E' ancora tempo di conserve quindi nella mia cucina continuano i lavori per arricchire la
dispensa e stavolta mi dedico allo Scalogno di Romagna da conservare sott'olio.
Dovete sapere che non è così facile trovare il vero scalogno di Romagna e finché mio marito ed io ci siamo presi cura del nostro orticello seguivamo il ciclo completo del prodotto, dall'interramento del bulbo a novembre, alla raccolta a giugno, fino alla conservazione sott'olio, una volta che il prodotto si fosse ben asciugato al sole.
Ora c'è un signore gentile che lo coltiva nel forlivese e tutti gli anni ci procura una cassettina del vero scalogno di Romagna che, badate bene, non è la stessa cosa dello scalogno francese, molto più facile da trovare in vendita e, secondo noi romagnoli, molto meno pregiato.
Lo Scalogno di Romagna si differenzia dalle altre tipologie di scalogno per colore, sapore e aroma, che è più forte e profumato della cipolla e più dolce di quello dell'aglio. I suoi bulbi, avvolti in una buccia molto coriacea, si presentano di forma regolare (a fiaschetto) ed hanno dimensioni non superiori ai 2 cm. mentre lo scalogno francese è più grosso.
La zona tradizionale di produzione dello Scalogno di Romagna IGP comprende i comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme e Solarolo in provincia di Ravenna; Modigliana e Tredozio, in quella di Forlì-Cesena; Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo di Bologna, Dozza, Fontanelice, Imola e Mordano nel bolognese.
La zona tradizionale di produzione dello Scalogno di Romagna IGP comprende i comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme e Solarolo in provincia di Ravenna; Modigliana e Tredozio, in quella di Forlì-Cesena; Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo di Bologna, Dozza, Fontanelice, Imola e Mordano nel bolognese.
Una particolare caratteristica dello Scalogno di Romagna è che non fa fiori, e quindi non c'è scambio di pollini nè di patrimonio genetico. Non è emozionante pensare che conserva ancora il suo corredo genetico di quando fu portato in Europa da Ascalona in Palestina migliaia di anni fa?
E' quindi fondamentale per la sua sopravvivenza conservare una parte dei bulbi dell'anno da poter piantare per ottenere una nuova produzione nell'anno successivo, altrimenti il tipico Scalogno di Romagna scomparirebbe.
Questa è la mia ricetta per lo
Questa è la mia ricetta per lo
Scalogno di Romagna sott'olio
Occorrente:
Kg.1 di scalogno sbucciato
hg. 3 di sale grosso
aceto di vino,
olio di semi q.b.
Dopo aver liberato i bulbi dalla loro corteccia (operazione piuttosto complessa) metterli per 12 ore sotto sale in un
contenitore con coperchio.
Liberarli dal sale
(senza lavarli) e metterli a bagno per 3-4 ore in aceto (se è troppo forte allungarlo
con vino).
Dopo averli tolti lasciarli scolare per un'ora in un colapasta, poi asciugarli con un canovaccio pulito e disporli nei vasetti di vetro, coprendoli con olio di semi e facendo in modo che restino ben sommersi.
Dopo averli tolti lasciarli scolare per un'ora in un colapasta, poi asciugarli con un canovaccio pulito e disporli nei vasetti di vetro, coprendoli con olio di semi e facendo in modo che restino ben sommersi.
Sono molto indicati come accompagnamento per il bollito.
molto accattivante complimenti!!!
RispondiEliminaGrazie Marina. Sono buonissimi, o per lo meno a noi piacciono molto.
EliminaCara Krilù, che bello vedere che ancora si conservano le vecchie tradizioni!!! Ciao e buona serata cara amica.
RispondiEliminaTomaso
Caro Tomaso, le vecchie signore come me ancora cercano di mantenere le tradizioni di un tempo, anche se non so per quanto tempo ancora ci riuscirò.
EliminaTi auguro una buona serata.
Brava, Krilù! Il tempo dedicato alla cucina e, soprattutto alle conserve, è sempre tempo ben speso e che dà un sacco di soddisfazioni!
RispondiEliminaCondivido il tuo pensiero Silvana: è una bella soddisfazione vedere file di vasetti ben disposti sugli scaffali della dispensa.
EliminaE ancor maggiore soddisfazione poi è portarli in tavola.
Un caro saluto.
Ti ringrazio per queste tue dritte sullo scalogno, e per la ricetta, adesso farò attenzione quando lo compro, non sapevo tutte queste cose. Un saluto a te Stefania
RispondiEliminaStefy, mi fa piacere se con questo post ho potuto farti apprezzare le doti dello Scalogno di Romagna.
EliminaUn caro saluto.
Come sei brava!!! Non sapevo che esistesse questa varietà. Un caro saluto.
RispondiEliminaUn post molto interessante.
RispondiEliminaSerena giornata.
Mamma mia Carla quante ne sai!!!!!!! Un prodotto eccellente, complimenti!!!!!
RispondiEliminaEmi
La Romagna è terra ideale per tante prelibatezze della cucina !
RispondiEliminaAccidenti che prelibatezza!!! Non lo conoscevo !!! E come si riproducono se non fanno fiori???
RispondiEliminaLo scalogno una via di mezzo tra cipolla e aglio? Non lo sapevo... io leggo "scalogno" nelle ricette e metto cipolla (non lo compro mai, infatti). Però è bello che ci siano zone di produzione specifiche per conservarne la purezza e anche pensare che sia così antico.
RispondiEliminaGrazie Krilù, buona serata :)
Ciao Krilù,
RispondiEliminasono passata per lasciarti un caro saluto e un abbraccio.
Ciao
Luci@
Ciao Carla ... come stai!
RispondiEliminaSono passata per lasciarti un saluto e un abbraccio
a presto
: )