomiti debba essere solo posticipato e non annullato, mi consolo immergendomi col ricordo nell'aria fina di questi ameni paesaggi alpini, raccolti durante le mie vacanze della scorsa estate.
Posso invitarvi ad accompagnarmi in questa fresca escursione?



Le Tre Cime di Lavaredo viste dal Lago di Misurina (BL)




Mucche al pascolo a Misurina (BL)



Vecchio fienile a Valgrande (BL)



Il laghetto di Antorno (BL)




I Cadini di Misurina visti dal laghetto di Antorno (BL)



Un tabià (fienile) in Comelico Superiore (BL)

giovedì 14 luglio 2011

Tempo bello stabile

Fine anni ‘70. Solite vacanze estive in Alto Adige.
I figli sono ancora piccoli perciò limitiamo i nostri movimenti a lunghe passeggiate nei boschi dei dintorni. Le escursioni più lontane vengono effettuate solo in funivia o in seggiovia.
Un giorno Elisabeth, la nostra amica altoatesina, ci propone una camminata fino alla Brixner Hütte (Rifugio Bressanone), «escursione poco impegnativa e non troppo faticosa», ci rassicura.
Le previsioni del tempo dicono: bello stabile, perciò decidiamo di affrontare la nostra prima escursione.
La nostra attrezzatura è limitata a scarpe da ginnastica, jeans e K-Way.
Partiamo all’alba, io, due figli, un marito, un cognato, con Elisabeth come guida che, da buona montanara, è invece attrezzata di tutto punto.
In auto raggiungiamo e superiamo il paese di Vals (Valles) e ci inerpichiamo per una stradina dove bisogna augurarsi di non incrociare un altro veicolo e che, in pochi chilometri, con ripidissimi tornanti raggiunge uno spiazzo dove si lasciano gli automezzi.
La giornata è veramente splendida, il cielo di un azzurro smagliante, senza una bava di nuvola. Baldanzosi affrontiamo il sentiero che inizialmente si snoda fra verdissimi pascoli. Poco lontano attraversiamo un pittoresco agglomerato di casette di legno dai tetti a scandole raggruppate attorno ad una minuscola chiesa. Si tratta di Fane Alm (Malghe di Fana), attorno alle quali si aggira un branco di maiali, mucche ed alcuni cavalli. Al ritorno ci fermeremo certamente per gustare un bicchiere di latte fresco e una fetta di strudel.



Dopo aver lasciato alle nostre spalle il “paese di legno”, ci inoltriamo nella gola scavata nella montagna dal Valler Bach (Rio di Valles) per uno stretto sentiero di roccia. Alla nostra destra, alcuni metri più sotto, rumoreggia impetuoso il torrente, a sinistra la roccia, dove un cavo di acciaio ci aiuta a superare i tratti più stretti. Sono un po' preoccupata per l’incolumità dei bambini che invece sembrano divertirsi moltissimo. Infisse nella roccia un paio di targhe commemorative ricordano altrettanti incidenti mortali causati dal fulmine. Per fortuna è una bellissima giornata e quindi i fulmini non ci preoccupano più di tanto.
Guadato il torrente su una traballante passerella il sentiero prosegue con continui saliscendi fra verdi prati costellati da ogni sorta di fiori alpini fra cui spicca il giallo intenso dell’arnica.




Mentre i bambini tengono allegramente il passo io, nonostante parecchi chili e parecchi anni meno di adesso, arranco ansimante dietro la nostra guida che, da brava montanara, avanza con passo misurato ma inesorabile, senza concedere tregua. Solo quando mi vede paonazza e rantolante ci permette una breve sosta «senza sedersi!» intima con teutonica autorevolezza «perché poi non riuscireste a ripartire».
Finalmente se Dio vuole avvistiamo il rifugio, una costruzione di legno in cima ad un poggio, con una assolata terrazza fornita di tavoli e panche. Un ultimo sforzo e siamo finalmente seduti attorno ad un tavolo, dove ordiniamo il pranzo.
Il sole a picco, in un cielo di cobalto, batte in maniera insopportabile e, sprovvisti di copricapo, siamo costretti a ripararci la testa con le magliette che ci siamo tolti per il gran caldo.
Improvvisamente Elisabeth comincia ad agitarsi e ci esorta a finire in fretta la nostra Würstelsuppe perché dobbiamo avviarci per raggiungere le auto prima che ci sorprenda il temporale. La guardiamo esterrefatti: come può temere un temporale in una giornata come questa? Ma poiché sembra sinceramente preoccupata ci affrettiamo e lasciamo il rifugio in breve tempo. Purtroppo la sua esperienza di montanara non l’aveva ingannata perché ben presto grossi nuvoloni gonfi di pioggia ci sovrastano mentre il tuono comincia a rumoreggiare. Affrettiamo il passo nella vana speranza di metterci al riparo prima dello scoppio del temporale che ci coglie quando siamo ancora lontani dalla meta.
L’acqua scende a catinelle e ci inzuppa fino alle ossa e i tuoni rimbombano dentro la cassa toracica mentre lampi continui saettano intorno a noi. Affrontiamo la parte più difficile; sulla roccia dello stretto sentiero, resa viscida dalla pioggia, le nostre scarpe da ginnastica non fanno presa e rischiamo più volte di volare nel torrente sottostante.
Il maschietto sta aggrappato alla mano di suo padre, io cerco di sorreggere alla meglio mia figlia, ma ho grosse difficoltà a mantenermi in piedi. Mentre mio cognato ai primi lampi ha ingranato la quarta e con le sue lunghe gambe è ben presto scomparso dalla nostra vista, Elisabeth, accortasi che sono in difficoltà, afferra saldamente la manina di mia figlia, lasciandomi così la sola incombenza di reggere in piedi me stessa.
Mentre i lampi continuano a serpeggiare intorno a noi con boati come non avevo mai sentito prima, mi tornano in mente le targhe commemorative che avevo notato all’andata e giuro a me stessa che se riusciremo a raggiungere l’auto sani e salvi non metterò mai più a repentaglio la vita dei miei figli per una stupida escursione.


Naturalmente non ho mantenuto la promessa e negli anni a venire di rifugi ne abbiamo raggiunti tanti altri, molto più difficili e faticosi della Brixner Hütte e mia figlia, a mettere in pericolo la sua vita, provvede da sola giacché non più contenta di semplici escursioni o vie ferrate è passata all’arrampicata su roccia e all'alpinismo.
Però da quella prima disastrosa escursione ho tratto qualche insegnamento: innanzitutto che non si affronta la montagna senza una adeguata preparazione e una idonea attrezzatura, poi ho imparato a fidarmi delle intuizioni della gente del luogo per quanto riguarda le previsioni del tempo che, talvolta, possono essere assai più affidabili di quelle dell’allora in auge Colonnello Bernacca.



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Questo racconto è stato pubblicato su:
GAM Gruppo Amici della Montagna


Le immagini che illustrano questo post sono state reperite sul Web e sono di proprietà dei loro autori

martedì 12 luglio 2011

Il mio blog è CO2 neutral



Mi sono sempre considerata una persona attenta al rispetto e alla salvaguardia dell'ambiente, ma confesso che fino ad oggi proprio non ci avevo mai pensato! e chi poteva immaginarlo che perfino con la gestione di un blog o di un sito Web si contribuisce all’inquinamento del nostro pianeta?

Infatti secondo il Dr. Alexander Wissner-Gross, attivista ambientale e fisico di Harvard, un sito web produce una media di circa 0,02 g di CO2 per ogni visita. Assumendo 15.000 pagine visite al mese, questo si traduce in 3,6 kg di CO2 l’anno. Questa produzione di anidride carbonica è legata soprattutto al funzionamento dei server. La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) calcola che un albero assorba ogni anno in media circa 10 kg di CO2. Viene considerato prudentemente 5 kg l’anno per ogni albero.
Avendo quindi l'obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica è opportuno sapere che un albero neutralizza le emissioni di CO2 di un blog per 50 anni!


Come mostra il conto sopra indicato, un blog produce almeno 3,6 kg di CO2 l’anno, un albero ne elimina 5 kg e vive in media 50 anni!
Aiutando a piantarne uno, insomma, si può continuare a scrivere sul proprio blog o sito per il prossimo mezzo secolo!

Dopo aver appreso queste informazioni, seguendo l'esempio di tante amiche e tanti amici blogger, ho deciso di aderire anch'io a "Il mio blog è CO2 neutral", l'iniziativa sostenuta da Doveconviene.it, che si impegna a piantare un albero per ogni blog aderente, compensando così l'emissione di CO2 provocata dal blog stesso.


Dove vengono piantati gli alberi?
Doveconviene.it pianta con te e il tuo blog degli alberi in partnership con www.iplantatree.org, iniziativa ecologica tedesca che ha già realizzato opere di riforestazione in diverse aree. Al momento, il progetto di riforestazione attivo è dislocato a Göritz e gli alberi che si stanno piantando sono delle bellissime querce.
Si tratta di un piccolo villaggio tedesco, presso Coswig (regione di Saxony-Anhalt), dove è in corso un progetto abbastanza importante, che prevede la piantagione di 27,000 alberi su 3,4 ettari. L'area è un terreno soggetto a forestazione per la prima volta e si trova sulla strada B107, appena prima di arrivare appunto al piccolo villaggio di Göritz.

Chi è e di cosa si occupa Doveconviene.it?
Doveconviene.it si occupa di raccogliere i volantini della catene commerciali (Mediaworld, Unieuro, Ikea solo per citarne alcune), in modo che gli utenti possano sfogliare i volantini e confrontare le offerte in un unico luogo prima di fare acquisti. Qualche esempio:
http://www.doveconviene.it/catena/euronics - Volantino Euronics
http://www.doveconviene.it/catena/lidl - Volantino Lidl
http://www.doveconviene.it/catena/unieuro - Volantino Unieuro
http://www.doveconviene.it/catena/ikea - Catalogo Ikea

I volantini digitali, oltre a consentire di risparmiare tempo e denaro facendo acquisti, sono anche un’alternativa ecologica, pulita e trasparente di informazione verso i consumatori rispetto al volantinaggio cartaceo, che è una delle maggiori fonti di spreco di carta (ogni anno 500.000 tonnellate di carta vengono impiegate per stamparli, pari a 3 milioni di alberi).
Grazie ad internet ed ai volantini digitali è possibile quindi salvaguardare anche il nostro pianeta. Vantaggi per il consumatore, per le aziende e e anche per l’ambiente.
Oltre a far risparmiare carta e quindi a salvare alberi, da oggi Doveconviene.it vuole anche a piantarne di nuovi con l'iniziativa "il tuo blog ad impatto zero", che permette a chiunque sceglie di aderire gratuitamente di abbattere l'impatto ambientale del proprio sito o blog
Per maggiori dettagli sul progetto, la scelta delle piante e l'ecosistema in cui si inserisce, visita
http://www.iplantatree.org/project/7



E tu hai già aderito piantando il tuo albero?
qui trovi info e istruzioni.


Offerte Doveconviene.it amiche dell'ambienteQuesto è il bottone che ho scelto di esporre nella barra laterale del mio blog


e questo è per la home page del mio sito Offerte Doveconviene.it amiche dell'ambiente